Colle Portola

 

Punto indispensabile per l'arrivo al Monte Tantané ed al monte Zerbion (ma non al Picco Belin), il colle Portola è un profondo ed ombroso intaglio posto a 2410 metri di quota, N45 47.967 E7 39.561. E' una delle aperture lungo la dorsale tra Ayas e Valtournanche, prossima al successivo e meno frequentato Colle Tantané. Si tratta di un passo importante verso i comuni di Châtillon e Saint-Vincent. Si tratta di un breve e profondo intaglio nell'altrimenti ampia ed uniforme cresta intervalliva. Al Colle Portola possiamo trovare, geologicamente parlando, alternanze tra prasiniti e calcescisti: le prime hanno colore verde chiaro con cristalli bianchi di albite, i secondi sono rocce friabili, composte da calcite e da diverse quantità di clorite, albite, miche e quarzo. Nel 1928 l'Abbé Louis Bonin, nella rara opera "Vallée de Challand. Brusson - Guide et Folk- Lore", definì il valico Portula, (...) parce qu'il rassemble à une petite porte ouverte dans la montagne. 

Nel 1899, l'abbé Amé Gorret e Giovanni Varale descrissero il Colle Portola nell'opera Guida illustrata della Valle di Challant o d'Ayas. La strada al Colle di Portola esce a ponente di Antagnod e si dirige in dolce salita, alquanto a sinistra, fino alla cappella di Barmaz, meta di sagre e di pellegrinaggi, presso alla quale sgorga una fontana d'ottima acqua; di là si sale per la foresta. L'ultimo tratto della salita per smosse roccie e zolle, è assai ripido, ma ciò nondimeno, le cavalcature vi possono accedere. Si giunge alla sommità del colle per una spaccatura della montagna, aperta tra il Zerbion e il Tantané, sì che par debbasi passare per una piccola porta, e da ciò vuolsi derivi il nome di Portola.

Nel 1962, La Valle del Cervino di Francesco Cavazzaro descrisse questo valico: E' l'ultimo ed il più meridionale dei passaggi tra la Valtornenza e la val d'Ayas. Punto panoramico ottimo, sia sul Cervino, quanto sul Gran Combin, il M. Bianco ed il M. Rosa.

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Arrivo al Colle Portola

Occorre prestare attenzione ai punti in cui il fondo è in pendenza, o umido: questo perché, oltre che sabbioso, sarà generalmente ricoperto da infide scaglie di pietra e piccoli sassi. La vegetazione non offre appigli, essendo composta in questo breve tratto da bassi cespugli di rododendro: si sono già verificate cadute fatali, che però hanno naturalmente portato ad una successiva manutenzione del sentiero, con l'adozione di scalini intagliati nella roccia. Non vi è tuttavia alcun pericolo eccessivo, a condizione di ponderare bene i propri passi e di mantenere un buon equilibrio: appare doveroso aiutarsi con una racchetta da montagna, o con un normale bastone. Nel luglio 2008 si sono osservati nuovi gradini, scavati nella roccia, a poca distanza e sotto il Colle Portola. Il percorso di salita al valico ed ai monti Zerbion e Tantané è rimasto invariato fino all'estate 2013.

In periodo invernale o post-invernale, nevai residui e ghiaccio possono comunque complicare l'ascensione al colle. Oltre a questi brevi appunti che non devono assolutamente allarmare!, resta da descrivere la singolare posizione del colle: una volta superato il tratto di cui parlavo sopra, vi troverete letteralmente immersi in una insospettabile galleria del vento. Considerando che il panorama offerto è duplice, e valutando la soddisfazione di aver raggiunto finalmente la cresta, il colle Portola rappresenta un "passo" davvero notevole: è alla portata di tutti, come testimoniato dalle migliaia di escursionisti di ogni età che tutti gli anni salgono al monte Zerbion. L'itinerario per raggiungere il Portola è semplice: si sale da Barmasc, oltre Antagnod, con il sentiero numero 2-intervallivo 105 che porta prima a Pian delle Dame, poi al bellissimo Pian Portola, sottostante al colle, proseguendo fino al Monte Zerbion in 2.45 ore (3.10 secondo le nuove paline installate ad inizio percorso). Due parole su questo pianoro: in esso si trova un largo masso, piatto, che viene definito "coppellato" a causa delle dieci, antiche buche scavate sulla sua superficie. 

La sua storia affonda le radici in antichissimi riti che un tempo si svolgevano alle pendici dello Zerbion ed è accennata nel volume Barmasc. Matrici precristiane nei riti di immersione di Alina Piazza.  

 

 

 

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