Emergenza: chi, cosa, come

La montagna presenta un ambiente naturale che, senza volerlo esageratamente definire "ostile alla vita umana", può causare contrattempi o veri e propri incidenti. Per le sue peculiarità -terreni spesso accidentati, barriere naturali, frequenti interferenze con la ricezione dei telefoni cellulari..-, purtroppo, molto spesso la gravità dell'incidente viene acuita dalle difficoltà di portare soccorso ai malcapitati. Appare quindi importante apprendere qualche semplice regola da applicare nel malaugurato caso di un incidente, per evitare che questo possa portare a conseguenze ancora peggiori. Chi scrive è caduto sopra al Grande Ghiacciaio di Verra, nell'agosto 2003, ma fortunatamente non si sono verificate situazioni potenzialmente più pericolose: come ho detto, la conoscenza di poche regole di comportamento e la loro stretta osservanza bastano, nella maggioranza dei casi, a cavarsela. In bocca al lupo.. E ricordate, mai affrontare percorsi lunghi o potenzialmente pericolosi da soli. Occorre informare sempre qualcuno che possa dare l'allarme in caso di mancato rientro e, più genericamente, acquistare un kit di pronto soccorso tipo Deuter e similari. Inoltre, in montagna, il telefono cellulare non è uno status- symbol, ma un obbligo, così come la solidarietà nei confronti degli altri escursionisti. In TUTTI i casi.

Innanzitutto, un breve salto nell'ovvietà: emergenza implica una situazione di reale pericolo, basata su una reale gravità, che tutti riconoscerebbero come tale. Sembra un discorso altamente stupido, ma non è così: molto spesso si incontrano scriteriati che confondono la loro personalissima fretta, per quanto indubbiamente legittima, con l'emergenza vera e propria. Oppure, ancora, persone poco adatte ai luoghi che stanno attraversando che trovano normale richiamare l'attenzione di escursionisti distanti centinaia di metri (di quota!) con schiamazzi, fischi e urli assortiti.. La casistica degli imbecilli, purtroppo, è infinita. Si parte dalle madri troppo apprensive che si mettono ad urlare Aiuto! non appena i figli prendono il largo, fino agli incapaci che si attaccano ad un cellulare chiamando i Carabinieri o il Soccorso Alpino per un improvviso "malore", in realtà il primo crampo della loro carriera di alpinisti.

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Confondere l'emergenza con simili banalità è stupido, immorale ed irrispettoso. Stupido perché in montagna non si gioca: chi vuole giocare all'allarmista può restarsene in città. Immorale perché gli eventuali soccorsi chiamati per un nonnulla possono benissimo non arrivare in tempo a soccorrere qualcuno veramente nei guai. Irrispettoso perché è da grandi maleducati, parlo per esperienza!, far tornare indietro più persone per motivi ridicoli: in montagna ogni passo è un sacrificio, chi li fa sprecare alle altre persone non è altro che un egoista ed un maleducato. Il Soccorso Alpino merita il rispetto più grande ed incondizionato. Stiamo parlando di grandi professionisti che ogni anno salvano centinaia di infortunati nelle valli o sotto le valanghe, di alpinisti, sciatori e rocciatori provetti che scalano i crepacci più insidiosi per raggiungere i feriti: queste persone non devono essere distolte dal loro lavoro per motivi di scarsa importanza, perché se normalmente sprecare il proprio tempo è male, nel loro caso è un vero e proprio delitto. E' sufficiente provare ad immaginarsi feriti in alta quota, storditi e doloranti, unicamente concentrati sulla voce distorta che sentiamo al cellulare, per comprendere questo semplice assioma: non chiamate soccorso se non ne avete veramente bisogno! A questo punto, quando occorre invece chiamare i soccorsi? Le situazioni possibili sono numerose. Innanzitutto, in caso di incidente: una caduta, una botta, una frana, una slavina.. Poi, in caso di difficoltà, quali ad esempio la permanenza su una parete rocciosa con il maltempo in arrivo, ed in caso di smarrimento. Cosa fare in una situazione del genere, o comunque similare? Innanzitutto, calma: la paura e la fretta, se combinate, possono risultare catastrofiche. La prima cosa da fare è porsi in salvo, o porre in salvo l'escursionista incidentato: in altre parole, evitare che possa essere soggetto ad ulteriori incidenti, quali altre frane etc.

La seconda cosa da fare è occuparsi del ferito, verificandone la condizione. Nota importante: chi non ha esperienza di pronto soccorso deve astenersi dal praticare soluzioni di comodo ed aspettare l'arrivo dei professionisti! Solo nei film gli inesperti riescono a salvare una vita umana con qualche attrezzo di fortuna e tanta buona volontà: si rischia solo di fare più danni e di aggravare le condizioni del ferito. Terzo, i soccorsi: si devono chiamare immediatamente con un telefono cellulare o con una radio. Nel caso in cui non ci sia campo per il telefono, si dovrà informare il ferito sulle proprie intenzioni, verificandone ancora le condizioni di sicurezza e stabilità, per poi correre a cercare soccorso il più velocemente possibile. La chiamata di emergenza dovrà essere calma e precisa, contenendo l'esatta posizione vostra e del ferito, il numero degli infortunati e le loro condizioni etc.; non dimenticate di fornire i vostri dati anagrafici (nome e cognome) ed il numero di cellulare vostro e del ferito.

All'arrivo dei soccorsi, dovrete disporvi con le braccia sollevate a formare una "Y" ("Yes"), in caso di effettiva richiesta d'intervento. I numeri da chiamare in caso di emergenza sono i seguenti:

- 118
- 0165.238222, Protezione Civile
In territorio francese, 112 (appel d’urgence)e 17 (gendarmerie) +33(0)450531689 (P.G.H.M.)
Frequenza radio in caso di emergenza: 161.300

In caso di chiamata di soccorso, qualora sia necessario attirare l'attenzione dei soccorritori, occorre emettere SEI richiami acustici o ottici al minuto, cioè uno ogni dieci secondi, con un minuto di INTERVALLO. Per rispondere adeguatamente ad una chiamata di soccorso, occorre invece emettere TRE segnali acustici o ottici al minuto, ovvero uno ogni venti secondi, con un minuto di INTERVALLO.  


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Ecco invece una breve lista di farmaci da portare sempre con sè, unitamente a guanti di lattice, lacci emostatici, garze sterili e cerotti, cotone idrofilo, forbicine, bende elastiche e non, in un contenitore ermetico: (vedi Nota sottostante)

Farmaci antipiretici: servono in caso di forti dolori muscolari ed articolari, o in caso di febbre. Sono ad esempio l'Aspirina 500 forte o la Tachipirina.  

Farmaci antistaminici: servono in caso di crisi allergeniche e punture di insetti, e sono ad esempio il Teldan forte o il Tricudan forte.  

Farmaci antispastici: servono in caso di dolori addominali o coliche renali, e sono ad esempio il Buscopan o il Ricaten.  

Antimal di montagna: sono farmaci che servono in caso di edemi polmonari, come il Diamox o l'Adalat.  

Farmaci antidiarroici: servono in caso di dissenteria, e sono ad esempio l'Imodium o il Dissenten.  

Farmaci antiemetici: servono in caso di nausee e vomito, e sono ad esempio il Plasil o il Clopan.  

Farmaci antiacidi: servono in caso di dolori addominali gastrici o di ulcera, e sono ad esempio il Randil e lo Zantac.  

Disinfettante: va benissimo il Betadine o la Clorazina.

(Fonte: Opuscolo informativo CAI Verrès 2004, pagina 30)  

Nota importante: tutti questi farmaci devono essere somministrati con perizia, rispettandone le dosi consigliate e le modalità d'impiego. In caso di dubbio, si ricorda che è sempre meglio lasciar fare agli esperti. La citazione suddetta vuole semplicemente porsi come esempio di cosa sia necessario portare in montagna, in caso di necessità. NON DEVE CONSIDERARSI PARERE MEDICO O SPECIALISTICO, né deve esserle attribuito alcun valore prescrittivo. 

L'autore del sito declina ogni responsabilità per incidenti derivati dall'uso inconsapevole di farmaci, medicinali e tecniche di soccorso. Si ricorda che, in ogni caso, è sempre meglio ricorrere al consiglio e supporto di personale esperto.

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