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Fiery e Beau Bois

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Antico avamposto di media montagna, situato sulla testata superiore della Val d'Ayas al disopra di Saint Jacques, Fiery o Fiéry sorge a 1878 metri di quota in posizione N45 52.177 E7 43.708.

L'ambiente è altamente suggestivo, immerso nella penombra di un vasto lariceto e affacciato, a meridione, sull'alta conca di Saint Jacques e Blanchard, una zona storicamente ricca di fascino e suggestione. Il villaggio consta di un nucleo compatto e ridotto di antiche costruzioni, tra cui spiccano una cappella, una chiesetta oggi sconsacrata e adibita a piccolo bar, e la grande Pensione Bellavista, visibile da lontano, che custodisce una fonte sotterranea e perfino un antico forno. Il territorio di Fiéry confina inoltre con la vicina località di Beau Bois, a sua volta abbellita da un antico albergo abbandonato (la Casa Alpina Don Bosco) abbarbicato alla roccia e da un affascinante rascard ligneo, raggiungibile per chi proviene da Resy; le due zone sono sommariamente separate dal tracciato del sentiero numero 7 che da Saint Jacques-Blanchard sale dapprima alla volta del Pian di Verra, proseguendo quindi verso il Rifugio Ottorino Mezzalama. Il tempo necessario a raggiungere Fiery è di circa 20 minuti da Blanchard, la difficoltà pressoché nulla e la traccia ben segnalata, solitamente molto ben distinguibile anche in inverno. I boschi riparano l'area dal vento e dalle valanghe, rendendo ragionevolmente sicura la via.

Nella stagione invernale, Fiery è collocata lungo uno dei principali e più noti percorsi ciaspolabili, ovvero il duplice itinerario (sentiero 7 e strada carrabile) che sale al Pian di Verra Inferiore ed al soprastante Lago Blu. Dal febbraio 2010 gli abitati di St. Jacques, Fiery e Resy sono stati uniti dalla Traccia 1, contraddistinta da segnaletica rossa; questo nuovo percorso sale da Saint Jacques al Pian di Verra ed al Lago Blu via Fiery, raggiungendo quindi Resy e rientrando a Saint Jacques, con difficoltà "M", ed è destinato all'escursionismo invernale con ciaspole. A Blanchard si trova difatti una palina rossa per Fiery, cui vengono attribuiti 50 minuti di percorso; al Pian di Verra si notano invece due paline, afferenti a Resy ed al Lago Blu. La prima indica un'ora di percorrenza, la seconda si limita a 55 minuti. Queste paline recano la firma laterale del Sentiero Beato Per Giorgio Frassati

Malgrado le ridotte dimensioni dell'abitato, Fiery costituisce un importante punto di riferimento per numerosi percorsi. Innanzitutto il frequentato sentiero 7-7A che continua alla volta del Pian di Verra, del Lago Blu e del Rifugio Mezzalama. Alle spalle della Pensione Bellavista prosegue invece il sentiero 6C diretto nello stupendo ed ancora intatto Vallone di Cime Bianche ed al Bivacco Città di Mariano. Tutti questi percorsi sono debitamente evidenziati con paline e vernice gialla.

Un articolo di Silvana Bisotti, pubblicato nelle pagine de Il nuovo giornale, ha invece ricordato la salita di giovani dell'Azione Cattolica a Fiery, avvenuta domenica 4 luglio 2010. L'escursione è stata accompagnata da una messa; l'esperienza è stata inserita nel contesto del citato Sentiero Frassati di recente inaugurazione, realizzato appunto in ricordo del beato Pier Giorgio. Ulteriori spunti inerenti a questo villaggio, relativi all'epoca contemporanea, sono disponibili nella sezione Il primo turismo. Gli albori della tradizione alberghiera della Val d'Ayas attraverso le veline editoriali.

 

Fiery. Storia, ospiti e vicissitudini letterarie

Nel 1896, Giovanni Bobba e Luigi Vaccarone descrissero il paese di Fiéry - m. 1878 - Hotel des Cimes Blanches, con parecchie camere modestamente arredate e pulite. Questo alberghetto trovasi in bellissima posizione sulla pendice del monte rivestito da abeti e circondato dalle cime della Testa Grigia, del Tournalin, dei Gemelli ecc. E' di grande utilità per coloro che tendono da Valtournanche a Gressoney, o viceversa, e a Zermatt per i colli di Felik, di Verra, dello Schwarzthor, del Breithorn e di Ventina.

Nel 1904, un altro prestigioso testo parlò del piccolo abitato. (...) ai casolari di Fiéry, ove in altri tempi la famiglia Fosson aveva eretto un Albergo alpino. Questo Albergo è frequentato molto dagli Alpinisti, specie dagli escursionisti (touristes) che fanno la traversata da Gressoney per la Betta-Furka e proseguono per le Cimes-Blanches; o pel Saint-Théodule, o pel Breuil; è pure frequentato da quanti rimontano la Valle per recarsi o a Gressoney o in Valtournanche e dai pochi alpinisti che si recano alla Capanna Quintino Sella sul dorsale fra il vallone di Verra ed il ghiacciaio del Lyskamm.

Nel 1962, Francesco Cavazzani scrisse nell'opera La Valle del Cervino: Albergo di Fièry in Val d'Ayas (m 1878). Oltre Champoluc e S. Jacques, allo sbocco dei due valloni di Cortoz e Verrà, in stupenda posizione entro una magnifica pineta di larici, sorge l'albergo di Fièry (40 letti), ultimo residuo di un romanticismo destinato a soccombere contro l'irrompere della civiltà motorizzata ed atomica. Qui veniva spesso l'abate Gorret quando l'intera vallata d'Ayas non aveva la rotabile ed ecco l'itinerario, tra satirico e confessorio, da lui tracciato: «Partir de Verrés à une heure exemplaire, boire par Challand quand on peut rencontrer du bon vin, s'arreter à Arseza pour s'atterer en buvant, revenir boire à Brusson. De là, laissant couler tranquillement l'eau, boire du vin le long de la route et arriver à Fièry pour boire encore et du bon vin, puis dormir come on ne peut dormir que là». Mentre in passato l'albergo restava aperto tutto l'anno, attualmente è in funzione soltanto durante la stagione estiva. Fièry, e più ancora il vicino S. Jacques, è un vero crocevia alpino. Infatti verso E il vallone di Cortoz mette in comunicazione tanto con la conca di Cervinia, quanto con il Teodulo e la Testa Grigia; verso N si risale al rif. Mezzalama con possibilità di ascensioni al Breithorn, Castore, Polluce, ecc.; verso E si sale a Résy e lungo il vallone della Bettaforca si perviene al colle omonimo: da questo si può scendere a Gressoney la Trinitè oppure, volgendo a s., salire alla capanna Quintino Sella.

Fiery sorge sulla sinistra del sentiero, dopo una svolta debitamente segnalata, nel folto del bosco di conifere. Vi si incontra dapprima una chiesetta, da alcuni anni riattata in un petit bar estivocon terrazza panoramica; appena oltre sorge, ben più massiccia, la chiara facciata della storica Pensione Bellavista o Bellevue, nota per aver ospitato il poeta crepuscolare Guido Gozzano (1883-1916). Il letterato vi soggiornò più volte, durante le stagioni estive del 1906 e del 1907, insieme agli amici Giannino Antonio Traversi, Giuseppe Antonio Borghese, Leonardo e Giovanna Borgese, Alfredo, Pier Giorgio e Luciana Frassati, Romolo Murri, Francesco Pastonchi, Salvator Gotta. Durante una successiva permanenza, il poeta incise su una persiana dell'albergo i versi Chi sono? E' tanto strano \ Tra tante cose strane \ Un coso su due gambe \ Detto Guido Gozzano. Fiery-8-VIII-1910. E' ricordato da una targa risalente al 1957; maggiori informazioni sono reperibili nel volume La Pietra e il Sogno di Roberto Taioli, edito da Stylos a Torino, nel 2004.

Anche la famiglia Frassati trascorse le vacanze a Fiery, come ricorda una seconda lapide risalente al 1968 e posta dal Gruppo Italiano Scrittori di Montagna e dalla Società delle Guide d'Ayas. Tra il 20 ed il 21 giugno 2009, difatti, è stato inaugurato il Sentiero Beato Pier Giorgio Frassati, un percorso devozionale e spirituale di circa 5.30 ore esteso da St.Jacques a Fiery ed all’alpe Varda, dal Pian di Tzére al Pian di Verra Inferiore e quindi a Resy, rientrando nuovamente a Saint Jacques. Il progetto è stato ufficialmente presentato venerdì 19 giugno 2009 presso la Sala Convegni del santuario biellese di Oropa, mentre la notizia è stata divulgata ne Lo Scarpone di giugno 2009, pagina 15, nel trafiletto "Sentieri Frassati". Fiery ospita infine una recondita cappella privata, dedicata alla Sacra Famiglia e decorata con un quadro di Sant'Anna dell'artista biellese Crida, oltre che da una Deposizione di Pietro Canonica. Questi, grande amante di Fiery, vi aveva acquistato una casetta; è infatti ritratto in vesti di pastore nella Natività del pittore Quaglino. Quest'ultimo aveva dipinto la Guida alpina Antonio Fosson nel ruolo di San Giuseppe.

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