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Becca Mortens

Inserita sulla possente dorsale nordoccidentale che proviene dalla Becca Torché (3016), questa bella piramide rocciosa particolarmente imponente dal fondovalle, se ammirata dalla zona di Challand-Saint-Anselme, è alta 2735 metri (N45 41.783 E7 46.523 ) e presenta un versante occidentale quasi perfettamente triangolare, privo di alberi o vegetazione, facile da riconoscere.

La cresta in cui sorge la Mortens o Morteuil, prosegue poi formando in discesa la Becca Chavernie, 2120; a sud, una cresta semiparallela forma invece la Becca Chalex, 2356 (N45 41.407 E7 45.729), riparando quindi il segreto e selvaggio valloncello di Trön. A N abbiamo infine il Vallone di Chasten, a S il più "civilizzato" vallone di Dondeuil; ad est, oltre alla Torché, ecco la Vlou ed il monte Voghel, salito da Varasc.it il 15 agosto 2009. Qui verrà presentata la relazione della salita alla Becca Mortens via S (alpeggi di Chalex) e quindi via W (alto valloncello di Trön): si tratta di una salita che comporta 1312 metri di dislivello (calcolati da Fontaney 1423, N45 41.168 E7 44.141) o addirittura 1559 se calcolati dai 1176 di Ollion (N45 41.296 E7 43.6799, all'inizio del Vallone di Dondeuil). Si tratta di una escursione valutabile in EE per la quasi totalità della sua estensione; la cresta sudorientale finale presenta difficoltà valutabili in F. Per questo motivo, unito alla lunghezza del percorso, alla carenza di segnaletica, all'ambiente isolato, alla mancanza di acqua riscontrata nell'alto vallone di Trön, è da considerarsi riservata a persone molto allenate e capaci, motivate ed idonee ad affrontare itinerari in ambienti pressoché selvaggi. Si sconsiglia la presenza di bambini e cani, a causa del rischio vipere. Parimenti sconsigliate sono le salite in solitaria. Per la salita a questa vetta, si consiglia il manuale Le Vette della Val d'Ayas, utile per ricostruire "sul campo" l'esatta successione dei numerosi punti di riferimento.

Nell'agosto 2013 Varasc.it ha sperimentato la salita alla Becca Torché dal Vallone di Chasten, valevole anche per la Becca Mortens e con partenza dall'alpe Merendioux Damon. Inoltre, nel medesimo mese ma in data differente, Varasc.it ha sperimentato una nuova e più diretta via di salita alla Becca Mortens dal Vallone di Chasten, descritta in questa pagina.

La rara bellezza di questa montagna è dovuta anche al carattere selvaggio della zona circostante: per questo motivo si consiglia di munirsi di molta acqua, materiali ed indumenti tecnici, utilizzando in luogo della cartografia rara o superata il GPS come ausilio orientativo, in modo da avventurarsi in queste zone in completa autonomia. E' opportuno ricordare che, una volta in quota, il più vicino punto di appoggio si troverà ben due valloni più a sud; per le persone debitamente allenate e preparate, si può coniugare la salita alla Mortens con quella alla "Spalla" occidentale della Becca Torché, incomparabilmente panoramica sul versante N della Torché.

Salita meridionale alla Becca Mortens: avvicinamento 

La partenza della via meridionale e normale di salita avviene ai 658 metri di Isollaz, frazione di Challand-Saint-Victor lungo il torrente Evançon: qui si percorre in automobile la mulattiera che costeggia i pascoli ed i boschi dell'antica Torre di Bonod o Bonot, fino al divieto di transito per i veicoli non autorizzati. Per ulteriori informazioni al riguardo, si consiglia di consultare la sezione dedicata al Colle e vallone di Dondeuil. La carrabile, a tratti asfaltata, conduce ad Ollion (1176), Fontaney (1423, punto di ingresso del vallone di Dondeuil) e quindi Chalex (1780, N45 40.827 E7 45.620), al quale giungiamo in due ore da Ollion, a sua volta un'ora e trenta di cammino da Isollaz. La partenza effettiva di questo percorso è proprio Chalex, oltre al quale alpeggio si trova la deviazione per il sentiero 1C (Chalex-"Tronc"-B. Chavernie, 3.30, EE su carta APT Arnad e Challand). Occorre proseguire lungo la carrabile per circa 200 metri verso est, alla volta del Colle Dondeuil, fino ad un albero isolato sulla sinistra della strada; poco più avanti si scorge un inserto di cemento lungo la carreggiata, per il deflusso idrico. Voltando a sinistra nel pascolo si risale fino ai vicini alpeggi, le malghe di Chalex (1850, N45 40.921 E7 45.852). Tra le due malghe affiancate si nota la partenza del sentiero 1C, che rimonta alle spalle della malga occidentale entrando nel bosco retrostante, tra muretti e vecchie frecce gialle. Per ulteriori informazioni al merito, si consiglia di accedere alla pagina dedicata alla Becca Chalex. Il sentiero procede ad ogni modo ben visibile, ancorché poco frequentato, nel bosco: si arriva (direzione W) ad una malga isolata e dotata di fontanella (1933, N45 41.009 E7 45.606) le si sale alle spalle proseguendo in direzione NO nel bosco. Raggiunta una zona di grandi massi, preannunciata dal maggiore su cui è scritto in giallo "BECCA MORTENS" (2034, N45 41.24746 E7 45.39773 , sulla destra del sentiero) si procede a sinistra (N) uscendo dal bosco dopo gli ultimi massi con ometti e segni gialli poco visibili. Siamo a circa 2080 metri, a S della cresta occidentale della Chalex, tra prati e pietraie rosse provenienti dalla cresta stessa. Si procede verso N descrivendo una grande curva (con qualche tornante ben tracciato) passando sopra Ollion fino ad un masso isolato posto a 2166 metri dove declina la cresta W della Becca Chalex. Sul masso sono dipinti i numeri 6 / 9 / 8; il sentiero rientra nel bosco a destra, scendendo di qualche metro, descrivendo una prima curva e risalendo un secondo costone erboso al cui culmine si trovano altre comode roccette: da qui (2180) si scorge per la prima volta la Becca Mortens, la Punta Champlon (2678, N45 43.512 E7 47.308) e si accede al valloncello di Trön, tra ginepri ed erba che invade il tracciato, pur sempre visibile e comodo. Dieci minuti più tardi il sentiero giunge al centro di una grande pietraia proveniente da est, dove si nota una vecchia malga cadente: si tratta del cosiddetto "cappello" di Trön, o meglio dell'Alpe Trön Superiore (2147, N45 41.502 E7 45.994). Ci troviamo nell'alto valloncello omonimo, i cui due alpeggi principali, La Trön e Renou, sono invisibili a SW e più in basso.  

Salita alla cresta sudorientale 

Poco oltre i ruderi, lungo la pietraia, si incontrano le prime, vecchie frecce gialle che conducono effettivamente fino alla cresta SE della Mortens: tutta questa segnaletica, però, è contraddistinta dall'insolita abitudine di comparire prevalentemente a chi le transita esattamente sopra. Occorre semplicemente rimontare la grande pietraia rossastra oltre la curva descritta dal versante S della Mortens, risalendola sul lato sinistro (per chi sale) che è più erboso ed accessibile. Alle nostre spalle il valloncello viene chiuso dalla cresta della Becca Chalex, in alto la pietraia compie una curva molto ampia sulla destra (est), sotto la cresta sommitale della Mortens stessa: si raggiunge un vasto circo di probabile origine glaciale, equamente suddiviso tra erba e pietrame, a circa 2600 metri. Il dislivello affrontato dall'Alpe Trön Superiore è di circa 500 metri e richiede un'ora - un'ora e trenta. Sulla sinistra della conca (N) comincia la cresta SE della Mortens, facile da raggiungere tra erba e sassi: usciamo in cresta subito oltre il ben visibile cartello bianco "Zona a caccia specifica" dell'Assessorato Agricoltura e Risorse Naturali della Regione aostana (2669, N45 41.679 E7 46.690). Tale punto costituisce anche l'arrivo della via settentrionale descritta in seguito nell'estate 2013 ed è dunque di primaria importanza.

La cresta è generalmente ampia e cosparsa di frequenti roccette di medie dimensioni, solitamente salde; la vista sul vallone di Chasten è spettacolare. Si procede tenendosi sul lato sinistro (per chi sale), fino ad un punto dove la cresta -in presenza di rocce più scure- presenta un profondo intaglio a "V" che ne riduce la larghezza. Qui è necessaria molta cautela per scendere brevemente (circa tre metri) sul lato sinistro: nell'intaglio la roccia è grigio-biancastra, abrasiva, ricca di appigli. Con cautela si accede al sottostante basamento erboso dal quale si rimonta subito in cresta, più sopra, su rocce più scure e salde. Da qui la cresta si mantiene larga e rocciosa, senza ulteriori problemi, fino alla vetta: questa è parimenti rocciosa, ampia, contraddistinta da una croce di legno dipinta di nero alle cui spalle, sotto un masso, si cela un bussolotto per il registro di vetta, ben chiuso nella sua busta plastificata. Entrambi risalgono all'agosto 2006, su iniziativa di un esponente del CAI Savona: il registro riporta l'esiguità della frequentazione umana di questa bella cima, posta a 2735, N45 41.783 E7 46.523. La croce, come descritto in seguito, è risultata danneggiata nell'estate 2013. Il panorama è notevole, offrendo interessanti colpi d'occhio sulla retrostante (E) accoppiata Torché-Vlou, sul Colle Chasten, sul Nery (3075), la Soleron (2887), Punta Champlon (2678) e sulla bella Alpe Moulaz (1885). A S vediamo invece il Corno del Lago (2747), a guardia del Colle Dondeuil (2549), ed il Monte dell'Aquila (2580). Ugualmente interessanti da vedere sono l'arco del Rosa e la Testa Comagna, in basso ad ovest. La discesa avviene per la medesima via dell'andata, con la lieve facilitazione comportata dalla migliore visibilità dei segni gialli; volendo, è possibile raggiungere il circo glaciale dall'intaglio a "V", per semplici e comodi poggi erbosi. 

Becca Mortens, itinerario classico da sud. Tempistica 

Ecco i dati registrati nel corso della prima salita di Varasc.it alla Becca Mortens, lunedì 6 agosto 2007. Partiti da Fontaney 09.45, abbiamo raggiunto Chalex alle 10.35, ripartendone alle 10.46. Per le 10.53 eravamo alle malghe, 11.05 alla malga isolata. 11.20 al masso con la scritta "BECCA MORTENS", 11.40 al primo scollinamento (masso con numeri 6 / 9 / 8). 12.10 all'Alpe Trön Superiore, con pausa pranzo alle 12.32 e partenza alle 12.57: alle 14.04 al circo glaciale, 14.16 in cresta (cartello), 14.30 in vetta. Ripartiti alle 14.53, siamo giunti alle 16.00 all'Alpe Trön Superiore, alle 16.57 a Chalex, proseguendo nella discesa lungo la carrabile del vallone di Dondeuil. Ecco invece la tempistica autunnale registrata domenica 11 novembre 2007, con vento molto forte dai quadranti nordoccidentali. Alle 10.13 lasciavamo Chalex, nel Vallone di Dondeuil, arrivando alle 11.30 a Trön, ostacolati dal vecchio ghiaccio sul sentiero; alle 13.45, superata l'infida e vecchia neve sulla pietraia terminale, eravamo alla "Spalla" W della Becca Torché. Ripartiti alle 14.01 per la Mortens, dopo un'erta discesa su rocce insidiose, abbiamo raggiunto la suddetta vetta alle 15.10, ripartendone venticinque minuti più tardi e rientrando a Trön alle 16.50, al tramonto.

Becca Mortens. Le vie di salita settentrionali

Nell'estate 2013, in seguito all'intensa salita alla Becca Torché del 15 agosto, Varasc.it ha sperimentato una nuova via di salita alla Mortens da nord, via tramail del Vallone di Chasten, ovvero dall'alpe Merendiù Alta o Merendioux Damon. Malgrado il percorso precedentemente realizzato per la Becca Torché parta a sua volta dall'alpeggio, e malgrado i due differenti accessi alla cresta Torché-Mortens possano essere indifferentemente utilizzati anche per la seconda cima, il 15 agosto era stata ipotizzata un'altra via settentrionale inerente alla sola Becca Mortens. In questo modo si offrono due vie diverse, entrambe provenienti da Merendioux ed interscambiabili per la salita o discesa dalle becche Torché e Mortens. Varasc.it precisa che la presente descrizione ha solamente valore indicativo e bibliografico nei confronti di una cima isolata e panoramica, quale le becca Mortens; a causa dell'assenza di segnaletica, dell'orografia particolarmente selvaggia e rovinata del terreno, della cospicua presenza di pietraie e sfasciumi, della forte pendenza e di singoli passaggi esposti su nevai e cenge erbose, l'autore di Varasc.it non vuole consigliare a terzi la percorrenza di questo itinerario potenzialmente pericoloso per persone e cose.  

Becca Mortens. Via di salita da Merendioux

Come premesso la salita ha inizio nella parte superiore del Vallone di Chasten, vale a dire all'alpe Merendioux Damon, purtroppo chiusa nell'agosto 2013: due basse costruzioni principali affiancate da strutture minori, da un dondolo artigianale e da ampi, fertili pascoli, il tutto a 2190 metri di quota (altrove, 2180 e 2185) ed in posizione N45 42.138 E7 47.269. L'alpe si raggiunge partendo dai 1041 metri di Tollegnaz, con un dislivello di 545 metri alla vetta della Mortens e di 1149 da Tollegnaz; la salita avviene su strada parzialmente lastricata fino al secondo ponte, in legno e posto a 1425 metri (N45 42.845 E7 46.218), ove moderne paline gialle indicano i sentieri 2 (Colle Chasten, 3.15 ore, E) e 2A per l'alpe Merendioux, 2.20 ore, quota indicata in 2185 metri. Si prende preferibilmente il sentiero 2A senza superare il ponte, salendo alla sua destra lungo il Torrent Chasten e superando a poca distanza un guado protetto da un moderno canapone blu (1420 metri). Come indicato nella sezione inerente al Colle Chasten la salita procede con relativa facilità, indicata saltuariamente da frecce gialle e lastre, anche se in alcune radure l'erba alta può celare il sentiero, più evidente nel tratto boschivo inferiore; è facile incontrare ungulati nobili e si notano le buche scavate dai cinghiali, dunque è bene tenere i cani al guinzaglio. A 1575 metri si nota un bivio su palina lignea, che indica a destra il proseguimento per l'alpe Bringuen-Soleil o Brenga Soleil (1652 metri), di proprietà della famiglia Dufour: tale deviazione va evitata. Si può raggiungere l'alpe Merendioux in meno di due ore, non abbandonando mai il tracciato del 2A. 

Appena a monte dell'alpe, chiusa nel 2013, si apre un vasto pianoro erboso con un idilliaco laghetto alimentato da piccoli ruscelli, tra erba grassa e brillante e piccole rocce. Il pianoro riprende su scala minore la forma dell'immenso circo post-glaciale soprastante, a sua volta delimitato dalle impressionanti pareti nord delle Dame di Challand; se dal laghetto o dall'alpeggio si guarda a destra (sud) si scorgono invece erti pendii d'erba e pietraie che convergono verso la lunga cresta Torché-Mortens. Essendo quest'ultima meno elevata della Torché non occorre guadagnare quota puntando al torrione come descritto nell'itinerario che collega Merendioux Damon alla Becca Torché; alcune rampe erbose cosparse di sfasciumi collegano evidentemente l'area a meridione dell'alpeggio alla cresta soprastante. L'area di salita è ricca di fauna superiore, perlopiù camosci che vi partoriscono i piccoli nella bella stagione, ed è bene precisare che nell'escursione del 22 agosto 2013 sono stati individuati alcuni vecchi ometti. A sud dell'alpeggio sale un'ampia rampa detritica, che tuttavia si può evitare più agevolmente salendo inizialmente come indicato nell'itinerario di salita alla Becca Torché. Si punta indicativamente la Becca Torché risalendo l'ampio pianoro erboso in libertà, accedendo quindi alle rocce di una vasta pietraia semicircolare; a sinistra si intravedono la Punta di Soleron e parte del Monte Nery. La pietraia, ampia e generalmente stabile, presenta una evidente cresta centrale, meno rovinata e più accessibile. La si risale tra bassi cespugli di rododendro e sassi, circondati a destra e sinistra da ruscelli e cascatelle; a quota 2298 si raggiungono ampie rocce levigate e perennemente bagnate, rese nerastre dall'acqua. A 2333 metri si pone piede sull'ampio dosso della grande pietraia, ben visibile dalla zona del laghetto; si abbandona la linea di salita per il grande torrione e per la Becca Torché piegando a destra (sud), attraversando la pietraia in semipiano. A 2425 metri si raggiunge il punto in cui arriva la grande rampa detritica che parte dalla conca a sud dell'alpe Merendioux Damon: tale rampa è facilmente percorribile, tuttavia oggettivamente meno agevole del percorso indicato. Si procede verso sud su erba e pietrame, accedendo ad un breve pendio erboso e procedendo verso sudest in direzione della Becca Mortens, fino ad incontrare una nuova lingua di pietraia chiara a 2438 metri di quota.

Appena oltre la pietraia lascia spazio all'erba, in un'area colmata da nevai nel tardo agosto 2013. Si accede tra enormi massi e senza difficoltà ad un primo e vasto poggio pianeggiante, bordato da grandi rocce e su base erbosa, il cui ingresso è collocato a 2515 metri ed in posizione N45 41.745 E7 46.851: in questa zona è assolutamente opportuno trattenere i cani, poiché in estate ha le funzioni di nursery per i cuccioli di camoscio. Il plateau sorge a nord e sotto la cima, tra grandi rocce grigiorossastre; si sale a sinistra, ancora a sud, su una ben evidente rampa verde che sale senza esitazioni verso l'ormai vicina cresta soprastante; anche qui sono stati trovati vecchi ometti nel 2013. A 2511 metri si accede alla rampa, tra rocce rosse ed erba minuta, in direzione sud-sudovest; a 2530 si è ormai sulla rampa, più facilmente gestibile salendo con brevi zigzag sugli instabili sassi rossi. Salendo si nota alla propria sinistra un secondo plateau circolare, meno intuibile dal basso rispetto al primo e meno esteso, colmo di neve nel tardo agosto 2013; non lo si tocca, superando un breve praticello in forte pendenza ed arrivando invece a quota 2632 metri alla base di vaste rocce rese quasi nere dall'umidità. Tali rocce, attraversate da esili cenge erbose, costituiscono la base della poderosa cresta Torché-Mortens; sarebbe istintivo procedere a destra, ove pare puntare una esile traccia, e dove una cengia inclinata pare promettere un accesso. Tale via è in realtà errata ed esposta, oltre che (soprattutto) fradicia d'acqua. Dalla base delle grandi rocce si piega semplicemente a sinistra e, a 2629 metri, si accede ad una breve fascia di lastre grigio-rosate inclinate verso destra, in forte pendenza. Pur essendo lisce si risalgono agevolmente se asciutte, grazie a numerosi appigli e fratture erbose, avendo cura di non calpestarne la vegetazione rupestre e soprattutto i delicati cuscinetti di muschio; se fin qui la salita richiede solo attitudine ed allenamento, ora l'esposizione è notevole alla destra di chi sale e la salita richiede ottime suole, saldezza di piede, equilibrio e movenze precise. Si sale verso destra (ovest) per pochi metri, prima di incontrare una nuova fascia rocciosa: a 2650 metri ed ai piedi di tale solida fascia, incredibilmente, un esile sentierino creato dagli animali corre agevolmente verso occidente, contornando le rocce ed accedendo al vasto intaglio di quota 2669, in posizione N45 41.679 E7 46.688. Tale intaglio è visibile sin da Merendioux: netto e verdastro contro il cielo, presenta una sorta di roccione che sporge dal gradino sinistro delle sue rocce, simile allo sperone di un'antica trireme. La zona è in realtà sabbiosa e panoramicissima, permettendo di accedere dopo le rocce di sinistra all'ampia cresta Torché-Mortens, in prossimità di un bianco cartello con dicitura Zone a Chasse Specifique; il cartello si trova in posizione N45 41.679 E7 46.690 ed a 2669 metri sul lato meridionale, soprastante l'alto Vallone di Trön.

Si è molto prossimi alla Mortens e tale intaglio, se paragonato agli altri due descritti da Varasc.it per la salita alla Becca Torché, è quasi privo di sfasciumi e sassi rischiosi per chi segue; malgrado l'esposizione della cengia erbosa, la salita a questo intaglio è stata considerata soggettivamente meno rischiosa e più agevole, oltre che utile anche per la risalita verso la stessa Becca Torché. Anche durante la salita al Monte Nery ed al Colle Chasten dell'agosto 2012, l'anziano pastore dell'alpe Merendioux aveva indicato a chi scrive tale intaglio. Il panorama è esteso dal Cervino al Monte Rosa, verso nord, oltre che sulla Becca Chalex e sulla Torché. Si risalgono grandi rocce di cresta e si supera il profondo intaglio a "V" già descritto in questa pagina e nel manuale Le Vette della Val d'Ayas (pagg. 166-169), accedendo quindi alla cima della Becca Mortens. Nell'estate 2013 Varasc.it ha riscontrato le ottime condizioni del bussolotto che custodisce ancora il libro di vetta, invariato dal 2007; vi sono state registrate pochissime ascensioni nel corso degli ultimi due anni. Non così invece per la croce di vetta, schiarita e rovinata dal tempo, oltre che rotta in due pezzi in corrispondenza del braccio orizzontale; si è provato a riapplicarlo, tuttavia la filettatura delle due viti di tenuta è parsa ormai corrosa ed il braccio andrebbe semplicemente inchiodato al palo verticale.

Becca Mortens, itinerario settentrionale. Tempistica

La parte superiore della salita ha avuto inizio alle 8.43 da Merendioux con arrivo alle 10.40 all'intaglio ed alle 11.00 in vetta. Tali valori comprendono ovviamente alcuni tentativi di salita abortiti nella parte superiore della via oltre a svariate pause fotografiche; conoscendo la via e potendo contare su condizioni perfette (della montagna e di chi sale) è ipotizzabile una tempistica di due ore dall'alpe alla cima della Becca Mortens, specialmente se in presenza di stabili nevai. L'intera ascesa è tuttavia priva di traccia, parzialmente esposta nella parte superiore e non consigliabile per la normale attività escursionistica.

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