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Umberto Monterin, glaciologo ed esploratore

 

Insigne glaciologo, il professo Monterin (20 dicembre 1887- 04 gennaio 1940) contribuì grandemente alla scoperta ed alla conoscenza dell'ambiente geomorfologico e glaciologico della Val d'Ayas, e non solo. Originario di Ejola presso Gressoney, si laureò a Torino in Scienze Naturali e viaggiò a lungo, prevalentemente nel Sahara e nel Tibesti, occupandosi attivamente della struttura e dell'antica formazione delle Alpi. Nel 1919 ricevette la nomina di assistente presso l'Istituto di Geologia nell'Università di Torino. Con ben trentasette testi al suo attivo, Umberto Monterin fu segretario del Comitato Glaciologico Italiano dal 1931; tale Ente, nato nel 1895 come "Commissione Glaciologica Italiana", sorta di branca del Club Alpino, pubblicò il suo primo "Bollettino" nell'anno 1914, auspicando sin dai primordi la mutazione della Commissione in "(...) un più ampio Comitato Glaciologico Italiano". Curiosamente, in tale "Bollettino" non viene citato come membro Monterin, che pure vi scrisse un articolo. Il secondo bollettino, risalente al 1917, vide la definizione ufficiale di "Comitato Glaciologico Italiano", ai cui bollettini Monterin partecipò attivamente dal 1914 al 1940, membro ufficiale dal 1925, se non prima. Altro collega in tale Ente fu il professore Federico Sacco

Dal 1927, Monterin rivestì il ruolo di Redattore del Bollettino in rappresentanza della Reale Società Geografica Italiana. Umberto Monterin studiò anche la storia del popolo Walser. Sempre nel 1927 egli venne nominato Direttore dei regi osservatori geofisici del Monte Rosa, sottoposti all'Ufficio Centrale di Meteorologia ed Ecologia Agraria di Roma. In veste di responsabile, Monterin potenziò accuratamente l'Istituto "Angelo Mosso" (2901 metri, presso lo Stolemberg ed il Col d'Olen), inaugurato il 27 agosto 1907 in presenza di sua maestà la regina Margherita. Tale osservatorio divenne il primo tra tutte le similari strutture installate sul Rosa, alla Capanna Margherita sulla Punta Gnifetti, al Gabiet, ad Alagna. Nel 1932 ottenne inoltre la docenza in Geografia alpina a Torino, unitamente a svariati corsi di Geografia fisica. Nel 1933 la Reale Accademia delle Scienze di Torino lo nominò Socio corrispondente nella Classe di Scienze matematiche, fisiche e naturali. Nel 1934 viaggiò in Cirenaica e nella Libia, nel 1938 vinse un concorso per la Cattedra di Geografia a Messina ed a Palermo, ormai però minato nella salute; sarebbe deceduto solamente due anni più tardi, cinquantenne. Votato alla glaciologia, ovvero allo studio, osservazione e classificazione delle masse glaciali, il professore Monterin pubblicò articoli e testi (1927- 1940, anno della sua scomparsa) di grande profondità scientifica ed importanza ancora attuale, gettando le basi per la moderna conoscenza scientifica della materia e del territorio alpino. La guerra e la morte dell'illustre studioso posero temporaneamente fine al lavoro presso il Col d'Olen, opera tuttavia ripresa dal 1950 grazie al figlio Willy, che la portò avanti fino al 1966. Umberto Monterin è ricordato per numerosi saggi ed articoli scientifici, tra cui la 'Bibliografia glaciologica', ereditata successivamente da Carlo F. Capello e, dopo il 1941, da Manfredo Vanni. Per quanto concerne Ayas, i suoi studi hanno approfondito la tematica geomorfologica della valle, dei suoi laghi, degli antichi ghiacciai che ne plasmarono la forma; alcuni esempi del suo decennale lavoro sono citati nelle Recensioni di Varasc.it. Tra di essi, ricordiamo:

"Sulla geomorfologia dell'alta Valle di Ayas"

"Variazioni periodiche dei ghiacciai italiani nel 1933- XI"

"I Laghi dell'alta Valle di Ayas"

"Fenomeni carsici nei calcemicascisti della 'Zona delle pietre verdi' (Alta Valle di Gressoney)"

“Osservazioni sui Ghiacciai del Gruppo del Monte Rosa nel versante d’Ayas e di Gressoney”

"Umberto Monterin, 1887- 1938. Cenni commemorativi", Federico Sacco

"In ricordo. Croci, lapidi e processioni tra i monti di Gressoney- La- Trinité", Gabriella Mània

"La montagna di ghiaccio. Storia dei ghiacciai italiani del Monte Rosa", AA.VV.

I dati scientifici e le osservazioni naturalistiche contenute in tali opere sono state vagliate ed integrate nelle relative pagine del sito, per una migliore e più completa offerta testuale e contenutistica al pubblico. Va infine ricordato il lungo impegno del Monterin, originario a sua volta di una zona alpina, contro il triste fenomeno dello spopolamento delle montagne italiane.

Aggiornamento del 25 novembre 2008 

Su cortese segnalazione del signor Luciano Cosmo, si riporta la storia dell’esplorazione svolta dall’Emeri Club nel massiccio libico del Jebel Uweinat, avvenuta nel gennaio del 2008. Nel corso di tale esplorazione del deserto meridionale libico, al confine tra Egitto e Sudan, l’Emeri Club ha salito la vetta del Monte Bagnold (1850 m.), definita nel 1933 “Cima Mussolini” dalla cartografia IGM. Umberto Monterin ed una guida dell’etnia Tebu scalarono per primi questa cima un anno dopo la pubblicazione della carta del capitano Oreste Marchesi, nel 1934. Il gruppo esplorativo si conferma così sulle tracce libiche dello scienziato di Ejola, dopo la riscoperta, nel 2006, di una grotta precedentemente visitata nel 1934 dal Monterin. A questa pagina si trova una affascinante dissertazione su Monterin, completa di citazioni dell’Autore, http://www.deserts.it/Auenat/Biografia.html. Un importante tratto biografico di Umberto Monterin è offerto anche dalla sopra citata opera di Gabriella Mània, recensita da Varasc.it nell'agosto 2009. 

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Questa pagina vuole essere una breve sintesi della vita e delle tante opere di un così illustre uomo di scienza, un piccolo ma doveroso tributo alla passione ed al lavoro di chi ha gettato le basi della cultura scientifica, fisica, glaciologica, geologica, naturalistica concernente Ayas e le nostre montagne.

 

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