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Da Pré all'alpe La Seura

Nota: Questa pagina dispone di un tracciato GPS invernale parzialmente inerente, scaricabile nell'apposita sezione. Dal febbraio 2016, è inoltre disponibile un'animazione video della salita, più breve, da Omens (Verrès).

 

Bella ed intensa, l'escursione qui proposta permette di salire dagli 814 metri di Pré, al disopra di Arnad, ai 1544 dell'alpe La Seura, soprastante Omens nel Comune di Verrès da cui si può raggiungere allo stesso modo l'alpeggio.

Il tragitto consente una autentica immersione nel passato di queste terre, caratterizzate fino a pochi decenni or sono da un intenso e sapiente sfruttamento agricolo e pastorale oggi pressoché scomparso: retaggio di queste epoche, in cui decine di nuclei familiari vivevano in quota a svariate ore di cammino dal fondovalle, gli antichi paesi abbandonati conoscono oggi una nuova vita, gli antichi e dimenticati sentieri, una nuova e costante frequentazione. Tesori di architettura rurale e ricordi della feroce guerra partigiana, indimenticabili scorci sul solco della Dora si propongono nella prima parte del percorso; l'ingresso nella bassa Ayas consente invece di ammirare vette remote quali il Grand Combin e lo Zerbion, i Lyskamm ed il Corno Bussola, oltre alle più prossime Punta Champlon, Becca Torché e Becca Mortens.

Il tragitto dal paese di Pré all'alpe La Seura si estende per circa 12.2 km., affrontando un dislivello di 730 metri; il tempo di percorrenza è valutabile in tre ore, con una difficoltà pari ad E per tipologia di terreno. Si deve tuttavia tener conto della relativa carenza di segnaletica in ambiente prevalentemente boschivo, tale da consigliare questa escursione ai soli viandanti perfettamente in grado di adoperare carta, bussola ed indicazioni, oltre all'eventuale ausilio del sistema GPS. La percorrenza è indicata nel periodo autunnale, in assenza di una massiccia vegetazione minore, nonché d'inverno, data l'ampiezza dei sentieri che permette di identificarli con facilità dal resto del sottobosco coperto di neve; nella bella stagione la partenza può avvenire dai 942 metri di Champurney, riducendo a 602 metri il dislivello.

Si raccomanda peraltro grande cautela durante le stagioni venatorie; tale zona, come constatato durante la salita del 16 gennaio, è sede di battute di caccia al cinghiale, pratica venatoria che implica l'uso di munizionamento in calibro ampiamente letale anche per l'uomo (.243 e .270 Winchester, .300 Winchester ed altri). Il riferimento cartografico vanta per fortuna due opere recenti ed accurate: la Cartografia escursionistica della Comunità Montana Evançon, edita nel 2009 in scala 1:25.000, e la Carta dei sentieri della Comunità Montana Mont-Rose, 1:25.000. Il percorso è parallelo e sottostante all'itinerario di salita al Monte Carogne recensito da Varasc.it e dal manuale Le Vette della Val d'Ayas, ed in minima parte lo ricalca; tuttavia, esso permette di visitare un novero maggiore e diverso di paesi delle "Traverse" di Arnad. Si consiglia dunque questo itinerario agli amanti della "vera" montagna, ai cultori di storia alpina, a chiunque desideri compiere una escursione aliena da eccessiva frequentazione, al di fuori dei soliti schemi e delle reiterate proposte normalmente reperibili in manuali e siti Web.

Salita da Pré

La partenza avviene nominalmente a Pré, raggiungibile in auto da Ville di Arnad: occorre passare dietro l'antico rudere del maniero dei Vallaise e salire fino agli ombrosi boschi che coprono l'antico Moulin de Va. Ignorando la svolta per il Santuario di Machaby si procede sulla bella strada asfaltata alla volta degli hameaux di Bonavessy (674 m.), Ruvère (592), Vachères e Champgraffion (797). A Vachères si presenta un secondo bivio, sempre su strada asfaltata: qui occorre proseguire dritti, poiché deviando a destra si finirebbe ad Echallogne (1324). La strada procede fino a Pré (814) ove, in una piazzola sul ciglio stradale immediatamente antistante la curva successiva, vi è posto per due o tre vetture; su questo villaggio cade il Torrent de Pré, celato da erti pendii di castagni e folte rovelle. Si segue la via alla volta di Champurney ove, subito dopo una curva, si notano le abitazioni del Plan de La Grange con il tipico Dzerbì; sulla sinistra, celata dai rampicanti, una piccola cappella ricorda i tempi in cui questa zona era densamente popolata dai taglialegna e dai raccoglitori di castagne. Da Champurney diparte l'itinerario precedentemente descritto per il Monte Carogne (1440); in questo caso si prosegue invece fino a quota 920, ove un bivio a destra porta al bel paese di Anvieil, Anvieyo o Avieil, a 914 metri ed in posizione N45 39.062 E7 43.766. 

Anvieil venne distrutta nel 1888 da una valanga (non 1903, come indicato in loco; segnalazione di Roberto Bertolin, Région Autonome Vallée d'Aoste, Direction des archives et des bibliothèques, settembre 2011), tuttavia mostra alcune pregevoli abitazioni restaurate dalle genti di Arnad che la popolano con intensità e piacere durante la stagione estiva: sul fianco destro di un antico rudere sorge la bianca chiesetta di Saint Clair, sovrastata da un campaniletto e guarnita da un antico affresco raffigurante la visitazione del Santo. Poco a sinistra, una scura lapide ricorda uno dei frequenti crimini perpetrati in queste valli durante l'ultima guerra: À Anviey et au Salé ou en 1944-1945 l'esprit de violence e de haine des nazi-fascistes croyait en incendiant les maisons mépriser et anéantir la volonté de liberté du peuple valdôtain partisans et populations rappellent aux nouvelles générations le sacrifice des deux fréres patriotes, Janin Augusto Quinto, Agé 15 ans, Janin Onorio Gabin, Agé de 22 ans. Incapaci di rastrellare effettivamente i partigiani, i militi italiani e tedeschi si limitavano difatti a perseguitare la povera gente della montagna, arrestandola ed incenerendone le case, facendo terra bruciata; tali episodi avvennero anche nella bassa Valle del Lys ed a Perloz.

A partire dal bivio, la strada non è più asfaltata; presso il paese si trova dell'acqua solitamente potabile. Si procede a nordovest della chiesetta, sul sentiero 1; si oltrepassa un piccolo ponte risalendo quindi su una roccia sulla quale sono stati intagliati dei gradini, protetti da una staccionata lignea, in un contesto estremamente panoramico sul lato sinistro. Si attraversa una zona xerotermica, caratterizzata da temperature più elevate del normale per la terra valdostana, e pertanto ricche di vegetazione atipica, quale ginestre e rovelle.  Si raggiunge quindi Champ dopo aver superato una forra che richiede una ripida discesa ed un'erta risalita; il sentiero è pianeggiante ed esposto a sinistra, estremamente panoramico seppure completamente compreso tra la fitta boscaglia. Champ sorge a 929 metri di quota ed a N45 39.466 E7 43.076. Essa ospita una bella casa restaurata e guarnita da un pannello fotovoltaico; alla sua destra il sentiero numero 1 torna ad inoltrarsi nel bosco, salendo in direzione nord-nordest in sensibile pendenza. Si perviene così, dopo svariate svolte nel sottobosco, a Montéyas o Monteya: un abitato più ampio ed esteso, provvisto di acqua anche d'inverno e situato a 1060 metri di quota, in posizione N45 39.590 E7 43.089. Si sale nuovamente nel bosco sul sentiero 1, segnalato da molte frecce gialle recentemente restaurate: si raggiunge così un'ampia e bella casa, restaurata e panoramicissima, a Colombar, a 1230 metri di quota. Appena oltre, su un poggio alberato, sorge ancora un rudere caratterizzato dalle tre strutture verticali tipiche di questi fienili, che nelle strutture riportate all'antico splendore sono spesso intervallate da ampie vetrate; una freccia segnala il bivio a destra (est) che porta a Fornelle, da cui si farà ritorno. Per ora si ignora tale svolta. E' tuttavia opportuno memorizzare questo punto, posto a 1238 metri ed a N45 39.754 E7 42.940; nella zona si notano alcuni grandi pini mughi.

Si prosegue alla volta di Champbresson, una piccola casa ed una struttura minore diroccate situate a 1268 metri ed a N45 39.832 E7 42.784; si passa sulla destra delle abitazioni, singolarmente simili alla segreta alpe Stortoz nel Vallone di Nantay. Poco oltre, a quota 1312 m. ed a N45 39.867 E7 42.736, si incontra un bivio tra alti faggi grigi: seppur privo di indicazioni, il bivio è evidente e, prendendo a destra (nordovest), consente di raggiungere in poco tempo un ristretto colle senza nome, parallelo e sottostante al più famoso Col de Vert da cui è separato da circa 570 metri in linea d'aria. Vegliato dalla fitta boscaglia su ogni lato, il colletto sorge a 1339 metri ed in posizione N45 39.915 E7 42.694; esso vanta solamente una piccola radura sottostante i boscosi rilievi del Monte Carogne. Superandola, si nota una strada di congiunzione che si connette prontamente alla poderale proveniente da Omens, al disopra di Verrès. L'ampia poderale sale fino al Col de Vert, subito panoramica sullo Zerbion e sul capannone dell'alpe Vert, posta a 1335 metri; questa parte terminale dell'itinerario è descritta anche nelle pagine de Varasc.it dedicate alla Punta Granlà, al Monte dell'Aquila ed al Monte Carogne. Dal valico di Vert, panoramico a meridione sul Bec Renon e sulla Tête de Cou, si segue la poderale verso sinistra, lasciando il Carogne alle proprie spalle; si supera la deviazione per il magnifico paese di Pralise, Praussé, Praz Ussuel o Praz-Ussel, recentemente munito di una palina lignea per l'identificazione toponomastica. Pur consigliando una visita a questo incantevole e segreto villaggio, occorre proseguire per pochi minuti fino a raggiungere, su un panoramicissimo e fortunato poggio, l'alpe La Seura, a quota 1544 ed in posizione N45 40.123 E7 43.395. 

Proprio prima di tale alpeggio, nel febbraio 2016, si è notato un basso cancello con cartello che ne richiede la costante chiusura, causa cinghiali.

 

Rientro ad Arnad, tramite il Col de Vert. Varianti 

E' naturalmente possibile, in caso di stanchezza o maltempo, discendere mediante l'itinerario di salita, già sperimentato e conosciuto. Volendo invece realizzare un più accattivante e coinvolgente percorso ad anello, varie sono le alternative che si offrono all'escursionista in grado di notarle; è anche possibile effettuare una bella e grandiosa traversata scendendo fino ad Omens. Si rientra innanzitutto al Col de Vert, abbandonando la bassa Ayas in favore della soleggiata ed aspra, affascinante costa soprastante Arnad e la Dora. Dal colle è sufficiente seguire la strada carrabile che discende con alcune curve fino all'abitato di Fornelle, posto a 1285 metri ed a N45 39.744 E7 43.336; poco prima delle abitazioni si nota, sulla sinistra ed a 1335 metri, l'ingresso di una miniera di rame, di cui è bene evitare l'accesso. Questa miniera è stata citata da alcune fonti sin dall'inizio del XVIII secolo.

La strada termina proprio a Fornelle, ove da anni sussegue il restauro di una grande abitazione. Si scende per qualche breve, ripido metro tra le case, presso la vasca dell'acqua potabile; un'antica e bella casa provvista di due scalinate mostra a sua volta un abbeveratoio scavato nella roccia. Da Fornelle si prende nuovamente il sentiero 1 che, segnalato da frecce gialle, discende velocemente nel bosco, alla volta di Colombar; poco sotto Fornelle, a 1249 metri, si svolta a destra (ovest) nel bosco notando due frecce dipinte su una roccia, alla propria destra. Si procede quindi in piano verso ovest, sul bordo di un antico terrazzamento: con queste strutture, faticosamente strappate alla boscaglia e realizzate a forza di braccia, gli antichi abitanti coltivavano la terra. Il sentiero supera, ai piedi di un grande rilievo roccioso ed a 1229 metri, una piccola e vetusta barma sotto roccia, di cui restano le due entrate (per uomini ed armenti) suddivise dal massiccio architrave; due alberi sono nati e morti all'interno della barmetta, ed ancora la guarniscono, quasi levigati e spogliati di rami e corteccia. Appena oltre si rientra sul sentiero precedentemente percorso in salita, davanti alla moderna casa di Colombar; si scende a sinistra (sud), raggiungendo dunque Montéyas. Da qui è possibile, semplicemente, rientrare dapprima a Champ e quindi ad Anvieil, come sperimentato durante la salita; oppure si può affrontare qualche lieve saliscendi nel bosco, raggiungendo la vicina Salé, visibile dalle case di Montéyas. Salé sorge a 1049 metri ed a N45 39.474 E7 43.364, a 425 metri in linea d'aria da Montéyas; una delle sue abitazioni, restaurate, porta ancora la struggente dedica in patois Merci 'Nonno' pe tot henque t'at mouhtra-no, degno ricordo del passaggio di testimone tra le differenti generazioni.

Da Salé discende anche una comoda strada asfaltata, superando su un ponte guarnito da vecchie e sbiadite ringhiere il Torrent de Verdoyen; se si scende lungo questa strada tenendosi sul lato destro, si avrà modo di notare un grande foto nel terreno, un antico forno per la calce, precedente il ponte. A quota 949 metri la strada confluisce in un ampio bivio: è sufficiente voltare a sinistra (sud) raggiungendo, dopo qualche minuto, Pré.

Varasc.it è tornato all'alpe La Seura domenica 10 marzo 2013, a causa del forte rischio di valanghe nella Regione Valle d'Aosta. Partiti alle ore 08.40 da Omens, siamo giunti alle 10.10 al Monte Carogne ed alle 11.00 all'alpe La Seura, dopo una pausa a Pra Ussé o Pralise. Ripartiti alle 13.45, siamo rientrati alle 15.10 ad Omens.

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