Rifugio Guide d'Ayas alle rocce di Lambronecca

 

Posto a 3394 metri di quota e N45 55.234 E7 46.019 su un grande spuntone roccioso che sorge dal Grande Ghiacciaio di Verra, il rifugio delle Guide di Ayas alle rocce di Lambronecca costituisce forse una delle mete più interessanti ed impegnative della Valle d'Ayas: l'unico rifugio (raggiungibile da Ayas) che lo sorpassi per quota è infatti il Rifugio Quintino Sella. Il rifugio risale al 1989; il toponimo del luogo ha una lunga storia, e ad esso sono stati dedicate numerose ipotesi. La costruzione di questa struttura è stata descritta nel 2011 dal volume Cantieri d'alta quota. Breve storia della costruzione dei rifugi sulle Alpi, al quale Varasc.it ha partecipato con la pubblicazione di una fotografia relativa al Guide d'Ayas.

Per quanto concerne l'enigmatica toponomastica delle nere Rocce di Lambronecca, nel 1928 l'abbé Bonin specificò che (...) ce nom est donné, dans le pays, à toute la région superieure herbeuse de Verra. La struttura, in metallo, muratura e legno, è imponente per dimensioni, più grande del sottostante Mezzalama (3009 metri). I posti-letto sono ottanta, mentre il locale invernale ne conta otto. L'ambiente interno è perfettamente curato: la sala da pranzo è ampia ed elegante, ben attrezzata e protetta, accogliente. Il menu è ricco e diversificato, così come la lista dei vini, il che contribuisce ad accentuare lo stupore dell'escursionista provato da tante ore d'ascesa. Per quanto riguarda i contatti, telefono e fax, 0125 308083, telefono 0125 308951, oppure 0125 308975. Indirizzo di posta elettronica, info@rifugio-lambronecca.com.

Si tratta di un rifugio particolarmente rivolto agli alpinisti impegnati nella traversata dei 4000. Due parole sulla panoramica: veramente incredibile. Trovandosi sulla colata del Grande Ghiacciaio di Verra si è proiettati in mezzo ai ghiacci, infatti da questo rifugio partono le cordate per cime come il Castore ed il Polluce, il Breithorn, il Breithorn Centrale e la Roccia Nera con il sottostante passaggio per la Svizzera. I contrafforti meridionali di tali vette sono particolarmente apprezzabili, così come il panorama a valle, che nelle belle serate arriva ad offrire perfino il lontanissimo Monviso. Nell'estate 2012 il rifugio ha visto svariati lavori di consolidamento ed ammodernamento, mediante l'installazione di pali di sostegno ai quali sono stati applicati ampi pannelli fotovoltaici; è stato inoltre sistemato un ampio piancito esterno in legno; nell'estate 2013, in occasione della seconda traversata integrale del Monte Castore, la risalita è parsa quasi interamente innevata e si è notata una nuova e comoda scalinata metallica immediatamente sottostante il rifugio.

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Rifugio Guide d'Ayas alle Rocce di Lambronecca. La via di salita

Si tratta di un percorso lungo e, almeno nell'ultimo tratto, impegnativo. Partendo da St. Jacques si raggiunge il rifugio Ottorino Mezzalama, per poi continuare la salita alle sue spalle: il sentiero prosegue direttamente dietro e sopra il rifugio, partendo a sinistra del tetto, in prossimità della piccola piazzola per elicotteri. Non occorre più di un'ora e mezza, in condizioni ideali, per raggiungere il secondo rifugio: si guadagna il Ghiacciaio di Verra in pochi minuti, badando a non scivolare sulle rocce umide (3150 circa, N45 55.084 E7 45.764), si attraversa il piano glaciale tagliando poi verso destra in direzione dello spuntone verticale su cui sorge, ormai invisibile, il Guide di Ayas. Qui ci si trova ad affrontare fasce sempre più ripide di sfasciumi e roccette instabili che, a seconda delle condizioni di innevamento, possono rappresentare un certo pericolo. La salita è complicata dal fatto che non sono direttamente visibili i segnali gialli che, invece, faciliteranno la discesa: il consiglio è dunque di tenersi il più possibile sulla sinistra di questo scivolo sassoso, vale a dire ai piedi del grande "torrione" sui cui poggia il Guide di Ayas. Così facendo si potrà trovare la traccia, a volte inesistente, che conduce attraverso il pendio. Arrivati a 'doppiare' la parete rocciosa alla vostra sinistra, si giunge in un breve pianoro, sempre cosparso dei medesimi sfasciumi. Si torna a salire a sinistra, raccordandosi in breve con le corde che scendono dal rifugio: un sistema di passerelle, corde, fettucce di sicurezza e perfino un piccolo ponte, posizionato nell'estate 2006 e presente nell'estate 2012. Si guadagna quindi in sicurezza l'arrivo sulla sua ampia e panoramicissima terrazza. Il percorso dal Grande Ghiacciaio di Verra in poi presenta tratti e difficoltà alpinistiche. Il ghiacciaio, come tale, deve essere affrontato con prudenza e, quando richiesto dalle condizioni della superficie, ramponi ed attrezzature alpinistiche. Lo scivolo deve essere affrontato prestando attenzione al proprio equilibrio ed a non smuovere detriti su chi segue. La zona immediatamente sottostante il canapone del rifugio, infine, può prestarsi ad eventuali scivolate causate dal fine pietrisco bagnato, unito al terriccio umido, che ne costituisce il fondo. La prudenza in questo percorso è d'obbligo, così come l'ausilio di bastoni o piccozze. Il rientro, paradossalmente, è più semplice, poiché se ci si tiene ancora una volta ben vicini al torrione roccioso si può facilmente seguire la traccia indicata dai segni gialli, ogni anno rinnovati. Numerose sono state le salite effettuate nel 2004, nel 2006 e nel 2007 in occasione della "prima" di Varasc.it al Polluce, ma ecco la relazione della salita di Varasc.it al Guide di Ayas, effettuata giovedì 04 e venerdì 05 agosto 2005.

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Partito dal Ghiacciaio di Verra alle 12.12, con forte vento, posso constatare la robusta quantità di neve che troverò sul mio percorso. Attraverso in diagonale il ghiacciaio, utilizzando i ramponi per procedere più speditamente, e raggiungo una prima ed inoffensiva fascia detritica, dove la traccia è segnalata dall'apposito bastone colorato tipico delle piste da sci. Il vento rende tutto più avventuroso, specialmente quando, perdendo la traccia, ci troviamo obbligati a salire troppo a destra il pendio, allontanandoci dal fianco del "torrione" e pertanto ritrovandoci in una ripida pietraia innevata. La neve ed il ghiaccio, però, agiscono da collante per molta parte degli sfasciumi e ci permettono di superare i tratti più pericolosi, pur perdendo molto tempo: alla "curva" soprastante ritroviamo una sorta di traccia, seguendo anche il lungo tubo nero proveniente dal rifugio soprastante, e raggiungiamo infine le corde provenienti dal Guide di Ayas, dove arrivo alle 14.20. Pochi minuti prima, uno dei ramponi cede aprendosi in due, a riprova della severità del terreno su cui è stato –suo malgrado- impegnato. Venerdì 05 agosto, costretti da imprevisti eventi, abortiamo la risalita verso il Polluce ed il Bivacco Rossi e Volante e scendiamo. Dopo una buona colazione, ripartiamo alle 07.05. Il percorso è molto più agevole, pur senza ramponi (per i motivi di cui sopra): ritrovo con facilità i segni gialli e, alle 07.35, sono "in salvo" sul ghiacciaio. 07.45 mi trovo alle rocce rosse, dopo aver atteso che gli amici fossero anch'essi giunti indenni sul Ghiacciaio di Verra, ripartendo quindi alla volta del Mezzalama, che raggiungo alle 08.00.  

Varasc.it è tornato al rifugio Guide d'Ayas al Lambronecca sabato 11 luglio 2009, partendo alle 10.10 dal Mezzalama e raggiungendo alle 10.25 il Grande Ghiacciaio di Verra, mediante una nuova via accuratamente segnalata da frecce gialle, molto più agevole della precedente. Alle 10.45 è stato infine raggiunto il soprastante Guide d'Ayas.  

Varasc.it è tornato al rifugio Guide d'Ayas alle rocce di Lambronecca domenica 15 luglio 2012. La traccia, evidente sul ghiacciaio e facile a perdersi dopo il primo vasto spazio franoso ai piedi del pinnacolo che sostiene il rifugio, corre più a sinistra e quasi sotto la bastionata rocciosa del rifugio stesso; è segnalata da saltuari segni gialli e da un grande ometto, visibili però in discesa. Il tratto finale è usualmente protetto da passerelle, un ponticello, corde e fettucce di sicurezza. Il rifugio Lambronecca ha recentemente affrontato opere di consolidamento, visibili dal basso, che hanno richiesto numerosi voli d'elicottero per il trasferimento dei materiali. Nel 2013, come anticipato, è stata installata una nuova scalinata metallica nera, munita di mancorrenti e di ringhiere costituite da cordini, che agevola l'arrivo alla piattaforma del rifugio.

 

 

 

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