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Periasc

Posto a 1504 metri, questo paese precede Champoluc se si percorre la statale 506 verso la testata superiore della Val d'Ayas. Si trova sul fondovalle, sulla riva sinistra del Torrente Evançon. Champoluc è collegato a Periasc dal sentiero numero 15 (o 105), che dal ponte Amponey in località Varasc (il cosiddetto Pratone a sud di Champoluc) attraversa i boschi lungo l'Evançon, supera un laghetto artificiale per la pesca sportiva e quindi giunge a Periasc. Il percorso richiede circa un'ora ed è una passeggiata molto piacevole, in riva al torrente ed in mezzo ai boschi, che permette anche di ammirare il caratteristico villaggio di Pilaz.

Secondo l'opera del canonico Vescoz Phénomènes atmosphériques, nel 1860 le valli di Ayas e del Marmore vennero colpite da un improvviso e brutale scioglimento dei ghiacciai, causato da pluies chaudes. Tra il 2 ed il 3 settembre, (...) l'Evençon, torrent qui provient des glaciers d'Ayas, grossi tout-à-coup par des pluies torrentielles et chaudes, a aussi causé des ravages affreux. Les hameaux de Frachey et de Périax ont failli être emportés d'emblée; les digues les plus fortes ont été rompues; la route principale a été coupée en douze endroits; dix ponts ont été abattus; la plaine a été transformée en glairière. Jamais, de mémoire d'homme, on n'avait vu l'Evençon si gonflé et si furieux. Il 2 marzo del 1888, il giornale La Feuille d'Aoste pubblicò il seguente resoconto dal comune di Ayas. "Le 25 février, vers les 10 heures du soir, une avalanche a ècrasé quatre maisons au village de Frachey. Trois familles sont sans toit et sans provisions. Le 28, grâce à l'aide active et intelligente des hommes de St-Jacques, qui venaient d'ouvrir la route, on put encore retirer vivantes une vache et une brebis, en les extrayant par un tunnel d'environ 20 mètres, creusé au milieu de la neige, des rocs, des poutres, des ardoises, des planches, et des arbres amenés par l'avalanche. Hier, on creusait des puits dans l'endroit présumé des greniers et des caves pour essayer de rattraper des provisions et des linges. Une autre avalanche a enfoncé la porte de la chapelle de Périax et rempli de neige plusieurs maisons. Grâce à Dieu, il n'y a pas eu des victimes humaines. On continue les déblaiements. Peut-être sauvera-t-on quelques choses".

Secondo Mario Aldrovandi, anticamente il toponimo consisteva in Periax d'Aval; nel 1928, l'Abbé Louis Bonin, nella rara opera Vallée de Challand. Brusson - Guide et Folk-Lore, ricostruì gli alberghi presenti all'epoca, Zerbion, Mont Rose e Cimes Blanches, rispettivamente di proprietà Rollandin, Béchaz ed Obert. L'abate suggerisce, alla base del toponimo, la vicinanza con l'acqua: Peri-asc oppure Per-aquas.

Come premesso, Periasc è un paese che attrae molti turisti. Il suo centro (facilmente raggiungibile dopo aver superato il parco giochi, grazie ad un ponte sul torrente) presenta viuzze strette ed ombrose, vecchi edifici tipici ora restaurati, e la bellissima cappella dedicata ai santi Defendente e Pietro, iniziata nel 1861 grazie al parroco Dandrès e terminata due anni più tardi. Custodisce un altare di legno e due statue seicentesche, una della Madonna e l'altra di S. Margherita. Una struttura sacra esisteva in precedenza, secondo Monsignor Edoardo Brunod, poiché il 20 luglio 1629 Pietro Bechaz (come confermato dal notaio Borbey) vi legò una messa dedicata a Santa Margherita. L'8 ottobre 1758, Pietro Barat, come confermato dal notaio Obert, vi legò dei capitali alla confraternità della SS. Trinità, istituendo messe da celebrare in Periasc nella festività di San Pietro e nelle due domeniche di fine mese, da aprile a dicembre. Una statua del XVI secolo, oggi rubata, raffigurava la Madonna ed il Bambino. Un'altra statua del XVI secolo, anch'essa sottratta, ritraeva invece Santa Margherita. Altre due statue raffiguranti i santi Pietro e Defendente (secolo XVIII) subirono la medesima, deprecabile sorte. 

Poco più in là, a monte del centro, si nota invece un rascard piuttosto imponente la cui trave riporta le incisioni IHS e 1761. Periasc ospita anche un'antica leggenda, forse poco nota: si racconta che attorno al 1200 vi si trovasse un laghetto, formatosi precedentemente in seguito ad un grande smottamento. Un giorno, però, il giovane figlio della nobile signora di Challant, Caterina, vi trovò la morte; la madre ordinò che il lago venisse prosciugato per restituirle il corpo, e così fu fatto. Purtroppo per la leggenda, tuttavia, bisogna ricordare che la nobile (ribellatasi al Duca di Savoia con Pietro d'Introd) non ebbe figli maschi. Un'altra leggenda, addirittura più fosca, concerne la vecchia segheria lungo il sentiero per Champoluc. Qui sarebbero stati uccisi i figli e la moglie di un geloso falegname, e le anime dei defunti vagherebbero ancora nel bosco circostante nelle notti di tempesta.

Nel 1951 l'opera Le Val d'Aoste di Jules o Giulio Brocherel definì Periasc (...) "blotti au pied de la côte, avec ses trois hôtels, qui invitent à passer de déliciouses vacances dans ce frais lieu de séjour". 

Periasc. Il sentiero 16B per l'alpe Boussolaz

Nel tardo agosto 2011, un gruppo di volontari ha aperto il sentiero 16B che, dai 1519 metri di Periasc, sale fino ai 2184 metri dell'alpe Boutsola o Boussolaz, nel folto del Bois de Cornu dapprima e del Bois de Maseruel poi. Mercoledì 24 agosto, Varasc.it ha percorso il nuovo sentiero che integra il precedente tracciato, ormai scomparso, proveniente dai 1515 metri di Cornu (sentiero 16). Anche questo sentiero verrà presto ripristinato; la recente cartografia non riporta ancora questo nuovo sentiero.

Il 16B copre un dislivello di circa 665 metri, per una percorrenza andata-ritorno di 6.85 km ed una difficoltà escursionistica. Pur provvisto di acqua potabile all'inizio del percorso ed in quota, presenta tratti ripidi che non lo rendono consigliabile a famiglie con bambini o ad escursionisti non debitamente allenati. Il tracciato 16B diparte poco sopra il parco giochi di Periasc, ove una vecchia palina cita Cleva Bella-Maserouel m. 2181, ore 3.30-4, riferendosi al sentiero 16. La poderale iniziale risale fino ad una massiccia struttura dell'acquedotto, dopo aver superato l'alpe Valeil (1652 metri). Qui, sulla sinistra della struttura in pietra e cemento, si notano i nuovi segni 16B in vernice gialla e nera. Il tracciato, subito ripido nel bosco, sale verso sud superando a 1700 metri un antico rudere sul lato destro del sentiero, seguito da alcune pietre infisse verticalmente nel terreno, per delimitare un confine ormai dimenticato. A 1732 metri si incontra un bivio, ove il 16B sale a sinistra (est); a 1866 si raggiungono le prime rocce, proseguendo verso meridione su tratto ripido e ben segnalato, in costa. A quota 1996 si nota un piccolo fronte franoso, raggiungendo poco dopo una bella fontana in legno a 2048 metri, alimentata da una sorgente poco discosta. A 2136 metri si accede ad una grande radura altamente panoramica ove, in vista dello Zerbion e del Picco Belin, sorgono i ruderi dell'alpe Boussolaz (2184 metri).

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