Pointe Sud

 

Elevazione più meridionale delle tre celebri Cime Bianche, ovvero la Gran Sometta, il Bec Carré (3006) e la stessa Pointe Sud, quest’ultima si presenta come una cima dirupata e dal colore singolarmente chiaro, allungata e massiccia, difesa nella parte superiore da alcuni spuntoni più scuri ed aguzzi. Tale peculiarità è dovuta alla conformazione geologica delle Cime Bianche, affioramenti calcarei originari del Triassico, come illustrato nel volume Le Vette della Val d'Ayas e comprendente la descrizione della recente modifica accorsa nell’area dei Colli di Cime Bianche nel 2007.

La Valle del Cervino di Francesco Cavazzaro descrisse nel 1962 la Punta Sud (m 2937 IGM, 2733 TCI). Fasciata alla base da un ammasso di sfasciumi, si perviene agevolmente alla vetta lungo gli stessi dapprima e poi per rocce rotte ed elementari.

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La Pointe Sud è alta 2974 m. e posta a N45 54.212 E7 40.728 sulla dorsale intervalliva Ayas- Valtournenche, immediatamente a settentrione del Monte Roisettaz e del sottostante Colle Roisetta, definito anche Colle della Pointe Sud. La traccia è assente e la risalita, dal pianoro e dal Lac de Rollin sottostanti, è resa sdrucciolevole e rischiosa da una vasta pietraia; la cresta sommitale richiede cauti passaggi e sicurezza di piede, opponendo anch’essa continui tratti di sfasciumi e qualche friabile “lama” di roccia. Costante è il rischio di muovere detriti su chi segue, o di inciampare in tratti cedevoli della pietraia; per questo motivo si raccomanda grande cautela e si consiglia questa cima ai soli escursionisti allenati, esperti ed abituati a simili terreni infidi. Tale descrizione vuole dunque evitare le salite occasionali ed avventate, contribuendo ad informare a priori del carattere ostile di parte della salita. La difficoltà è valutata in EE con le citate avvertenze, il dislivello da Saint Jacques (1689) è di 1285 m., il tempo necessario, 4.00 ore fino alle sponde del Lac de Rollin, 20 minuti fino alla vetta. La discesa avviene per il medesimo itinerario. Si consiglia di mantenere grande distanza ed attenzione in caso di salite di gruppo, non consigliate da Varasc.it. 

Pointe Sud – avvicinamento 

La partenza avviene a Saint Jacques, via Fiery, ove si decide se salire mediante il valloncello di Tzére oppure mediante il tracciato del TMR, alternative illustrate nella citata opera Le Vette della Val d'Ayas. Poco prima del tratto pianeggiante che porta ai Laghi d’Aventina si scorge una segnalazione che indica una possibile deviazione verso sinistra. Si intraprendono così i sentieri 6A e 6B, abbandonando il 6 – che porta al Colle Superiore delle Cime Bianche passando per il Gran Lago delle Cime Bianche – e voltando sensibilmente ad occidente. Si supera il torrente e si sale verso ovest, puntando l’inconfondibile sagoma del Bec Carré, candido sperone dalla “prua” alta e puntata verso sud, che spunta da sopra gli ampi rilievi erbosi. Il 6A conduce al Colle Roisetta o Colle della Pointe Sud, il 6B procede per un tratto verso occidente, fino ad incontrare il Lago di Rollin; qui piega nuovamente verso il vicino Colle Inferiore di Cime Bianche, visibile dalla distanza e distante 679 m. in linea d’aria dalla Punta. Occorre giungere al suddetto lago, accedendo alla sponda orientale e portandosi fino all’angolo sudoccidentale del bacino. Da qui, in direzione intuitiva, si accede alla fitta pietraia retrostante, risalendo i primi pendii di sfasciumi. Questi si evolvono rapidamente in un ampio ed uniforme canalone franoso, interamente ricoperto da pietraia instabile, composta da massi di medie dimensioni e sfasciumi di ogni genere. La pendenza è di 35° nella parte inferiore, 40 in quella superiore; come anticipato, non essendovi traccia, la via di salita è puramente soggettiva. Si sale preferibilmente sul lato destro del canale, ove sorge una candida ed imponente parete rocciosa che fornisce un qualche appoggio – pur costituendo una minaccia in caso di scariche di detriti dall’alto. Si arriva, in tratto estremamente dirupato e scosceso, ai piedi di una sorta di “pinna” rocciosa, chiara ed uniforme, che presenta una fessura verticale verso oriente: purtroppo sia la fessura che la zona immediatamente sottostante sono colme di lastre friabili, che impediscono la risalita.

Si tratta ad ogni modo di una semplice anticima, che funge da ottimo e grande segnavia naturale. Occorre invece deviare a sinistra (sudovest) verso un evidente, piccolo corno nero, salendo in cresta mediante un traverso non esposto ma parimenti instabile, su roccette insidiose la cui tenuta va testata accuratamente. Si consiglia pertanto di non rimanere troppo a lungo in questo tratto. La cresta sommitale è tutt’altro che semplice o comodamente percorribile. Essa si pone come un percorso non esposto o affilato, ma colmo di fasce rocciose e spuntoni da aggirare, con una corte di detriti tutt’intorno; notevole la differenza cromatica, che va dagli affioramenti ferrosi e rossastri alle rocce di un cupo color nerastro, fino alle predominanti lastre chiare. Si sale con grande cautela verso sud, prestando attenzione alle lame friabili e, in alcuni casi, transitando non sugli esposti, piccoli speroni rocciosi, bensì sul lato occidentale (Valtournenche), restando comunque in cresta e non accedendo ai fallaci pendii detritici. La vetta è preceduta da un insperato, breve tratto pianeggiante ed erboso, conformandosi a guisa di compatta elevazione scura con una evidente fessura sul lato sinistro (est). Si sale proprio da tale piccola trincea naturale, accedendo con un piccolo passo d’arrampicata inferiore al metro alla ristretta cima della Pointe Sud. Su di essa, nell’agosto 2008, è stato costruito un ometto, probabilmente effimero vista l’esposizione e la nudità della roccia sommitale.

Il panorama è eccellente e particolare, permettendo una insolita vista d’infilata del Cervino, della Gran Sometta, del singolare Bec Carré, del Monte Roisettaz, di parte del Monte Croce e perfino del retrostante (!) Monte Nery. Impressionante la visuale sul sistema lacustre dell’alto Vallone di Cime Bianche e sul sottostante Colle Roisetta.

 

 

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