Tête de Cou

 

Situata a 1468 metri e N45 37.484 E7 45.392, la Tête de Cou si presenta come una bella e tondeggiante sommità prativa, estremamente panoramica sulla zona dell’Avic e sulle vette di Champorcher, posta a guardia della zona di Hône, Bard e Donnas, al confine meridionale della Comunità Montana Evançon, là dove inizia la Comunità Montana Mont-Rose. Questo privilegiato e rinomato balcone panoramico, in passato, venne inoltre utilizzato per scopi militari come si evince dai resti di antiche fortificazioni, d’epoca napoleonica e precedente, visibili alle sue spalle e nei boschi sottostanti. La salita a questa sommità regala le emozioni di un'escursione lontana dalle rotte più canoniche, oltre ad un prezioso colpo d'occhio orientativo verso vette e valichi importanti; la prosecuzione fino al soprastante Colle Finestra permette la discesa nel sottostante e bellissimo Vallone di Nantay.

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Tête de Cou. Gli itinerari di salita

Si può salire da Albard de Bard (650 metri), in circa due ore, su sentiero a tratti dissestato e recentemente risistemato, via alpi Fuma, 1273, e Verale, 1239 metri. Qui verrà invece illustrato l’itinerario che sale da Arnad, zona Moulin de Và (N45 38.190 E7 44.716, circa 600 metri), via Santuario di Machaby. Il dislivello è di circa 870 metri, la difficoltà E; una facile e bella escursione, adatta alle famiglie ed ai principianti, che richiede nominalmente tre ore. La zona sommitale è priva d'acqua ed alquanto umida d'estate.

Come per la vicina Courma di Machaby, la partenza avviene a Moulin de Và, ove si giunge seguendo la strada asfaltata che da Ville di Arnad risale il solco del Torrent de Và. Lasciata l’automobile nel piccolo spiazzo antistante l’inizio della bella ed ampia mulattiera per il santuario, oppure nel soprastante ed ampio parcheggio a tre livelli, si prende l'evidente ed ampia mulattiera ben segnalata da un cartello giallo della segnaletica (724 metri, 30 minuti, sentiero 4). Al parcheggio si nota un nuovo e grande pannello con cartografia, intitolato Arnad: Territorio e itinerari, che indica il segnavia numero 5 Moulin de Và-Col Fenetre in 3 ore e 10 minuti con difficoltà E. Purtroppo il pannello indica in modo errato la quota del Col Fenetre in 2182 metri.

Si supera il sottostante ed ampio ponte ligneo contraddistinto da un pannello che narra la storia del santuario e da un secondo cartello, “18 tonnellate”. La mulattiera in pietra sale con alcune curve fino al Santuario di Machaby, sul lato destro e sotto la strada. Continuando si giunge all’agriturismo Lo Dzerby, restaurato nel 2010 ed aperto nel mese di maggio 2013. Appena prima di entrare nel pittoresco villaggio di Machaby (733 m., N45 38.108 E7 44.730, fornito di acqua) si devia lungo la vecchia caserma proseguendo sulla carrabile, in piano. La strada, di origine militare e ben tenuta, sale con pendenza costante tra castagneti e faggeti, con occasionali querceti e scorci panoramici; non mancano alberi monumentali di inaspettate dimensioni. A 843 metri di quota si incontrano antichi ruderi nascosti nella penombra dei boschi: non si tratta di un normale alpeggio, bensì di un’autentica installazione militare, la “batteria Machaby”, con tanto di fortino e spesse, possenti casematte interrate. Secondo Reminescenze e vagabondaggi nella bassa Valle d'Aosta di Adolfo Colliard, Machaby ospitò per lungo tempo i bersaglieri, acquartierati nel complesso difensivo in chiave anti-francese che aveva il suo perno principale nel Forte di Bard; l'Autore ricordava l'invio ai colli di Cou, di Machaby e di Courtil di cannoni in bronzo da 87/B (in parte spediti in Libia nel biennio 1911-1912) e di nuovi cannoni Krupp da 149/A. Probabilmente, alcune di queste armi erano collocate presso la batteria; ormai perse, alcune strade definite localmente scorciatoie avevano facilitato la risalita dei pesantissimi pezzi e dei loro traini.

Ad occidente è visibile la Courma di Machaby. Segue l’alpe Bécrest, a pochi minuti di distanza sull’ampia mulattiera, bordata ora di betulle e castagni secolari: all’alpeggio incontriamo un grande e liscio masso interrato, decorato con l’incisione del nome ed una rosa dei venti. Dieci minuti più tardi la strada, ad un nuovo tornante, presenta invece un cartello giallo della segnaletica, per il Pilastro Lomasti (980 metri): si prosegue a sinistra restando sulla vecchia strada militare fino all’alpe Arbenaz (929 m.), recentemente restaurata da una cortesissima famiglia di Arnad e caratterizzata da una vecchia e semplice teleferica adibita al trasporto della legna. L’alpe, costruita su una roccia con tanto di piccola incisione a forma di stella, è posta in posizione estremamente panoramica verso il Monte dell'Aquila (2581, a nordest), nonché verso il contiguo Monte Crabun; la mulattiera prosegue, stavolta tra i faggi ed i querceti, con qualche segno rosso inerente alle zone boschive. Un ultimo tratto in semipiano porta al di fuori dei boschi, verso il paese di La Cou (1372), panoramico verso il Colle di Finestra (1673, ad oriente) e sulla prospiciente Croix Corma, ben nota meta più volte raggiunta da Varasc.it (1968). 

Anche qui vi è un valico, il Col de La Cou, dal quale si può discendere (via alpi Fuma, 1273, e Verale, 1239) su Albard de Bard; ma è verso occidente che ci si volge per arrivare in vetta alla Tête de Cou, che da qui pare un ampio rilievo privo di alberi, quasi un trampolino di lancio per le alte vette retrostanti. Tra il Colle e la vetta troviamo inoltre antichi alloggiamenti militari, ridotti ai muri a secco perimetrali ed ai davanzali e stipiti, in pietra, di porte e finestre; si tratta del vecchio Ricovero Capitano Mulloni. Su un masso, poco distante, sorge una piccola edicola in ricordo di una signora, scomparsa nel 2003. Poco oltre, i basamenti di due torrette d’osservazione guardano ancora i valloni ai piedi dell’altura; la vetta è molto ampia, con un basso e sbilenco parallelepipedo in pietra, e in primavera consente di ammirare stupende fioriture. La vista è eccezionale, in ogni direzione. A sud, la pianura e l’autostrada A5 con la Dora, il monte Gregorio ed il bellissimo Bec Renon, a sud-sudovest le Cime della Battaglia, la Cima Bonzé a SW e tutte le vette di Champorcher (ovest). Ad ovest-nordovest la Cima Piana, l’Avic, il Revic ed il Barbeston (nord-nordovest). A nord, il Col du Vert e la Punta Granlà, ad est-nordest il Monte dell'Aquila ed il Corno del Lago, il Monte Crabun. Ad est, il Monte Finestra, il Colle omonimo; a est-sudest, la Croix Corma, a sud-sudest il Mombarone, nelle Prealpi Biellesi.  

Tempistica

Ecco i dati registrati nel corso della salita di Varasc.it alla Courma di Machaby ed alla Tête de Cou, sabato 22 dicembre 2007. Superato Machaby alle 09.00, dopo la Courma, siamo giunti alle 09.18 all’alpe Bécrest, ad Arbenaz alle 09.30, alle 10.40 al paesino di Cou, e dieci minuti più tardi in vetta alla Tête. Ripartiti alle 12.35, siamo rientrati alle 14.15 al ponte che precede il parcheggio in località Moulin de Và.

La salita di sabato 15 maggio 2010 ha visto la partenza alle ore 07.55 da Moulin de Và, con arrivo alla Tête de Cou per le 09.35 e prosecuzione alla volta del Colle Finestra, ove siamo giunti alle 10.40. Ripartiti alle 11.55, abbiamo fatto ritorno al Santuario di Machaby per le 13.55.

Varasc.it è tornato alla Tête de Cou ed al Colle Finestra il 5 maggio 2013, partendo alle 8.10 da Arnad e giungendo al colle alle 11.10. La discesa, tra svariati temporali, ha richiesto un'ora e mezza, per un totale di circa 16 chilometri.

 

 

 

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