Becca di Nana (Falconetta)  

 

Dopo il monte Zerbion, la Becca di Nana o Falconetta è la prima, grande cima che si incontra lungo l’aspra cresta che separa l'alta Val d’Ayas dalla confinante Valtournenche. Con i suoi 3010 metri è una vetta imponente che gode di un panorama pressoché totale su tutta l'alta Ayas, sul massiccio del Monte Rosa e perfino sul Monte Bianco; a sud, invece, la massiccia piramide dello Zerbion non può celare i lontani contrafforti dell’Emilius e della Grivola, oltre al profondo solco della Valle ed a decine e decine di altre cime. Nel 1923, l'opera "Itinerari alpini V. Dall'Attendamento S.A.R.I. in Valle d'Ayas" descrisse sommariamente (!) il Becco di Nana, m. 3019. Dal colle di Nana si raggiunge facilmente in venti minuti. Nel 1962, La Valle del Cervino di Francesco Cavazzaro descrisse il Bec di Nana (m 3010 IGM e TCI). Montagna che sembra, dal basso, aver la forma di rotondo cupolone: invece la vetta è formata da una cresta orizzontale. Il punto più alto è sormontato da una croce.

In questa direzione prosegue la cresta aerea verso il Monte Zerbion (con, poco più in là, il Col Tantané); a nord, ecco l’inconfondibile sagoma del Petit Tournalin e del retrostante Grand Tournalin. Dalla Becca di Nana nasce verso oriente la cresta che chiude a nord il Vallone di Nana. Questa vetta è chiamata correntemente Falconetta per via, apparentemente, della grande quantità di falchi che ne popolavano la sommità negli scorsi decenni. La Becca di Nana, da un punto di vista prettamente geologico, appartiene alla zolla africana scontratasi in epoca terziaria contro la zolla europea, causando la fine dell'oceano della Tetide. Alla base della Falconetta, oltre che a nord ovest ed a sud del vicino colle del Pillonet, troviamo micascisti superficialmente brunastri o color ruggine, originati da antichi paragneiss, a loro volta derivanti dall'orogenesi dell'era paleozoica. Per la salita a questa vetta, soprattutto per la via nord, si consiglia il manuale Le Vette della Val d'Ayas, utile per ricostruire "sul campo" l'esatta successione dei numerosi punti di riferimento. 

La cima ospita un altare in pietra ed una grande croce metallica eretti dagli Alpini che, ogni 14 agosto, vi celebrano la bella funzione religiosa dedicata ai Caduti della montagna. Dall'estate 2009 la vetta ospita anche un ampio e profondo bussolotto coibentato ed interrato, realizzato dal signor Giorgio Francia ed appositamente studiato per resistere al rigore invernale. La croce, nel 2010, è stata parzialmente rivestita di filo spinato per scoraggiarne l'arrampicata (!); nell'estate 2011 non si sono osservate modifiche lungo la via di salita o la lunga dorsale sommitale, ad eccezione dell'erezione di un massiccio ometto di sassi per segnalare l'uscita della via settentrionale.

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Vi sono due possibili itinerari di salita a questa vetta, ognuno peculiare per impegno, bellezza del panorama e differenza di terreni: il primo sale da Mandriou o Mandrou e comporta 1175 metri di dislivello, il secondo sale da Saint Jacques via Rifugio Grand Tournalin e comporta 1321 metri di dislivello. Particolarmente doveroso è il riferimento alla già citata funzione religiosa che vede protagonista questa cima il 14 agosto.

 

Falconetta o Becca di Nana. Itinerario meridionale

Il sentiero 3A parte dalla Cappella Sarteur all'alpe Vascoccia (N45 50.161 E7 41.480), soprastante Mandrou (1835, N45 49.703 E7 42.222). E' importante tenere presente che vi sono sorgenti, per cui l’acqua deve essere portata. Dietro alla cappella vi è una malga con una lunga stalla (attenzione ai cani): il sentiero parte in questo punto e porta rapidamente ai 2327 metri del pittoresco e verdissimo Pian Pera, solitamente adibito a pascolo. La Falconetta è già visibile. Il 3A attraversa il pianoro poi sale verso destra a mezza costa, tra i verdi pendii, in direzione del ghiacciaio. Arrivati ad un ampio poggio erboso da cui il panorama è particolarmente spettacolare, piega invece a sinistra in direzione della sommità rocciosa, attraversando poi un tratto di sfasciumi non degno di nota. Si piega quindi dietro e sotto la vetta, dove il panorama è ora più che mai relativo alla Valtournenche ed al bellissimo Bianco, e si giunge infine in vetta, a 3010 metri. La vetta è costituita da una cresta sottile ma allungata, complessivamente spaziosa, che inizia con un piccolo altare ed una croce metallica per finire, una cinquantina di metri più a nord, con basse rocce su cui sono ricordati alpinisti scomparsi in montagna. Il ritorno avviene dalla stessa via, ma gli escursionisti più capaci conoscono la variante (priva di tracciato) che dalla vetta scende a sinistra verso il Colle Vascoccia, superando un breve tratto roccioso e ripidi pendii. E’ una variante che serve ad accorciare il tragitto, oltre che - volendo - a concludere la giornata al rifugio Tournalin e quindi a St.JacquesLa via, in entrambe le salite dell'estate 2011, si è confermata evidente e ben segnalata.

Falconetta o Becca di Nana. Secondo itinerario (via settentrionale)

Questa vetta è accessibile, come anticipato, anche da nord: si parte dal Rifugio Grand Tournalin salendo verso il vicino Colle di Nana  mediante il 4A (E) al quale si accede dal prato sulla sinistra della carrabile, per chi sale, tra alcuni massi con segnaletica gialla. 

Si tratta di un percorso più impegnativo di quello meridionale, ed il suo primo tratto avviene su sfasciumi instabili ed umidi. Una volta giunti al valico, in prossimità del caratteristico ometto dell'Alta Via n.1, è sufficiente piegare a sinistra (sud) verso la base di sfasciumi e schegge del contrafforte roccioso più settentrionale della Falconetta: qui si nota subito l'inizio del sentiero che si risale, con alcune svolte, in ombra. Nelle estati 2011, 2012 e 2013 il sentiero è apparso segnalato da nuovi bolli e frecce rosse, piuttosto frequenti fino alla vetta; si cammina principalmente su sfasciumi e tratti di terra umida, bordata d'erba e roccette. Si raggiunge quindi la cresta vera e propria passando sul lato orientale, a sinistra, sopra alla conca del rifugio Tournalin: a tratti si incontrano piccole frane di sfasciumi lungo il sentiero, che resta comunque ben visibile e mai troppo esposto. Si rientra sul filo della dorsale superando alcuni modesti avvallamenti di roccia, con cautela in caso di acqua o ghiaccio: un intaglio premette ad una zona più larga, ormai in vista della vetta vera e propria (croce e, il 14 agosto, bandiera) dove sorge un alto ed evidente "fungo" di roccia chiara, a 2962 metri. Gli si passa a sinistra, accedendo al rialzo terminale della cresta, incontrando a 2988 metri una vasta paretina bianca, lievemente curva ed adorna di una nuova freccia rossa dall'estate 2011, al disopra della quale corre una cengia esposta: tale cengia può essere direttamente risalita, con tratto molto esposto, oppure si può passare lungo la parete e sotto la cengia, verso destra (ovest) su roccette e sfasciumi morbidi, cedevoli. In questa zona, bambini ed escursionisti poco esperti o impressionabili vanno rigorosamente sorvegliati ed aiutati. Continuando sotto ed a destra della parete bianca si giunge ad uno stretto passaggio che permette di rimontarla, su sfasciumi: si torna indietro accedendo alla parte superiore della parete chiara, ma (per ben tre volte) occorre guardarsi da speroni rocciosi molto bassi ed insidiosi per la testa o lo zaino. E' infatti consigliabile procedere quasi carponi, avendo cura di eliminare qualsiasi possibile appiglio (bacchette, fettucce etc.) dallo zaino stesso. Si sale quindi in cresta, a poca distanza dall'altare e dalla croce, senza ulteriori problemi. 

Tempistica 

Per quanto concerne il primo itinerario, ecco i dati registrati nella salita del 14 agosto 2004: partito alle 07.50 da Mandrou, sono giunto in vetta alle 09.50. Per il secondo itinerario (N), invece, ecco la tempistica relativa al 14 agosto 2007: partito alle 08.35 dal rifugio Tournalin ho raggiunto alle 09.04 il Colle di Nana, il "fungo" roccioso (2962) alle 09.30. Alle 09.40 ero alla cengia bianca, 09.50 sulla cresta sommitale. 

Varasc.it è tornato alla Becca di Nana venerdì 14 agosto 2009, in occasione della trentacinquesima edizione della Funzione religiosa alla Falconetta, o Bec di Nana. Partito alle 06.40 da Saint Jacques ho raggiunto l'alpe Croues alle 06.55, l'alpe Nana Inferiore alle 07.14. Per le ore 08.15 ero al rifugio Tournalin, ripartendone alle 08.30 e raggiungendo alle 09.30 la vetta della Becca di Nana. Una seconda salita, coniugata con la Becca Trecare, ha richiesto circa 2.30 ore il 21 agosto 2010; domenica 31 luglio 2011, la salita ha avuto inizio alle 09.12 dalla Cà Zena, soprastante Mandrou, con arrivo in vetta alle ore 11.30 e rapida discesa a causa dell'incipiente maltempo.

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Varasc.it è tornato in vetta alla Becca di Nana domenica 14 agosto 2011. La salita, iniziata a Saint Jacques alle ore 07.08, ha toccato il rifugio Grand Tournalin alle 09.08 e la vetta della Becca di Nana alle 10.40, lungo la via settentrionale. Il sentiero è apparso segnalato da nuovi bolli e frecce rosse, alcuni tratti molto umidi e scivolosi hanno richiesto attenzione e cooperazione con gli altri viandanti. Ripartiti alle ore 11.45 abbiamo raggiunto alle 12.20 la Cappella Sarteur e, alle 14.00, il paese di Saint Jacques.

Varasc.it è tornato alla Becca di Nana mercoledì 14 agosto 2013, in compagnia di una bambina, con partenza alle 7.04 da Saint Jacques ed arrivo al Colle di Nana alle 9.45. La vetta è stata raggiunta con le dovute cautele alle 10.30 senza particolari problemi; il sentiero proveniente dal colle si è presentato in ottime condizioni. E' stata evitata l'esposta paretina suggerita dalla freccia rossa dipinta nel 2011.

 

 

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