Colle Pillonet

 

Il colle Pillonet è un valico posto a 2702 metri di quota e N45 49.710 E7 39.730, 2698 m. sulla Carta dei Sentieri n. 1 dei Comuni di Ayas e di Brusson. Si trova sulla cresta intervalliva Ayas-Valtournanche, a sudovest del Grand Dent ed a nord-nordest del remoto Colle Tantané (2683), in posizione estremamente panoramica e dominante. Esso serve i paesi di La Magdeleine, Chamois e di Antagnod, con i villaggi limitrofi, da tempo immemorabile. Nonostante la semplicità del percorso e la comodità della salita, facilmente accessibile dal Barmasc, il Pillonet è un valico quasi dimenticato o addirittura non conosciuto in Ayas, come nel caso del vicino Colle Tantané; vengono preferiti il Colle di Nana, a nord, ed il Colle Portola, a sud. Come si vedrà, la salita al colle richiede una buona conoscenza dei punti cardinali e l'ausilio di una bussola, in mancanza di altri punti di riferimento. La difficoltà di salita è valutata in E dalla citata Carta dei Sentieri n. 1, anche se occorre ricordare la lunghezza del percorso e l'assenza di segnaletica continuamente visibile. Il dislivello, dai 1898 metri di Barmasc, è di 804 metri. E' disponibile una sorgente poco prima del colle. Il tempo necessario varia dall'ora e mezza alle due ore, vista l'elevata pendenza del tratto centrale del percorso e l'assenza di traccia.

Nel 1899, l'abbé Amé Gorret e Giovanni Varale descrissero il Pillonet nell'opera Guida illustrata della Valle di Challant o d'Ayas. E' il passaggio più facile tra Ayas e la Valtournanche e si può compiere in meno di 4 ore. Si esce a ponente di Ayas, seguendo la direzione di un antico filone di miniera abbandonata, detto di Terres Rousses, di cui si osservano tuttora scorie e residui; di là, proseguendo a nord del filone, si entra in un angusto vallone, da cui con ripida salita si raggiunge il colle. La discesa su Chamois è un po' malagevole fino al fondo del primo vallone, ove trovasi un laghetto. (...) Tra il colle di Portola e quello del Pillonet, apresi il Passo di Tantané (m. 2590), alla base del picco omonimo (m. 2735), affatto insignificante e pochissimo frequentato.

Nel 1928, l'Abbé Louis Bonin, nella rara opera "Vallée de Challand. Brusson - Guide et Folk-Lore", definì questo colle (...) C'est le passage le plus fréquentés entre Ayas et Valtournenche, 4 h. environ. Nel 1962, La Valle del Cervino di Francesco Cavazzaro descrisse questo passo: Costituisce il passaggio più rapido tra la parte inferiore della Valtornenza e la media val d'Ayas. Si trova tra le Grand Dent a N e il M. Tantané a S.

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Per quanto concerne Ayas, il sentiero è il 2A che diparte dal pianoro di Barmasc e, seguendo per un tratto il Ru Cortot, accede al colle in due ore con difficoltà E. Si tratta di un percorso semplice, adatto ad escursionisti allenati e capaci di affrontare una navigazione intuibile ma priva di traccia evidente.

Dal parcheggio di Barmasc si prende la strada sterrata che passa a sinistra del piccolo maneggio, superando poco oltre, sulla destra, la casa nativa di Giuseppe Obert, Pastore di anime nella lontana India. Si devia quindi verso nord, sul limitare del bosco, seguendo il percorso di una pista di fondo, raggiungendo in dieci minuti totali il letto del Ru Cortot, antico canale adibito nell'ultimo scorcio di Medio Evo (1393) ad irrigare i campi di Saint Vincent con le acque di Ventina e di Nana, per volere di Ibleto di Challant. Si segue sul lato destro prima verso est, poi di nuovo verso nord, il canale. Si raggiunge l'alpe Corneuil, un alpeggio che ospita un noto agriturismo, sul lato opposto del Ru; si valica difatti il piccolo canale e si sale a destra della costruzione, sul 2A, che in questo tratto è conformato a guisa di carrabile sterrata. Si procede verso settentrione sul rientro della pista sciistica della Miniera, proveniente dal Pian Pera, poi ancora verso nordovest, puntando la dorsale intervalliva ed i due evidenti coni di deiezione rossi delle antiche miniere. La strada compie una evidente curva a sinistra, verso sud e verso il Monte Zerbion, in un ampio boschetto; proseguendo si arriverebbe ad un anonimo alpeggio, posto a quota 2095 nell'alto Bois de Corneil. Si prosegue invece verso nord, puntando la Becca di Nana (Falconetta) e seguendo le "giraffe" per l'innevamento della pista, in un ambiente che d'estate ospita una messe multicolore di crochi maggiori, astri alpini, arnica, nigritella e molte altre specie vegetali. La pista prosegue alla volta del Pian Pera, segnalato dagli impianti bianchi. A quota 2160 si volta a sinistra nel prato, in assenza di segnalazione, puntando una evidente ed ampia roccia con segni gialli, tra cui il 2A. Una freccia gialla segue a circa 2200 metri, sempre nel prato, salendo verso nord - nordovest; si punta l'evidente cono di deiezione rossastro dell'antica miniera di rame sottostante il colle Pillonet, in attività dal 1725. L'abbé Bonin, in merito, definì Terres rousses questi coni, precisando (...) restes d'une ancienne minière de cuivre qu'on avait tenté d'exploiter.

A 2288 metri si volta a nordest, puntando il ben visibile massiccio del Rosa, seguendo frecce gialle e - nell'estate 2008 - piccoli ometti. A 2350 si sale verso nord, su prato, seguendo nuovamente ometti e segni gialli molto labili. A quota 2367 si incontra un breve tratto caratterizzato da fondo in ghiaia e sassi, con a destra (nordest) il Pian Pera. A 2390 si volta ad occidente, mentre intorno ai 2430 si ritorna a nord - nordovest, verso la cresta, nel prato in ridotta pendenza. Segue un tratto di pietraia interrata nell'erba, che punta fino alla base di una vasta e chiara parete rocciosa, ben visibile dal basso. La parte inferiore di tale parete, in una rientranza, custodisce una bella sorgente alla cui destra è stata posta da due coppie, il 15 agosto del 2006, una piccola Madonna. La targa recita: Maria, Madre di Dio e madre nostra, proteggi i viandanti che passano all'ombra di questa sorgente, sotto il tuo sguardo materno. Si nota il segnavia 2A sulla roccia. Da qui si prosegue verso occidente, risalendo il pendio e superando un rivolo, accedendo all'ampio e bello anfiteatro superiore, contraddistinto da affioramenti ferrosi e da erba, con due frecce gialle ancora visibili. In alto, verso occidente, si notano erte pareti con strani affioramenti rocciosi giallastri, che richiamano il colore dello zolfo. Ormai prossimi ai 2600 metri si procede sulla sinistra di una piccola conca petrosa, abbastanza ripida, con vecchi segni. A quota 2647 la traccia piega brevemente a sud, per poi tornare ad occidente seguendo le frecce gialle; in dieci minuti si perviene così al vasto colle Pillonet, che si presenta come il culmine del soleggiato pendio erboso, ampio e dolcemente declinante sia ad oriente che ad occidente, privo di ostacoli o affioramenti per lungo tratto. Vi è un piccolo ometto con segnavia 2A e freccia gialla, oltre alla targa che cita il nome del valico attribuendogli 2698 metri di quota.

Il panorama è giustamente rinomato, vista la moltitudine di vette che offre: per citarne alcune tra le più immediate, notiamo ad occidente la Grivola, il fiero Emilius, il monte Bianco, la Becca di Luseney, il Grand Combin, mentre a sudest notiamo il Monte Nery e le Dame di Challand, Becca Torché e Vlou. Procedendo lungo la cresta intervalliva verso nordovest, ovvero sulla destra per chi proviene da Ayas, si sale alla volta del Grand Dent, il quale richiede passaggi esposti di arrampicata, tratti di pietraia e terreno insidioso, in assenza di traccia e segnaletica.   

Durante la salita al Pillonet ed al Colle Tantané di lunedì 12 agosto 2013, il sentiero 2A è parso singolarmente ben tracciato e visibile, tra fioriture ancora tipiche del mese di luglio fino alla piccola sorgente con la statuetta della Madonna. La salita ha richiesto esattamente un'ora dall'inizio della pista della Miniera nei pressi dell'Alpe Corneuil.

 

 

 

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