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Vollon

Dè Tchampats è Lille su tanque i Groën, le pi bé pian dè teu Breutsón.

Da Brusson, 1991.

 

Frazione di Brusson posta tra i 1292 ed i 1300 metri di quota, ai piedi dei contrafforti della Punta Guà, Vollon è collocata in posizione N45 46.003 E7 42.995, a 2.2 km in linea d’aria da Brusson e ad 800 circa da Salomon, cui sale in 40 minuti un antico percorso, oggi sentiero 2B, difficoltà E. Secondo un raro volumetto, (...) Vollon surgit au pied du Mont de Salomon à l’écart des espaces cultivables.

A occidente, oltre il torrente Evançon, le sponde di roccia e boschi risalgono ripide lungo l’erta costiera proveniente dal Monte Zerbion, evidenziando la Cima Botta - più soprastante Extrapieraz che Vollon - e declinando fino al Colle di Joux situato ad 1.8 km. in linea d’aria dal paese. Attualmente Arcésaz, Vollon, Extrapieraz sono uniti a Brusson dalla moderna pista per sci di fondo Trois Villages. La storia di Vollon è antica. Lo testimonia l’antichissimo tumulo funerario preistorico, lungo circa 90 metri e dalla forma sub-ellissoidale, che Franco Mezzena, citato da Gianfranco Zidda, definì similare ad altri tumuli britannici, francesi e tedeschi. Ugo Torra citò documenti quattrocenteschi che nominavano le terras de Vuoloons come parte della signoria di Graines. Le decime ivi riscosse, unitamente a quelle di Soresmon ed a Fontisin, vennero cedute sin dal 1245 al Priorato di Saint Gilles di Verrès, da parte di Gotofredo o Gottofredo di Challant. Anticamente il toponimo era Vocon, comparso per la prima volta nella Carte du Théâtre de la Guerre del Bacler d’Albe, nel 1799.

Come illustrato nel sunto archeologico della Val d'Ayas realizzato da Varasc.it nel maggio 2010, la storia di Vollon ha conosciuto un'origine estremamente antica.

In seguito, lo storico Vuillermin ricordò la donazione, avvenuta nel 1678 da parte di tale Rollandin, di mezzo ducatone per la ricostruzione dell’antica cappella di San Pantaleone; anche il Torra notò come il campanile della chiesetta fosse pressoché identico a quello di San Valentino, a Brusson, (…) il campaniletto si dice sia stato costruito dagli stessi muratori. Questa cappella secondo Monsignor Edoardo Brunod sarebbe molto antica e più volte ricostruita nel corso dei secoli. Anch’egli ricordò la donazione del 1678, specificando per esteso il nome del benefattore, J. Jean Martin Rollandin; la struttura fu ricostruita nella seconda metà del XVII secolo. Una pregevole statua della Madonna, custodita nell’altare in legno intagliato e dorato del secolo XVIII, è stata da tempo rubata, nel 1973.

Architettura 

Oltre Brusson, la strada corre su morbide ondulazioni del terreno, premise Renato Willien nel 1975. Ti viene incontro, mentre osservi il paesaggio, il campanile della chiesetta di Vollon (m. 1298). E’ del tipo di quello di S. Valentino, ma più aereo, quasi dinoccolato. E, vicino alla chiesa, un rascard che siamo soliti chiamare il wagon-lit (senza timore di mancargli di rispetto). E’ lunghissimo, infatti, con le ruote sotto (meglio, i funghi). Ha pure un camino, a prua, che gli fa da ciminiera. Anche Jules Brocherel, ne Arte popolare valdostana, descrisse il medesimo, possente rascard citato da Renato Willien: (…) Caratteristica costruzione, sviluppata trasversalmente al solco vallivo, colla facciata esposta a meriggio. Consta di due corpi: al pianterreno, in muratura, si trovano la cucina, il tinello e la stalla; il corpo superiore, completamente in legname e poggiante sui tipici funghi, col gambo di legno e la testa di pietra, è diviso in tre ambienti.

Particolarmente interessanti le antiche abitazioni, oggi restaurate, addossate a poca distanza dalla nuova ed avveniristica cappella di Vollon. Nel 1963 le visitò lo storico Ugo Torra: Nella piccola frazione abbondano poi altri esemplari di rascards, di proporzioni però più modeste. Alcune case dalla patina antica sono semicrollanti, altre hanno subìto modifiche e miglioramenti. I tetti a lose hanno muffe stranamente colorate. Possiamo riscontrare: porte ad arco (anche in tufo), piccole finestre contornate in bianco, croci mauriziane incise nei legni, due porte sagomate appaiate in un rascard, e parecchie date sulle travi o anche sulle finestre: 1706 - 1731 - 1736 - 1776 - 1798 - 1825. Anditi scuri, piccoli meandri misteriosi forano le case… Come scrisse sapientemente Willien, (…) Bisogna percorrere lentamente questa strada del fondovalle e fermarsi sovente a rendere visita - e omaggio - a queste dimore antiche. E accostarvisi come si fa con le chiese di campagna. Qui c’è Dio. Là la Famiglia. Due entità ugualmente sacre.

La nuova cappella di Vollon, dalle forme slanciate e moderne, si erge sul margine di un ampio prato. Essa conserva il titolo di San Pantaleone, differenziandosi profondamente per forma e dimensioni dalla cappella più antica; Monsignor Edoardo Brunod ne scrisse, curiosamente, Non esiste né l’autorizzazione vescovile per la costruzione né il verbale di benedizione. Verosimilmente non fu neppure benedetta. Fu inaugurata al culto nell’agosto 1968.

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