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Nabian

Posta immediatamente al disopra di Villa, nel cuore del Comune di Challand-Saint-Victor, la frazione di Nabian è concentrata intorno alla sua piccola cappella, in posizione N45 41.515 E7 42.269, con un magnifico panorama verso oriente sulle imponenti vette della Valle di Challand. La piccola cappella è dedicata attualmente all’Esaltazione della Santa Croce, della Madonna di Ogni Potere e di San Bernardo, spesso descritta, semplicemente, come Madonna di Ogni Potere o della Vierge de Tout Pouvoir. La frazione ha una discreta cappella, N. D. de Tout Pouvoir, premette Ugo Torra. La pala d’altare rappresenta la Madonna e due Santi. Vi sono degli ex voto in cera, uomini e donne in costumi del secolo scorso. E’ graziosa una piccola acquasantiera in pietra ollare; notiamo pure due angeli in legno dorato, porta candele, che paiono settecenteschi, e due ampolline in peltro.

Secondo Monsignor Edoardo Brunod, la cappella venne costruita nel 1835, descrivendo a sua volta le due statue di angelo portacandele in legno intagliato, dipinto e in parte dorato, risalente al XVII secolo. Il professor Piergiorgio Thiebat indica invece il 1834 come data di costruzione dell’attuale cappella di Nabian, riferendosi ad una iscrizione sull’altare maggiore e precisando che, nel corso del XX secolo, sono stati necessari svariati restauri. La cappella sarebbe stata in realtà ricostruita nel 1834, dopo la misteriosa scomparsa (crollo, demolizione?) di una precedente e similare struttura, ben più antica; ad ogni modo è notevole la sua facciata, sovrastata dal simbolo divino in campo azzurro (occhio e triangolo luminoso) a sua volta posto al disopra di una alta finestra rettangolare, con inferriata. Tre affreschi affiancati decorano la parete sottostante. A sinistra notiamo le diciture S. Johannes Baptista e Sanctus Victor, in una sorta di tenuta da legionario romano; a destra, Ego sum pastor bonus e Sanctus Rocho. Al centro, leggermente più ampio e sfortunatamente in condizioni peggiori, un affresco che ritrae la Deposizione dalla Croce; una grossa crepa deturpa il volto della Madonna, ritratta in veste violacea e manto azzurro, e la spalla del Cristo inerte. Tali opere risalgono al 1844, realizzate da Luigi Artari, di Verrès. Un’inferriata con piccolo giardino circonda il sagrato della chiesetta. 

La frazione sembra derivare il proprio attuale toponimo, che è comparso ufficialmente per la prima volta nella Carta degli Stati Sardi edita nel 1852 a Biella, dal cognome di una nobile famiglia medievale, i De Nabian; se ne segnalano alcuni discendenti in Canada e nella vicina Confederazione Elvetica. Ugo Torra segnalò infatti un riferimento a Bernard Ginet de Nabian, risalente al 1336, notando anche che Una delle case più antiche poteva anche essere la dimora dei nobili De Nabian. Questa “antropizzazione” del toponimo, specialmente se riferita ad una casata nobiliare, non è del resto insolita nella zona, se pensiamo ad esempio al piccolo borgo di Mazu, Masu o Mazut (1315 metri) ed alla omonima famiglia.

Nabian attualmente si propone come villaggio tranquillo, lontano dal frenetico viavai della SR45, principalmente adibito a residenza e privo di vocazione turistica, ad eccezione naturalmente per quanto concerne le seconde case. Nel 1928, l’abate Louis Bonin lo incluse nella lista degli Hameaux habités toute l’année, insieme a Targnod, Champeille, Abaz, Viran, Sisan, Isolaz, Châtaignerère. La frazione si trova a meno di 900 metri in linea d’aria dai ruderi del Castello di Villa-Challand, primo possedimento fortificato della casa di Challant: I ruderi del Castello di Villa hanno dal paese un aspetto strano, commentò Ugo Torra, nel 1963.Paiono resti di antichi templi greci oppure modernissima indecifrabile opera di arte surrealista.

Il medesimo storico definì Nabian (…) il quartiere alto di Saint-Victor, precisando immediatamente di aver scorto, all’allora civico 51, un bel finestrino gotico dal motivo sinuoso; la trave di una casa vicina è datata 1713. Viene localmente segnalato a Varasc.it che Nabian, nel tratto di terreno compreso tra la frazione ed il castello di Villa, celerebbe alcuni giacimenti minerari di epidoto e di granati. 

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