Le mulattiere del basso Vallone di Dondeuil

 

Il Vallone di Dondeuil, chiuso nella sua parte superiore dal Colle omonimo o Passo di Munes (2338 metri) e circondato da vette poderose quali la Becca Torché, la Becca Chalex, il Corno del Lago, il Monte dell’Aquila, cela insospettabili tesori di architettura contadina e vita alpestre. Concentrati in particolare nella sua parte inferiore – apparentemente inaccessibile, difesa dalle erte gole boscose del torrente Roesa – e nell’imboccatura occidentale, ove sale la strada proveniente da Isollaz, piccoli alpeggi e remoti villaggi si coniugano alla visione di una natura fiorente, remota, quasi selvaggia. Alcune antiche mulattiere consentono di addentrarsi in questo mondo remoto e dimenticato, ove l’attività umana, ormai, si limita alla pastorizia estiva. Si tratta di percorsi generalmente indicati ai soli escursionisti allenati e capaci di usare cartografia, bussola ed informazioni in modo esperto, in assenza di segnaletica e, soprattutto, in presenza di una vegetazione invasiva. Alcuni percorsi, uniti in un caratteristico giro ad anello, sono descriti nell’opera Le Valli del Monte Rosa di Luca Zavatta. Qui verrà invece offerta una variante studiata per unire una salita iniziale su mulattiera ad un tratto su strada asfaltata, facilmente identificabile e percorribile in ogni stagione, proseguendo su mulattiera alla volta dell’alpe Provèche e tornando ad Isollaz – alla Torre di Bonod, per l’esattezza – su mulattiera. Simili percorsi, e le conseguenti annotazioni, permettono di conoscere meglio le zone più impervie della terra ayassina, notandone i mutamenti, riportando gli eventuali errori della cartografia. 

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La partenza avviene ad Isollaz (658 m.), frazione di Challand- Saint- Victor. Il dislivello del primo tratto di percorso è calcolabile in 764 metri fino a Fontaney. Da qui si discende per 107 metri fino a Mazu, proseguendo fino a Provèche (1372), con dislivello di 57 metri. Il dislivello nominale totale, quindi, è di 714 metri, con ovvie contropendenze.

Dalla antica e solitaria Torre di Bonod o Bonot, posta a 744 m. ed a N45 41.131 E7 43.017 ai piedi dell’ingresso del vallone, si procede verso SE sulla strada asfaltata che risale fino al lontano tramail soprastante l’alpe Dondeuil, ai piedi del colle. Poco oltre la torre, la strada compie una decisa curva verso nord, dando vita ad un lungo rettilineo boscoso che, nel giugno 2008, era teatro di lavori di sterro. A pochi minuti dalla curva, sul lato destro, il bosco si apre rivelando l’accesso di una mulattiera, caratterizzata da una freccia gialla su una delle prime pietre di pavimentazione; l’ingresso, nel periodo estivo, è visibile solo da pochi metri di distanza, per chi sale. Si sale agevolmente tra castagni e rovelle, fino ad incontrare – a partire dagli 834 m. – un lungo e basso muretto a secco, alla propria destra. Questa prima parte di percorso è ricca di segni gialli e facile da seguire, anche nei periodi di massima espansione della vegetazione. Ad un primo tratto in direzione nordorientale segue una lunga serie di piccole curve, a zigzag. A 907 m. si incrocia un tratturo che si estende in direzione nord – sud, con una bassa struttura in cemento, affondata nel pendio e sovrastata da una ringhiera verde, alla sinistra di chi sale. La mulattiera prosegue appena oltre il tratturo, verso est, presentando un bivio a quota 969: una deviazione sulla destra. Restando sul tracciato principale, a sinistra, si trova una antica croce lignea, posta a 985 m. dopo una curva, risalente al 1956 e posta a sinistra della mulattiera. Poco oltre i 1000 metri di quota, la mulattiera procede verso sudest, con muretti. La direzione è ora meridionale, risalendo brevemente fin sotto ad Ollion (1163, rilievo GPS); l’ultimo tratto avviene per pascoli, perdendo la traccia. Si pone piede sulla strada asfaltata, seguendola fino ad un bivio (1270 metri circa) con una massicciata in pietra: sulla sinistra si scorge un vecchio ed illeggibile cartello, mentre a destra si prosegue alla volta dei 1422 metri di Fontaney. E’ bene precisare che la Carta dei Sentieri della Comunità Montana Mont Rose, 1: 25.000, rappresenta – in linea tratteggiata nera – questa mulattiera come avente origine dal rettilineo poco oltre la curva della Torre di Bonod; tuttavia, la mulattiera non prosegue fino ad Ollion, inoltrandosi a bassa quota nel vallone fino a Mazu o Mazut. Il tratto che invece risale ad Ollion è illustrato dalla Carta dei Sentieri n.2 dei Comuni di Arnad, Challand- Saint- Victor, Challand- Saint- Anselme, Champdepraz, Issogne, Montjovet, Verrès: viene indicato con il numero 1 e proseguirebbe “tagliando” la carrabile fino a Fontaney, integrandosi quindi con la strada e, dopo Chalex e Dondeuil, raggiungendo il valico.

Giunti a Fontaney (1422 m. N45 41.168 E7 44.141) mediante la strada carrabile, ad ogni modo, si supera la parte anteriore del paese – volta ad occidente – curvando e raggiungendo la zona posteriore, all’interno del Vallone di Dondeuil; poco prima della fontana si nota una nuova staccionata, sul lato destro della strada, non presente nel 2007. Subito oltre l’abitato notiamo una antica casa contadina, il cui balcone reca ancora un vecchio cartello della “Pro Natura Torino”. Appena più avanti, una strada con ringhiera scende sulla destra della carrabile, accompagnata per qualche metro, sul lato sinistro, da un piccolo canale di scolo. La deviazione prosegue, in discesa, per circa un chilometro e mezzo, fino a Mazu o Mazut (1315 metri, N45 40.880 E7 44.431), posta in una zona boscosa ed umida dopo una curva ed un ultimo rettilineo verso occidente. Da notare che, sulla Carta dei Sentieri n.2 dei Comuni di Arnad, Challand- Saint- Victor, Challand- Saint- Anselme, Champdepraz, Issogne, Montjovet, Verrès, la quota segnata è di 1318 metri, compatibile con il rilevamento GPS di Varasc.it, mentre sulla Carta dei Sentieri della Comunità Montana Mont Rose la quota ammonta a 1360 metri. Una piccola cappella, sulla destra, è incastonata nella roccia e costituisce apparentemente l’unico elemento moderno ed integro del paese. Antiche case ormai in rovina, invase dalle erbe selvatiche, da rovi ed ortiche, celano rottami e maglie in fil di ferro per l’edilizia; il passato di questo paesino, che consta di svariate strutture abitative, è tuttavia importante. Mazu diede i natali ad un nobile, successivamente trasferitosi a Villa – si narra – dietro le insistenti richieste della consorte.

Tornando sulla strada che collega Fontaney a Mazu, e precisamente a 187 metri in linea d’aria da quest’ultimo borgo, si apre la pressoché invisibile connessione alla mulattiera che risale il vallone al disopra del torrente Roesa. Occorre prestare attenzione al lato meridionale della strada, individuando la deviazione appena oltre la metà del rettilineo che collega Mazu all’ultima curva; in caso di vegetazione abbondante, nei mesi estivi, risulta difficile scorgerla (il bivio è posto, approssimativamente, a N45 40.837 E7 44.521). Il percorso, a questo punto, richiede costante attenzione, perché l’erba e le piante minori possono saltuariamente confondere il viandante. La traccia discende a sudest, portandosi in costa, al disopra dei baratri sovrastanti il Roesa. Si inserisce nella mulattiera principale, proveniente dall’ingresso del vallone, in presenza di una rozza scalinata con cinque elementi, posta a N45 40.793 E7 44.692. Segue un lungo tratto volto ad oriente e protetto da moderna staccionata lignea sul lato destro; si supera un primo torrentello, proveniente dall’alto ed incanalato al disotto del basamento della staccionata. A 1348 metri ne segue un secondo, ancora con staccionata sul lato destro; nel periodo primaverile si possono notare, in questa zona, stupendi gigli rossi. Si giunge ad un enorme masso, ai cui lati cadono due identiche cascatelle; appena oltre – la strada compie una lieve curva sulla destra – si supera un terzo rivolo. La traccia punta decisamente verso sud, a poca distanza da Provèche. Immediatamente dopo, a 1357 metri e N45 40.729 E7 44.974, una frana sconvolge il percorso. Si tratta di un evento contenuto in verticale, ma abbastanza imponente. La traccia non prosegue oltre alla frana, in orizzontale: alcune orme preesistenti hanno portato a scoprire che proprio in questo punto la mulattiera saliva di qualche metro di quota. Risalendo con grande cautela la superficie franosa, si giunge infatti ad un tratto integro, protetto sulla destra da una vecchia staccionata, con elementi più sottili e meno robusti della precedente, chiaramente artigianale. Da qui si accede all’ampio e panoramicissimo prato che precede il villaggio di Provèche, posto a 1372 metri e N45 40.592 E7 44.980. Abitato fino ai primi anni del Novecento, questo affascinante borgo consta di alcune strutture cadenti e di altre parzialmente restaurate, ma nella primavera 2008 è parso in stato di abbandono. Nella parte orientale del paesino si nota uno stupendo rascard posto su caratteristici funghi di pietra; oltre ad esso, esposta su una scenografica gola del Roesa, si apre una sporgenza rocciosa con piccola edicola. Lo stato della vegetazione e la violenza del torrente ingrossato da un mese di pioggia, nel giugno 2008, hanno tuttavia scoraggiato il proseguimento. In linea teorica, si dovrebbe poter superare il Roesa su un ponte e rientrare ad occidente via Molleil (1286), Liretta (1217) e Chatesire, tornando così a Riorte ed Isollaz; tale percorso non è stato tuttavia testato, per i motivi elencati, da Varasc.it. 

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Ritorno 

Il rientro avviene tramite il bivio precedentemente incontrato, sotto e ad est di Mazu, ove si trova la piccola scalinata sita a N45 40.793 E7 44.692. Il bivio dista 2.2 Km. in linea d’aria dalla Torre di Bonod; ai piedi della scaletta giunge la mulattiera principale, proveniente dall’accesso del Vallone di Dondeuil ed approsimativamente parallela al Roesa. Tale mulattiera è indicata con il numero 2 (Lessey – Mazut – Provèche, 1. 45 ore, difficoltà E) dalla Carta dei Sentieri n.2 dei Comuni di Arnad, Challand- Saint- Victor, Challand- Saint- Anselme, Champdepraz, Issogne, Montjovet, Verrès. Si procede verso ovest, con bella visuale a sud sulla lunga cresta boscosa che collega la Punta Granlà al Monte dell’Aquila e sui reconditi alpeggi del versante meridionale del vallone. La mulattiera discende, rispetto al bivio, bordata sul lato destro di vecchi muretti a secco, dai 1260 metri di quota in poi. Si tratta probabilmente di antichi inserti di tenuta del pendio, ormai rigonfi per la pressione del terreno. Sempre a questa quota, in un tratto boscoso, si nota una antica traccia proveniente dall’alto, da destra, forse proveniente proprio da Mazu. Seguono tratti che, nei periodi primaverile ed estivo, vengono celati dall’intensa vegetazione; solo un’attenta analisi del fondo della mulattiera e la direzione intuitiva del percorso – sempre verso ovest – permettono di non perdersi. A 1230 metri si trova una piccola e panoramica radura, sul lato sinistro, esposta sui baratri del Roesa. Si punta brevemente a nordovest, superando un torrentello proveniente dall’alto.

A questo punto, a 1210 metri, si transita sotto un impressionante rudere, a sua volta basato, mediante semplici muri a secco, su una vasta roccia in forte pendenza. Da notare che sia la Carta dei Sentieri della Comunità Montana Mont Rose, sia la Carta dei Sentieri n.2 dei Comuni di Arnad, Challand- Saint- Victor, Challand- Saint- Anselme, Champdepraz, Issogne, Montjovet, Verrès non indicano, oltre al ruscello, alcuna struttura al disopra della mulattiera; al contrario, entrambe segnalano, sotto alla via, l’alpe Lessey, a 1105 metri. L’alpe viene raffigurata ad occidente del rivo e sotto la mulattiera, ma nel corso della discesa del giugno 2008 non è stata scorta. Segue invece un altro tratto boschivo, estremamente intricato, in cui solo una costante attenzione e la collaborazione di più persone possono impedire di perdere la traccia, nei periodi di maggior presenza vegetale. Tale tratto, in discesa, ha richiesto venti minuti di cammino. Ad esso fa seguito qualche piccolo tornante che permette di perdere un po’ di quota, in campo finalmente aperto e panoramico a sud – sudovest.

Si procede ancora a mezza costa, alternando tratti boschivi ad aree aperte, fino alla moderna croce lignea posta a destra del sentiero, a 927 metri di quota. Mancano ormai pochi minuti al ritorno alla strada asfaltata, a poca distanza dalla Torre di Bonod . Il sentiero intercetta la mulattiera percorsa in salita all’andata, alla volta di Ollion, sbucando infine sul primo rettilineo oltre la curva guardata dalla torre. Qualora negli ultimi metri si perda la traccia, il bosco è sufficientemente rado da permettere, ad ogni modo, di proseguire: scendendo verso occidente si perviene comunque al rettilineo, tra l’imbocco della mulattiera per Ollion e la curva stessa.  

Tempistica 

Ecco infine i dati riportati nel corso della salita esplorativa di Varasc.it effettuata sabato 7 giugno 2008, provenendo dal castello di villa e dalla Torre di Bonod. Partiti alle 08.45 dalla torre, abbiamo raggiunto alle 08.51 l’imbocco della mulattiera, raggiungendo Ollion alle 10.32 e Fontaney alle 11.24. Discesi alla volta di Mazu, vi siamo pervenuti alle 11.55, cercando per circa quindici minuti la connessione alla mulattiera che collega la Torre di Bonod a Provèche. Trovatala, tra il paese e la curva antistante, siamo ripartiti alle 12.15. Alle 12.40 eravamo alla frana, tre minuti più tardi a Provèche. Ripartiti alle 13.25, abbiamo raggiunto nuovamente il bivio con la gradinata alle 13.45, tornando alle 15.05 alla strada asfaltata, alle 15.10 all’altezza della Torre di Bonod, e proseguendo infine per Isollaz. 

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