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Vallone delle Cime Bianche. Analisi del bando

VALLONE DELLE CIME BIANCHE. ANALISI DEL NUOVO BANDO PER LO STUDIO DI FATTIBILITÀ (OTTOBRE-NOVEMBRE 2020)

 

Varasc.it, come noto, è attivo sin dal 2015 nella difesa del Vallone delle Cime Bianche, nel quadro del progetto di divulgazione fotografica “L’Ultimo Vallone Selvaggio”  condiviso sin dall’inizio con i fotografi Annamaria Gremmo e Francesco Sisti.

Oltre alla pagina che riassume le iniziative portate avanti negli anni nell’ambito di questo progetto di Conservazione, questa sezione riepiloga nel dettaglio il bando lanciato per la stesura di un nuovo studio di fattibilità del collegamento tra Ayas e Cervinia. In data 17 ottobre 2020, il sito ufficiale della Regione Valle d’Aosta ha infatti notificato il bando indetto dalla società (partecipata) Monterosa S.p.A., avente come oggetto un nuovo studio di fattibilità per la realizzazione del collegamento funiviario nel Vallone delle Cime Bianche, per un importo di ben 742.079,31 Euro.

Il bando si compone, moduli e allegati a parte, di due documenti principali liberamente scaricabili e consultabili dal pubblico: il Disciplinare di gara e il Capitolato d’appalto, intitolato “Servizi attinenti all’architettura e all’ingegneria concernenti la redazione di studi propedeutici e preliminari alla valutazione di fattibilità del collegamento intervallivo Cime Bianche”.

Le prestazioni in oggetto, come precisato dal Disciplinare, dovranno essere eseguite entro il 31.10.2022, con un termine di esecuzione intermedio al 31.10.2021 (…) “concernente la consegna e la documentazione dei rilievi effettuati sul campo riferiti alla prima stagione vegetativa” (pag. 5, Disciplinare di gara).

L'analisi qui proposta si basa esclusivamente su quanto indicato dai due documenti sopra citati, offrendo alcuni spunti di riflessione tra i tanti argomenti affrontati. Si ribadisce, ove fosse necessario, la totale contrarietà di Varasc.it e del progetto "L'Ultimo Vallone Selvaggio" a questo eventuale collegamento, enormemente impattante ai danni di una zona protetta dall'elevatissimo valore.

 

A COSA SERVIREBBE QUESTO IMPIANTO?

Questo impianto avrebbe la sua raison d’être, oltre che nel periodo invernale, (…) “al fine di soddisfare la consistente domanda legata all’importante frequentazione durante la stagione calda nelle valli di Ayas e Gressoney” (Pag. 4, Capitolato d’appalto). Per quanto possa sembrare surreale, si vogliono proporre agli escursionisti e agli amanti della montagna “estiva” cantieri, sbancamenti, nonché la devastazione dell’ultimo angolo ancora totalmente privo di strade o infrastrutture dell’intera Val d’Ayas.

Un ottimo progetto di marketing per la stagione estiva, che richiederà un immenso greenwashing per il ripristino di un’immagine “verde”, naturale, della Val d’Ayas e della Valle d’Aosta. 

COME SIAMO ARRIVATI FIN QUI?

La società Monterosa S.p.A. ha indetto questo bando a buon titolo, in ottemperanza di quanto imposto dal DEFR 2020-2022, approvato il 30 gennaio 2020. Ma questo è stato solo l’ultimo passaggio. Il Capitolato riassume esplicitamente la genesi di questo progetto, dallo “Studio urbanistico ambientale” commissionato dal Comune di Valtournenche nel 2015, alla Relazione dell’Assessorato Turismo, Sport, Commercio e Trasporti del 2017, alla creazione del “Gruppo di lavoro” avvenuta in data 16 ottobre 2019 da parte del Presidente Antonio Fosson e degli Assessori Bertschy, Chatrian, Testolin e Viérin, fino all’approvazione del DEFR 2020-2022 che, grazie al voto decisivo del partito Rete Civica ha imposto di “Valutare la realizzabilità del collegamento tra i comprensori di Cervinia e Monterosa”.

Proprio da quest’ultimo passaggio deriva il presente bando per lo studio di fattibilità, vera anticamera della devastazione del Vallone. Tale consecutio è ribadita chiaramente e precisamente anche nel Disciplinare di gara, a pagina 1.

STIAMO PARLANDO DI RES NULLIUS, O DI PROPRIETÀ PRIVATE? SI RICORRERÀ ANCHE ALL'ESPROPRIO?

Buona parte del percorso del futuro impianto transita su terreni di proprietà privata. La realizzazione dell’impianto sarà quindi probabilmente accompagnata da espropri: (…) “La restante parte delle aree insiste prevalentemente su terreni di proprietà privata di terzi. Sarà necessario stringere accordi privatistici con i proprietari ovvero attivare le procedure espropriative ammesse dalla L.R. 20/2008 capo III e dalle L.R. 9/1992 e 11/2014. Lo studio oggetto del presente capitolato deve individuare le particelle catastali interessate dalle opere in progetto, indicando, per ciascuna di esse, la parte di opera interessata” (Pag. 13, Capitolato d’appalto).

L’IMPIANTO PREVEDE UNA O PIÙ PISTE DA SCI?

Altroché: tramontate le più morigerate (sic) vedute degli anni scorsi, secondo il nuovo bando, l’impianto dovrà essere accompagnato da ben due nuove piste, di cui una proprio nell’area protetta del Vallone delle Cime Bianche.

(…) “Per quanto riguarda il collegamento invernale è necessario che gli sciatori possano percorrere in discesa la maggior parte dei percorsi e quindi è necessario realizzare la pista di discesa Alpe Ciarcerio - Frachey e possibilmente la pista che dal Colle inferiore delle Cime Bianche arriva alla stazione di Vardaz.” (Pag. 6, Capitolato d’appalto).

E ancora: (…) “lo sciatore che, in partenza da Cervinia, vorrà dirigersi verso il Monterosa Ski potrà raggiungere con gli impianti il Colle Superiore delle Cime Bianche in circa 30 minuti e da li, se sarà fattibile a seguito degli approfondimenti progettuali, con gli sci la località di Vardaz per poi scendere con la telecabina fino a Frachey dopo circa 10 minuti di viaggio” (Pag. 9, Capitolato d’appalto).

Inoltre: (…) “Il progetto deve approfondire il percorso sciistico per raggiungere la località Vardaz dalla località Plan Sommetta: tale percorso dovrà limitare al minimo indispensabile attività di allargamento, spietramento, inerbimento, livellamento, ecc.
 Non è da prevedersi un sistema di innevamento programmato” (Pag. 12, ibid.).

IL NUOVO BANDO CONCORDA CON QUANTO RILEVATO E SUGGERITO, NEL 2015, DAL FAMOSO “MASTERPLAN”?

No. Secondo il Capitolato, il cosiddetto Masterplan del 2015 indicava (…) “una linea composta da due tronchi, servita nel primo da una Telecabina, che partendo da Frachey giunge sino a quella che è stata definita zona intermedia e nel secondo da un impianto 3 S che dalla zona intermedia giunge sino al Colle Superiore delle 
Cime Bianche. Tale Masterplan, con gli impianti descritti, non permette il collegamento estivo delle località.” (Pag. 6, Capitolato d’appalto).

Invece, il Gruppo di lavoro istituito nel 2019 ha invece (…) “stabilito che la scelta migliore è quella di un collegamento realizzato con 4 telecabine da 10 posti per unire la partenza della funicolare diretta all’Alpe Ciarcerio, in località Frachey della Val d’Ayas, con la partenza della funivia per il Plateau Rosa, in località Laghi Cime Bianche della Valtournenche” (Pag. 7, Capitolato d’appalto).

Il Capitolato precisa inoltre che questo impianto (…) “consente all’utente in partenza dalla Val d’Ayas (Frachey) di poter sciare nel comprensorio Cervino Ski Paradise dopo circa 30 minuti di viaggio e raggiungere il Plateau Rosa e il Piccolo Cervino dopo rispettivamente 50 e 60 minuti”
 (Pag. 7, Capitolato d’appalto).

E QUINDI, COME DOVREBBE ESSERE QUESTO NUOVO IMPIANTO?

Il Capitolato descrive il nuovo impianto in questi termini, e con queste numerose stazioni:

(…) “Partendo dalla Valle d’Ayas il I tronco avrà la stazione di partenza a Frachey (1.648 m), nel piazzale antistante la funicolare Frachey – Alpe Ciarcerio, mentre la stazione di arrivo verrà collocata su un ripiano in prossimità dell’Alpe Vardaz (2.330 m circa) dopo un tragitto di circa 3.160 m.

Il II tronco dall’Alpe Vardaz salirà fino in località Plan Sometta (2.865 m circa) dopo aver percorso il vallone di Courthoud per una lunghezza di circa 4.260 m.


Il III tronco da Plan Sometta salirà fino al Colle Superiore delle Cime Bianche (3.100 m) dopo un tragitto di circa 1.225 m. Tale impianto garantirà la ripetitività delle piste di sci afferenti all’attuale sciovia Gran Sometta.

Il IV tronco, avente lunghezza di circa 1.500 m, dal Colle Sup. Cime Bianche scenderà fino in loc. Laghi Cime Bianche (2.816 m), alla partenza della funivia per il Plateau Rosa e all’arrivo della telecabina KC16 Plan Maison-Laghi C.B. che sale da Cervinia. Anche questo impianto serve piste di sci che permettono il ricircolo degli sciatori.”

QUINDI SI PARLA DI CABINE, NON DI UN IMPIANTO 3S?

Esatto. Il Capitolato ammette che la scelta delle telecabine è stata dettata da una logica di contenimento dei costi, malgrado comporti un numero molto elevato di piloni:

(…) “Il tragitto delle linee individuate attraversa zone soggette a modesti, se non addirittura inesistenti rischi idrogeologici (frane, esondazioni, ...) e di tipo valanghivo, condizione che consente quindi il posizionamento di impianti di tipo telecabina. Tale impianto, rispetto alla soluzione costituita dal 3S, consente un notevole risparmio di costi nella fase di costruzione, pur avendo un comportamento al vento meno efficace e un maggior numero di sostegni da collocare sul terreno”
 (Pag. 8, Capitolato d’appalto).

PARLIAMO QUINDI DI QUATTRO IMPIANTI, GIUSTO?

Esatto. Parliamo di ben quattro nuovi impianti a telecabina: Frachey-Alpe Varda, Alpe Varda-Plan Sometta, Plan Sometta-Colle Superiore, Colle Superiore-Laghi delle Cime Bianche.

(…) “La soluzione individuata prevede pertanto l’utilizzo di 4 telecabine con veicoli a 10 posti, aventi una velocita massima di esercizio pari a 6,0 m/s. I 4 impianti saranno fra loro interconnessi in modo da consentire ai passeggeri di raggiungere le stazioni estreme (Frachey/Laghi Cime bianche) senza dover trasbordare nelle stazioni intermedie” (Pag. 9, Capitolato d’appalto).

Questi quattro impianti dovranno essere inoltre accompagnati dagli appositi depositi per i veicoli, ovvero delle cabine, da costruirsi a Frachey, Plan Sometta e al Colle Superiore delle Cime Bianche (Pag. 10, Capitolato d’appalto). Inoltre, si prevede la costruzione di (…) “nuove cabine elettriche a servizio degli impianti funiviari nonché le cabine stesse laddove se ne renda necessaria la realizzazione.” (Pag. 11, Capitolato d’appalto).

Ognuna delle stazioni sarà ben fornita: (…) “In ogni stazione di collegamento e nelle stazioni terminali è prevista l’installazione di gruppi elettrogeni e dei relativi depositi di carburante per il funzionamento di riserva in caso di mancanza dell’alimentazione principale (sorgenti di energia interna).
 Il dimensionamento degli impianti e delle sorgenti di energia interna deve essere tale da permettere l’esercizio a pari velocità e metà carico garantendo al contempo l’avviamento a pieno carico con accelerazione superiore al 50% di quella con l’azionamento principale. Il dimensionamento dei depositi di carburante deve essere tale da permettere l’esercizio per almeno 60 ore in autonomia” (Pag. 11, ibid.).

Le stazioni dovranno anche contenere servizi igienici, e provvedere al relativo smaltimento dei rifiuti, nonché alla rete fognaria.

COME FAREBBE, QUESTO IMPIANTO, A SUPERARE IL “GRADINO” TRA SAINT-JACQUES E IL PIANORO DI VARDA?

I primi due tronchi dell’impianto, compresi tra Frachey e Plan Sometta, (…) “si sviluppano in terreno impervio e risultano per la maggior parte irraggiungibili da normali mezzi meccanici” (Pag. 9). Quindi, oltre a un “sentiero di soccorso”, il Capitolato impone di valutare la “necessità di opere di difesa” per proteggere i piloni e garantire l’eventuale evacuazione dei passeggeri in questi tratti (Pag. 10).

Non un cenno, per ora, alla bellezza dei lariceti che caratterizzano questa zona, al disboscamento e agli altri orrori che sarebbero necessari per proteggere i piloni e approntare un percorso di fuga.

C’É ALTRO IN PROGRAMMA?

Certamente. Il Capitolato richiede ad esempio l’installazione di centraline di rilevamento nel Vallone, per misurare la forza del vento: (…) “Le linee degli impianti percorrono zone fortemente esposte al vento anche trasversale. Lo studio oggetto del presente capitolato deve approfondire la tematica del vento (velocità media, velocità massima, direzione prevalente, periodi dell’anno...) preferibilmente mediante dati raccolti direttamente in campo attraverso centraline di rilevazione” (Pag. 10, Capitolato d'appalto).

SI RICONOSCONO CRITICITÀ?

Eccome. Il Capitolato cita numerose e importanti “interferenze”, ad esempio a pagina 10: (…) “La linea del I tronco lambisce alcuni fabbricati esistenti in particolare Rovinal alla progressiva 600 m circa e Les Droles alla progressiva 850 m circa. La linea del I presenta tratti a forte pendenza trasversale in particolare nei pressi della stazione di Vardaz” (Pag. 14).

Il Capitolato impone anche un’indagine archeologica: (…) “In relazione agli aspetti archeologici preliminari si evidenzia che lo studio oggetto del presente capitolato deve svolgere una verifica di tipo archeologico ai sensi del comma 3 dell’art. 40 del PTP (Piano Territoriale Paesistico della Valle d’Aosta).”

Non solo. Il Capitolato impone anche la valutazione di svariati “ambiti inedificabili” quali aree boscate, zone umide e laghi, ambienti esposti a frane, inondazioni, valanghe o slavine (Pag. 14). Inoltre, impone di valutare la sovrapposizione con “Siti di importanza comunitaria (SIC) e zone di protezione speciale (ZPS)”, nello specific “SIC – ZPS - Habitat Natura 2000 – Habitat” (Pag. 15). S’impone inoltre la valutazione dell’impatto minimo su atmosfera, suolo, acque, vegetazione, fauna, paesaggio, viabilità e occupazione diretta.

GIUSTO, LA ZPS/ZSC “AMBIENTI GLACIALI DEL GRUPPO DEL MONTE ROSA”. É CITATA DAL BANDO?

Eccome, e in svariati punti. Il Capitolato tratta diffusamente della sovrapposizione del possibile impianto con la zona protetta, il sito IT1204220, vera spina nel fianco di qualsiasi progetto ai danni del Vallone delle Cime Bianche. Peraltro, questo problema era stato ampiamente riconosciuto anche dal "Masterplan" del 2015.

(…) Il progetto di collegamento intervallivo interessa il sito Natura 2000 IT1204220 “Ambienti glaciali del gruppo del Monte Rosa” classificato come Zona speciale di conservazione (ZSC) e Zona di protezione speciale (ZPS). Sulla base delle normative di riferimento (Direttiva 92/43/CEE, Direttiva 147/2009/CE, DPR 357/1997, L.R. 8/2007), qualsiasi programma, piano, progetto, intervento o attività interessi un sito Natura 2000, deve essere sottoposto alla procedura di valutazione di incidenza. Per il progetto in questione, la relazione del gruppo di Coordinatori regionali, istituito con DGR 513/2019, ha previsto, nelle fasi preliminari di studio, l’elaborazione di uno studio propedeutico alla relazione di incidenza.


Lo studio oggetto del presente capitolato deve consistere in un progetto preliminare, o di fattibilità, che dovrà essere sottoposto a VAS. Considerato che, nel caso in questione, la normativa prevede che il rapporto ambientale predisposto per la VAS contenga, in modo ben individuabile, lo studio di Incidenza, al fine di ottimizzare le risorse finanziarie ed umane, si richiede che il sopra citato studio propedeutico alla relazione di incidenza, assuma il significato e il contenuto dello studio di Incidenza previsto nella procedura di VAS. In tal modo, lo studio di Incidenza prenderà già in considerazione tutti i possibili impatti a carico di habitat e specie tutelate, individuando, eventualmente, possibili alternative progettuali meno impattanti. Inoltre, il parere rilasciato nell’ambito della VAS, assumendo in sé anche la valutazione di incidenza, permetterà di meglio indirizzare le fasi successive di progettazione, per meglio dettagliare le misure di mitigazione o, se necessarie, eventuali compensazioni” (Pag. 19).

Il Capitolato d’appalto impone specificamente la “Individuazione degli effetti del progetto sul sito Natura 2000 mediante sovrapposizione delle informazioni progettuali con i dati raccolti sul sito stesso” (Pag. 21). La presenza e sovrapposizione del sito IT1204220 è riconosciuta peraltro, sin dalla prima pagina, anche dal Disciplinare di gara.

OLTRE LA ZPS/ZSC: L’IMPATTO ACUSTICO.

Non c’è solo la ZPS: lo studio di fattibilità dovrà includere anche una valutazione dell’impatto acustico del nuovo impianto e della sovrapposizione di questo impatto con altre fonti di rumore, quali quello prodotto dall’eliski.

(…) “Praticamente tutto il tracciato – escluse le stazioni di partenza, intermedia e di arrivo – insiste in zona di classe I (Aree particolarmente protette) e pertanto saranno da valutare attentamente le interferenze e l'impatto acustico e gli interventi per ridurne/moderarne gli effetti sia in fase di realizzazione delle opere che durante il funzionamento dell'impianto. Valutazione delle sovrapposizioni ed interferenze acustiche dei luoghi con riferimento alla pratica dell'eliski nel periodo di svolgimento dell'attività (funzionamento dell'impianto). L'analisi dovrà considerare sia le rotte di volo che le aree di trasbordo dei passeggeri e/o di stazionamento temporaneo degli utenti dell'impianto” (Pag. 22, Capitolato d’appalto).

QUALI SONO LE FIGURE CHE DOVRANNO STILARE LO STUDIO DI FATTIBILITÀ, IN BASE AL BANDO?

Il Gruppo di lavoro incaricato della stesura di questo studio di fattibilità viene così descritto:

(…) “essendo l’opera prevista all’interno di una ZSC e ZPS, il gruppo dovrà essere multidisciplinare e prevedere, accanto alle figure professionali responsabili degli aspetti progettuali tecnici, esperti nel settore faunistico e botanico per l’analisi del grado e dello stato di conservazione di habitat e specie, degli obiettivi di conservazione del sito nonché per la valutazione delle interferenze generate dal progetto” (Pag. 21). Queste figure sono anche precisate dal Disciplinare di gara (Pag. 6).

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