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Colle Ranzola

Posto a 2170 metri in posizione altamente panoramica (N45 45.279 E7 48.202), il Colle della Ranzola o Arèscoll è situato nella media Val d'Ayas sul confine con la Valle del Lys, costituendo un importante ed antico valico tra Brusson e Gressoney-Saint-Jean.

Il colle si trova, più precisamente, tra l'erto Monte Ciosé o Kioge a nord ed il più basso rilievo erboso della Punta Regina, a sud. Lo si raggiunge da Estoul mediante l'itinerario 7, cui le paline della segnaletica attribuiscono una percorrenza di un'ora e mezza, con difficoltà T o turistica: si tratta di una una carrabile sterrata di servizio per i vari alpeggi posti ai piedi del colle, percorribile in automobile (a velocità moderata) fino a circa un chilometro dal colle.

Malgrado la folta presenza boschiva, alcuni pendii circostanti possono risultare valangosi nel periodo invernale. Il valico è premesso sul versante ayassino dalle propaggini boscose della Punta della Garda; nel 2012, tra questa punta e la Punta Regina si è verificata una grande frana che ha rovinato i sentieri sottostanti, come segnalato in seguito.

Da novembre 2023 esiste il progetto di un collegamento stradale, definito "riqualifica" e volto a creare in realtà ex novo una strada di collegamento tra i due versanti del Passo, tra Weismatten e l'Alpe Finestra sul versante della Val d'Ayas. L'argomento è stato affrontato nel maggio 2024 anche da Varasc.it e ha sollevato numerose polemiche, tra l'altro per l'inesistenza della strada da "riqualificare", proprio negli immediati paraggi del Colle Ranzola, raggiungibile al momento solo mediante sentieri.

Colle Ranzola. Gli itinerari di salita

La salita al colle dal lato della Val d'Ayas è agevole e ben segnalata, come confermato fino alla salita del 26 ottobre 2022.

Per fornire una più dettagliata descrizione della tempistica, verranno proposti i dati registrati nel corso di una classica salita al Ranzola, avvenuta martedì 1° luglio 2006, con proseguimento alla soprastante Punta della Regina. Partiti alle 14.48 dalla strada oltre il parcheggio d'Estoul, abbiamo oltrepassato il Rio Chamen proveniente dai soprastanti Laghi di Estoul e l'alpe Murassa, raggiungendo quindi i 1931 metri dell'alpe Prabarmaso e proseguendo per un chilometro e mezzo fino all'alpe Finestra 2080 metri. Siamo giunti al colle alle ore 15.40, dopo un ultimo tratto percorso su un sentiero ben marcato. L'area del colle è quasi sempre ventosa; si raccomanda nuovamente particolare cautela nel periodo invernale

La salita avviene anche, naturalmente, dal versante del Lys; uno di tali percorsi è stato appunto testato da Varasc.it sabato 05 giugno 2010. Il sentiero numero 3 sale dai circa 1500 metri di Krechte, al disopra di Gressoney-Saint-Jean e del Castel Savoia, inerpicandosi ripido nei boschi fino al torrente Aresbach ed alla panoramicissima alpe Obrò Areso (2109), immediatamente sottostante lo storico e panoramicissimo valico. La salita da Estoul è sensibilmente meno faticosa e ripida. Tale sentiero, ripercorso il 25 aprile 2016, è costantemente ampio e conduce con tanti, brevi zig-zag fino agli ampi pascoli sottostanti il valico.

 

Segnalazione evento franoso

Si segnala nell'agosto 2012 che un vasto fronte di frana si è staccato dai pendii sottostanti la costiera Punta Regina - Passo della Garda, scendendo per varie centinaia di metri ai piedi del Monte Rena. Alcuni avvisi del Comune di Brusson, firmati dal sindaco Giulio Grosjacques e posti ad esempio tra Estoul e l'alpe Finestra ove termina la carrabile sterrata per il Colle della Ranzola, specificano: Sentiero di collegamento tra Vallone di Graines e il Colle della Garda e tra il Vallone di Graines e l'Alpe Finestra (sentieri n. 9A e 9B) chiusi per frana. Il sentiero 9B, che dal Colle della Garda scendeva ad incontrare il 9 lungo il Torrent de Graines fino ai Laghi di Frudiera, è stato spazzato via per un lungo tratto. Il sentiero 9A, che dal numero 9 saliva fino alla grande sella erbosa tra la Punta della Garda e la Punta della Regina per poi scendere fino all'alpe Finestra al disotto del Colle della Ranzola, è scomparso in parte nel tratto inferiore; sulla frana, tra alberi e detriti vari, si notano tuttavia ometti e bastoni che segnano una labile via di attraversamento. Tale percorso, quantomai precario e sconsigliabile vista l'instabilità della frana, conduce fino ai paraggi dell'alpe La Garda e, da lì, alla suddetta sella erbosa tra la Punta della Garda e la Punta della Regina. Per chi volesse raggiungere dai Laghi di Frudiera il Colle della Ranzola, o viceversa, si consiglia quindi il più lungo percorso via Weissmatten.

 

Colle Ranzola. Storia militare, letteratura e vicissitudini

Nel 1860, Edouard Aubert descrisse nella sua opera La Vallée d'Aoste il Colle Ranzola. De retour à Brusson, et après un court repos, je commençai à gravir le col de la Ranzola. Pendant cette course longue et pénible, je ne devais plus, comme au sortir de Saint-Vincent, trouver de beaux arbres pour abri. La montagne dont les flancs escarpés se dressaient devant moi offrait une surface grise, dépouillée par les torrents et les pluies du peu de terre qui la couvrait autrefois; quelques maigres buissons, épars sur ce terrain profondément raviné et semé de quartiers de roches, rompaient seuls, par leur pâle verdure, l'uniformité de ces pentes rapides et désolées. De loin en loin cependant, le sentier coupait d'étroits lambeaux de gazon, végétation souffreteuse échappée par miracle à l'action des eaux, mais jaunie et calcinée par les ardeurs du soleil. Il me fallut quatre heures de patience et de courage pour atteindre le sommet, n'ayant d'autre compensation qu'une vue assez magnifique, il est vrai, pour dissiper la mauvaise humeur, conséquence naturelle d'une lassitude extrême. A mesure que le chemin s'élevait, le spectacle devenait en effet de plus en plus respendissant: mes regards, passant au-dessus du bois de Joux que je dominais alors, plongeaient dans toutes les profondeurs du val d'Aoste.

Il curioso toponimo locale, Ranzola, sembra richiamare l'antichissima radice ligure Ran, che indicava dei massi lavorati. Ugo Torra, ne La Valle di Gressoney. Le sue antichità del 1966, ricordò come lo storico Louis Christillin ne attribuisse le prime fortificazioni all'epoca di Teodorico. E' del resto indubbia l'ancestrale frequentazione di questo comodo valico erboso, che per innumerevoli secoli ha permesso i contatti e gli scambi commerciali tra la Valsesia e la bassa Valle d'Aosta. La sterrata che sale al colle è l'erede di un'antica mulattiera, mentre il muretto a secco che ne contorna il ciglio risale al 1799-1800: si tratta di quel che resta di una fortificazione eretta dalle truppe austriache e russe per arginare l'avanzata di Napoleone, disceso inaspettatamente attraverso il passo del Gran San Bernardo nel maggio 1800. Tali opere di fortificazione vennero definitivamente abbandonate in seguito alla vittoria di Moreau a Hohenlinden, 3 dicembre 1800, quando l'alleanza austrorussa dovette arrendersi alla Grande Armée. La fortificazione avanza sia verso la Punta Regina che verso il vicino Ciosé, e nonostante le giovani conifere sul lato ayassino, la conca sottostante il colle (in direzione dell'alpe Prabarmaso e dell'alpe La Bianca) crea l'impressione di un inquietante poligono di tiro. Sul lato settentrionale del valico, ove la cresta erbosa comincia a risalire alla volta del monte Kioge o Ciosé, sorge tuttora un piccolo ed abbandonato oratorio in pietra. 

Anche secondo un volume più recente, il Colle era un punto importante di antichissime rotte commerciali. In particolare, sul lato di Brusson del Colle Ranzola, esisteva presso l’alpe Finestra o Fenêtre un antichissimo point de halte. Il volume concorda nel far risalire le sue fortificazioni al 1799, erette per volere del Maresciallo Suverot, comandante generale delle forze austro-russe e piemontesi schierate contro i francesi di Napoleone Bonaparte.

La storia di questo valico non è esclusivamente militare, tuttavia. Sotto la bianca statua della Madonna che si alza dal muretto (oggi ingombra di rosari e medagliette votive) si scorge la targa a ricordo del passaggio dello scrittore Lev Nikolaevic' Tolstoj: "Su questo colle transitò il 20 giugno 1857 il grande poeta Tolstoy. Partiti alle sei da Gressoney saliti fino ad una cappella aria pura e rarefatta, suoni chiari sui monti un ragazzo canta, discesa, aromi, odori di segala e melissa, canto di cuculo sui monti. Pace, Brusson". Leone Tolstoij, nel 1857, transitò difatti in Valle d’Aosta per raggiungere la vicina Svizzera. Il giorno 20 giugno salì al Colle Ranzola da Gressoney, scendendo quindi a Brusson e proseguendo alla volta di Saint Vincent.  

Nel 1896, Giovanni Bobba e Luigi Vaccarone descrissero la salita al Colle della Ranzola da Brusson a La Croix. (...) Di là il sentiero, meno erto, passa ai casolari Estoul - m. 1812 - Merazza, situati sulla destra pendice del vallone di Graines alle falde del M. Beccaloro. (...) Sul colle costituito da una cresta sottile avvi un oratorio, una croce e avanzi di trincee.

Mario Aldrovandi, nel 1969, riportò invece come ai piedi del valico e del Vallone di Chamen  (presumibilmente, l'attuale valloncello dei Laghi di Estoul), pressappoco all'incrocio tra i due punti geografici, si trovasse un pianoro definito Orgènot, (...) "prescelto dai militari per farvi esercitazioni di tiro". Il 24 luglio del 1964, gli scienziati Uberto Tosco ed Ada Luzzati compirono approfonditi studi di floristica, scrivendo in proposito della zona del Ranzola: (...) Si tratta di una vasta zona in esposizione ovest, che abbiamo saggiato con due soli rilevamenti. Il Colle della Ranzola (m 2170 s.l.m.) mette in comunicazione la Valle di Ayas con la Valle di Gressoney St. Jean. La vegetazione consiste principalmente in coniferete rade, con dominanza di Pinus silvestris (Larix decidua nelle parti più elevate). Trattandosi di terreni aridi, si nota spesso l'abbondanza di Hyppophaë rhamnoides, specialmente nella prima parte di salita partendo da Brusso.

Secondo il già citato volume Brusson, edito nel 1991, il valico sarebbe stato anticamente chiamato Cella Jovis, (…) qui indique clairement la présence au moins d’un tabernacle dédié aux dieux, ainsi que du toponyme Résy, dérivant du latin “res”, chose ou lieu sacré, c’est-à-dire halte caractérisée par l’existence d’un Temple où offrir aux dieux des dons propitiatoires.

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