Torille 

 

Posta a 385 metri di quota, in posizione N45 40.626 E7 40.832, Torille è una frazione di Verrès situata sul bordo esterno del confine comunale, in zona prospiciente i comuni di Champdepraz e Montjovet, lungo il solco della Dora. La frazione è posta sul bordo laterale della S26, a poca distanza dalla linea ferroviaria proveniente da Chivasso. Un alto e boscoso, uniforme pendio sale immediatamente alle spalle di Torille, delimitato ad oriente dalla dorsale del Mont de Saint Gilles; una vasta pietraia disposta lungo il bordo del pendio delimita l’abitato umano. In alto si celano i bellissimi e panoramici alpeggi di Sérémon e La Nâche, lungo un’antica mulattiera per Montjovet da cui diparte un piacevole sentiero per la Riserva Naturale di Villa. Sempre a Torille perviene il tratto Chambave-Verrès dell’attuale percorso della Via Francigena, scendendo da Reclou e Quignonaz; la frazione ospita addirittura alcuni ulivi, di cui due esemplari monumentali disposti lungo il Chemin des vignobles coincidente con la citata Via Francigena. Altri ulivi similari, bicentenari, sono custoditi nel giardino del Priorato di Saint Gilles, a Verrès.

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Come illustrato nel sunto archeologico della Val d'Ayas realizzato da Varasc.it nel maggio 2010, Torille cela una storia estremamente antica. Il toponimo Torille, mutuato nella forma Toreglia, comparve per la prima volta sulla Carte des Alpes del cartografo Raymond, nel 1820; Saverio Favre riporta l’esistenza in loco di una antica casa- forte, mentre altri autori hanno intuito in questo caratteristico toponimo la quasi certa esistenza di una torre, oggi scomparsa. Andrea Zanotto precisò che tale abitazione fortificata – misura certo indispensabile, in un’epoca tanto violenta ed in posizione così accessibile da sud e da nord – apparteneva originariamente alla nobile famiglia dei De Turrillia, limitandosi a ricordare che, successivamente, i beni di questa casata pervennero ai potenti Challant; questi ultimi, come noto, divennero signori del Castello di Villa - Challand nel 1206, grazie a Bosone I. Più di un secolo dopo, nel decennio compreso tra il 1360 ed il 1370, il Capitano Generale di Piemonte Ibleto di Challant acquisì Verrès ed Issogne; Torille, nel 1351, era stata già oggetto di un conflitto legale tra la famiglia De Verretio e gli Challant, risolto grazie all’intervento di Amedeo VI di Savoia. La morte senza eredi dei Verretio, Teobaldo e Pietro, portò automaticamente i loro possedimenti nelle mani di Ibleto.

Torille custodisce tuttora una piccola e bella cappella, stretta tra le abitazioni, dedicata a Santa Barbara: sulla sua anonima e candida facciata spiccano due lapidi, una delle quali riporta A la memoire de nos soldats Cretier Ferdinand, Chasseur Joseph tombés au champs d’honneur, 1915 – 1918. La seconda cita, invece, A la mémoire de nos soldats Laurent Bruno, Dondeynaz Roberto, Thedy Aldo tombés au champs d’honneur, 1940 – 1945. Monsignor Brunod, il quale secondo l’antico uso definiva Tourille il piccolo centro abitato, riporta invece la dedica di tale cappella a San Giacomo; l’Autore non le attribuì un particolare valore architettonico. La struttura venne fondata, ad ogni modo, il 17 luglio del 1647 da Giacomo Peacquin, come testimoniato dal notaio Fangias. Il suo altare è in legno intagliato, dorato e dipinto, ancora corrispondente all’immagine ritratta nel 1987 da Brunod ed adorno di piccole statue di San Giocondo, San Giacomo e San Grato, di due colonne tortili e di un grazioso, elaborato tabernacolo ai piedi della statua di Santa Barbara, in posizione centrale. Mario Burgay, nella quattordicesima scheda dell’opera L'Altra Valle d'Aosta, scrisse a sua volta: (…) Nel centro del villaggio di Torille è situata la cappella dedicata a Santa Barbara e a San Giacomo. L’edificio è ad aula e presbiterio entrambi rettangolari,  coperti da volte a botte decorate con unghie. In facciata sono da segnalare un timpano tinteggiato, il campaniletto a vela con aperture monofore, una meridiana, due lapidi e un’apertura a fagiolo. Già dal 1647 nel villaggio esisteva una cappella che distrutta da un’inondazione venne ricostruita nel 1877, come testimonia la data riportata in facciata.

 

 

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