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Saint Jacques

Nota importante (luglio 2014): Proteggi il Vallone delle Cime Bianche grazie al Fondo Ambiente Italiano!

 

Raggiungibile da Champoluc tramite la Strada Statale 606, l'antico abitato di Saint Jacques si trova a 1689 metri di quota, N45 51.688 E7 43.872. Piacevole meta, chiude la Val d'Ayas come ultimo abitato di una certa grandezza, ai piedi del massiccio del Rosa; un tempo fungeva da trait d'union tra la vallata ed il soprastante paese di Resy, abitato per tutto l'anno fino a pochi decenni fa. Il suo toponimo è ovviamente riferito a San Giacomo (Maggiore), figlio di Zebedeo e Salomé.

Importante punto di partenza ed arrivo per numerosi itinerari, tra cui il recente Sentiero Beato Pier Giorgio Frassati, St.Jacques è un tipico paesino di montagna che, seppur ormai corredato da alberghi e normali servizi urbani, presenta ancora una vecchia conformazione urbanistica: raramente le abitazioni hanno potuto aver ragione della natura rocciosa e scoscesa del luogo, come è evidente al primo sguardo. "(...) San Giacomo d'Ayas, the highest village in the valley of that name": così scriveva l'inglese John Ball, presidente dell'Alpine Club dal 1858, riferendosi alla sua salita del 1840, descrivendo le proprie avventure alpinistiche in Zermatt in 1845. Peaks, Passes and Glaciers (London, 1859).

In anni recenti, Saint Jacques è stata coinvolta dal progetto (20116-2018) di una centralina idroelettrica privata, installata al Pian di Verra Inferiore. E' inoltre tuttora minacciata (gennaio 2018) dal progetto di un collegamento funiviario nel Vallone delle Cime Bianche.

 

Saint Jacques, Saint Jacques des Allemands. Tra storia e letteratura

Come anticipato, dunque, si tratta di un borgo dalle antichissime origini, sede della prima colonia Walser proveniente dal Vallese, insediatasi nelle terre del monastero di San Maurizio d'Agauno intorno all'anno mille. Traccia di questo nobile retaggio è rimasta fin quasi ai giorni nostri, quando la testata della Val d'Ayas veniva ancora definita abitualmente Canton des Allemans. Nel 1928, l'Abbé Louis Bonin, nella rara opera "Vallée de Challand. Brusson - Guide et Folk-Lore", definì tale zona Quartier des Allemands. In quegli anni, tuttavia, il paese era ancora collegato a Champoluc da una strada stretta e disagevole, come ricordano le pagine scritte dal Bonin: (...) On projette actuellement d'elargir la route qui relie Saint Jacques à Champoluc, afin de la rendre accessible aux gros véhicules. Des raisons urgentes, au point de vue stratégique et commercial, en conseillent la construction. 

Ulteriori spunti inerenti a Saint Jacques, relativi all'epoca contemporanea ed al primo avvento del fenomeno turistico, sono disponibili nella sezione Il primo turismo. Gli albori della tradizione alberghiera della Val d'Ayas attraverso le veline editoriali.

La chiesa di Saint Jacques avrebbe anch'essa origini antiche: secondo il canonico Clos  il Papa Onorio III le avrebbe concesso alcune indulgenze, nel lontano 1227. Papa Alessandro VI, nel 1500, ne concesse altre; l'edificio venne ricostruito nel 1872, alzandone il livello del pavimento per tema delle frequenti esondazioni del vicino e turbolento Evançon. Alcuni affreschi, scoperti nel 1958 nell'abside, come ricordato da Monsignor Edoardo Brunod, risalgono inoltre al secolo XV o XVI. Renato Willien, nell'ottima Nouveau Guide de la Vallée d'Aoste (1968), la ricorda a pagina 99: (...) "Il faut absolument visiter la chapelle de Saint Jacques. C'est un des rares exemples de restauration effectuée avec capacité sur un édifice sacré d'une remarquable valeur artistique". 

Nel 1929, l'Abbé Joseph-Marie Henry scrisse: On ne connait pas la date de la fondation de la chapelle de Saint Jacques d'Ayas. Ce qui est certain, c'est qu'elle était déjà dans toute sa pompe en 1227, puisque cette année-là nous la voyons enrichie d'indulgences par le pape Honorius III. Cinq cents ans plus tard, le 30 juin 1712, un Valtornein, Jean-Pierre Pession, fonda la rectorie annexée à la chapelle. Secondo lo storico rimase a lungo il problema della carenza di un rettore, risolto il 24 ottobre 1768 conune augmentation de fondsper un sacerdote, "obbligato" a risiedervi ed a celebrarvi la messa, surtout les dimanches et les fêtes. Henry asserì inoltre cheLa paroisse d'Ayas, qui existait déjà comme celle de Brusson vers 600, fut peuplée déjà à cette date par des colonies allemandes qui établirent leurs premières maisons au sommet de la paroisse, à la Varda soit à Nanha. Saint-Jacques d'Ayas est appelé encore, on le sait, Saint-Jacques des Allemands. (Tema ripreso da Augusta 2014, p. 41).

Nel 1899, l'abbé Amé Gorret e Giovanni Varale descrissero Saint Jacques nell'opera Guida illustrata della Valle di Challant o d'Ayas, oggi alquanto rara. Frazione del comune di Ayas, è situato in una chiostra erma e selvaggia, fra alte e boschive montagne. Ivi regna una solitudine profonda ed un silenzio non interrotto che dal rumore delle spumanti acque che scendono in cascatelle dai valloni di Verra e Ventina a formare l'Evançon. Auspicando la costruzione della strada, ferma all'epoca a Champoluc, gli Autori (e soprattutto, per i motivi spiegati in seguito, Gorret!) ne elencarono le ragioni ed i benefici: tra questi, Speciali considerazioni d'indole strategica e logistica, essendo a St-Jacques e non altrove, che il governo dirige nuclei di truppa, durante il periodo delle esercitazioni e manovre alpine; per cui la costruzione della strada verrebbe ad assumere, anche da ciò, una speciale importanza, accresciuta inoltre dalla vicinanza della frontiera svizzera, per la sorveglianza doganale ch'essa richiede.

Particolarmente interessante era il piccolo sagrato della chiesa, formato da ciambelle di pietra ollare, un materiale molto importante nell'antica economia della zona. Nell'ambito dei lavori di restauro dell'anno 2006, il piccolo sagrato è stato inizialmente asfaltato; le piastrelle sono state successivamente rimesse in sede, una volta terminati i lavori. Del 1712 è invece la rettoria retrostante, fondata come premesso da Henry grazie a Jean-Pierre Pession (su istruzioni testamentarie del padre, Jean André, risalenti al 30 giugno 1712), che dal 1768 ospitò anche la scuola. Qui visse ed insegnò per ventuno anni il celebre curato Amé Gorret, autore della bella Guida appena citata; il suo "esilio" è ricordato tuttora da una targa; nel 2007 si celebrò la ricorrenza dei cento anni dalla sua scomparsa, ricordata da un convegno tenutosi a Champoluc, il 18 agosto 2007.

Nel 2013, infine, è stato pubblicato un bel volume dedicato ai 50 anni della Baita Albese, recensito nell'aprile 2015 da Varasc.it.

La segnaletica invernale

Nota di sabato 13 febbraio 2010. Gli abitati di St.Jacques, Fiery, Resy sono stati uniti, nella stagione invernale 2009-2010, dalla nuova Traccia 1 evidenziata dalla segnaletica rossa. Tale percorso sale da Saint Jacques al Pian di Verra ed al Lago Blu via Fiery, raggiungendo quindi Resy e rientrando a Saint Jacques, con difficoltà "M", ed è apparentemente destinato all'escursionismo invernale con ciaspole. A Blanchard si nota una palina rossa per Fiery, cui vengono attribuiti 50 minuti di percorso. Al Pian di Verra si notano due paline, afferenti a Resy ed al Lago Blu: la prima attribuisce una tempistica di un'ora, la seconda di 55 minuti. Queste paline recano la firma del Sentiero Beato Pier Giorgio Frassati.

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