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Rifugio Quintino Sella al Felik

Situato su un vasto pianoro a 3585 metri di quota, in posizione N45 54.058 E7 47.562, il Rifugio Quintino Sella è di proprietà del Club Alpino Italiano della sezione di Biella. La zona è collocata a valle del Colle di Felik o Felikpass (che conferisce il nome allo stesso pianoro su cui sorge il rifugio) e del Ghiacciaio del Castore, in un ambiente glaciale di grande fascino ed importanza per la salita al Monte Castore, al Naso del Lyskamm ed ai contigui Lyskamm; così come i rifugi Mantova, Gnifetti, Guide d'Ayas al Lambronecca, Guide del Cervino e Teodulo, il Rifugio Quintino Sella è inoltre una tappa importante dei tour del Monte Rosa e delle traversate alpinistiche alla volta della Confederazione Elvetica. E' inoltre il punto d'arrivo o di partenza dell'affascinante Traversata integrale del Monte Castore, più volte effettuata da Varasc.it (2010, 2013, 2015, 2016 e annullata nel 2017).

Il Rifugio Quintino Sella. Storia e caratteristiche

Ai piedi del rifugio nasce la cresta spartiacque tra la Valle del Lys e la Val d'Ayas. Il toponimo della struttura ricorda l'omonimo fondatore del CAI e primo ministro del Regno, deceduto nel 1884, mentre il rifugio consta di tre costruzioni principali: la vecchia “capanna”, adibita a rifugio invernale ed utilizzata d'estate nei periodi di affollamento, il rifugio moderno inaugurato nel 1981 alla presenza di un migliaio di ospiti ed infine la recente struttura che ospita i bagni, sulla destra del corpo principale del Sella. Tale struttura è stata ampliata nel 2005; il 4 settembre 2010, come celebrato a più riprese dalla stampa, sono ricorsi i 125 anni dalla decisione di costruire questa importante struttura. Nell'estate 2011 il sentiero che sale al rifugio è stato interamente ripulito e rinnovato. Alcuni problemi relativi alla fossa biologica del rifugio sono stati rilevati nella tarda estate 2011.

Il rifugio sfrutta un sistema fotovoltaico a sessanta pannelli realizzato dalla ditta ENEL, con capacità di 36 kw; è stato recensito ed accuratamente descritto nel manuale Le Vette della Val d'Ayas. La capienza nominale ammonta a 142 posti letto, compresi i circa 25 del vecchio rifugio esterno; la struttura ospita al primo piano l'ingresso con vestibolo per le attrezzature, l'ampio salone per pranzi, cene e colazioni e le cucine. Il secondo piano è suddiviso in camerette da otto posti in letti a castello affiancati, il terzo in un caratteristico e panoramico camerone; gli interni sono accuratamente perlinati. Per quanto concerne i recapiti, il numero telefonico è 0125 366113 mentre è disponibile un indirizzo di posta elettronica. Il gestore Alfredo Favre risponde al numero 0125 307263; ben noto è il sito ufficiale del Sella.

Rifugio Quintino Sella. Avvicinamento e salita

Varasc.it è salito più volte al Sella, sia proseguendo verso il Castore che per singole escursioni, soprattutto negli anni 2001-2017. Si tratta di una salita molto intensa, a causa della lunghezza e della presenza di difficoltà tecniche nell'ultima fase: l'ascensione comporta un dislivello di 1896 metri dalla piazza di Saint Jacques e, per chi volesse salire con gli impianti da Stafal, di 913 metri dall'arrivo della funivia soprastante il Colle della Bettaforca. Il tempo necessario ammonta a 5.30/6 ore da Saint Jacques, ridotte a sole 3 per chi sale dalla Bettaforca. Il sentiero di pertinenza è il numero 9, la cui difficoltà è valutabile in E fino agli impianti suddetti, EE in seguito; l'ultimo tratto, attrezzato con canaponi, piccoli mancorrenti metallici ed un ponticello, è aereo, esposto e suggestivo, richiedendo assenza di vertigini e sicurezza di piede. Alcuni tratti, se innevati come nel mese di luglio 2016, richiedono particolare cautela.

La salita ha inizio dalla piazza di Saint Jacques. Si contorna verso destra l'antica chiesa, superando la lapide dedicata ad Amé Gorret alle sue spalle e, seguendo la segnaletica, si prende il sentiero 9 che risale nel bosco fino alla baita privata Rejache, al cui fianco si trova la Fontana dello Scoiattolo con lapide dedicata a Pier Giorgio Frassati. Fin qui giunge una strada che, dall'anno 2005, ha dissacrato l'antico e silente bosco di conifere; poco sopra il sentiero incontra le due case dell'alpe Raccard, in fase di restauro dall'inverno 2007 all'inverno 2010. Dopo circa tre quarti d'ora, il numero 9 accede quindi a Resy, ponendo termine al primo e ripido tratto del percorso. Dall'avenue de l'Ermeto, vale a dire dal ristretto spazio antistante il Rifugio G. B. Ferraro di Resy, si procede su strada sterrata verso oriente, in semipiano; sulla destra si aprono i ridenti pascoli del Vallone di Bettaforca. A 2160 metri si oltrepassa il bivio per il Palon di Resy; dopo gli impianti Leitner, ignorando il bivio che porterebbe verso le propaggini boscose del Monte Crest e di Soussun, la strada si inarca lungo una ben evidente salita erbosa, alla cui destra, in una profonda conca ai piedi del Monte Bettaforca e della Quota 2828, si trova il Lago Forcaz. Si raggiunge quindi il Colle della Bettaforca, dove termina la parte più agevole dell'itinerario. Da qui si notano, nell'estate 2017, imponenti lavori di sterro nel medio Vallone della Forca, a lato degli impianti di risalita per il colle.

Una volta al Colle della Bettaforca, oltrepassati gli impianti provenienti da Stafal e Sant'Anna, il sentiero numero 9 corre in zona sabbiosa, ad oriente e sotto la rocciosa Punta Bettolina. Si affronta una breve ed erta salita, tenendosi sul fianco di abrasive e suggestive formazioni rocciose, spesso rifugio di contemplativi stambecchi; vi si trova una piccola lapide in memoria di Ferruccio Canale, 1932-1985. Si prosegue attraverso vasti e lunari piani postglaciali, colmi di detriti rocciosi e di bassa vegetazione d'alta quota, oltre che di occasionali e gelide polle di fusione. Verso nord, maestoso, brilla il Monte Castore; al suolo si nota la segnaletica del numero 9, dipinto a mano in vernice rossa, su fondo bianco, oltre che in nuova vernice gialla bordata di nero. A circa 2900 metri si supera il Passo Inferiore della Bettolina, rimanendo sempre lungo il bordo sinistro dei vasti pianori concatenati; la pendenza non è mai eccessiva e la progressione agile, il sentiero ampio e ben evidente anche nei tratti privi di segnaletica. Ricorrono frequenti cartelli gialli con dicitura Interdiction de Chasser.

Si raggiunge il Colle Superiore di Bettolina a quota 3106, debitamente segnalato al punto di unione tra i sentieri 8 e 9. Osservando con attenzione alla propria sinistra, al termine di un pianoro a quota 3150 metri, si scopre una curiosa e gloriosa costruzione, pressoché mimetica e perfettamente integrata nell'ambiente: si tratta dell'antica Capannina del Mulo, visibile solo al momento in cui le si passa immediatamente a lato, poiché costruita con le stesse rocce rossastre della dorsale spartiacque. Coperta da possenti e spesse lastre, la Capannina segnava l'estremo limite cui giungevano gli animali da soma utilizzati per la costruzione, i rifornimenti ed il rinnovo del vecchio rifugio; dalla Capannina scompare l'abbagliante visione del Castore, con l'avvicinarsi dell'erto pendio detritico finale. Ridotta a deposito di rifiuti per molti anni, è apparsa perfettamente pulita nel 2017. Dopo un tratto in salita, la cui parte terminale è particolarmente ripida e su terreno sabbioso, si esce in una piccola e panoramicissima intercapedine rocciosa lungo la cresta, a quota 3250 metri; impressionante la visuale a nordovest, verso i Breithorn.

Da qui si piega verso destra, in salita, attraversando pendii di rocce sorprendentemente chiare prima, grigiorossastre e compatte poi; l'erto pendio, che dal basso non pare mostrare alcuna traccia di percorso, è contraddistinto da abbondanti ometti, mentre i vasti nevai che vi restano per buona parte dell'estate nascondono le evidenti orme di centinaia e centinaia di alpinisti. La china culmina a 3450 metri in un poderoso dosso roccioso, cosparso di grigi detriti e sormontato da un grande ometto, simile ad un mastodontico pagliaio; da qui nasce l'ultimo tratto di cresta, ben più aerea ed esposta, attrezzata - come premesso - con canaponi fissi e un piccolo, indispensabile ponte. 

In occasione dell'ascensione al Castore del 12-13 agosto 2011, il sentiero numero 9 è apparso interamente rinnovato nel tratto Colle della Bettaforca-Rifugio Quintino Sella al Felik. Una squadra di operai, al lavoro nel periodo estivo, ha rifatto la segnaletica in vivace vernice gialla bordata di nero, risistemando il fondo del sentiero nei tratti di pietraia. Il tratto attrezzato in cresta, usualmente provvisto di canapone e gradini in pietra, è stato fornito di innumerevoli mancorrenti metallici che fungono sia da appoggio per i piedi che da balaustra, simili a quelli impiegati lungo la salita al Corno Bussola. La percorribilità dell'intero sentiero, grazie a queste modifiche, è notevolmente aumentata. Nel luglio 2013, durante la seconda traversata integrale del Monte Castore, si sono notati nuovi e comodi canaponi blu di sicurezza. Anche nel mese di luglio 2015 l'aerea cresta del Sella è parsa in ottime condizioni, mentre nel mese di luglio 2016, di nuovo al ritorno dalla quarta traversata del Castore, lo straordinario innevamento fuori stagione ha richiesto una certa cautela in discesa. Eccellenti le condizioni della cresta e della sua dotazione anche il 2 luglio 2017.

Ad ogni modo, il tratto in cresta richiede particolare attenzione in caso di presenza nevosa o glaciale, senza abbandonare  la presa sulla corda fissa; alcuni brevi passi si svolgono su roccia ampia e lievemente inclinata, liscia, mentre altri avvengono su appositi gradini artificiali, oltre che sui nuovi mancorrenti installati nel 2011 e sui canaponi del 2013.

La cresta procede in lieve e costante salita, nonostante alcuni saliscendi; uno di questi cela la targa metallica in memoria della giovane biellese Eleonora Torchio, mancata nel 1986 per colpa di un fulmine. Superato il ponticello ligneo il percorso attrezzato piega a destra, contornando un massiccio sperone di roccia rossa. Si sale più ripidamente, in meno spazio, affrontando in ultimo alcuni elementari passaggi di arrampicata, sempre attrezzati; dopo una curiosa roccia orizzontale con una scomoda fenditura centrale si torna sul filo di cresta vero e proprio, là ove l'ultimo paletto di ferro ancora il provvidenziale canapone al suolo. Si è quindi giunti all'inizio del vasto pianoro del Felik, alle cui spalle inizia, dopo mesti nevai, il ghiacciaio.

Qui sorgono le tre strutture del rifugio Quintino Sella, premesse sul bordo destro del piano da un tripode con pluviometro metallico, sormontato da un'asta per bandiere; la vasta conca vede, sulla sinistra, una piazzola per elicotteri e, occasionalmente, le tende del Ferrino High Lab. Più oltre ancora, proprio sul bordo occidentale, sorge un alto ometto da cui si è soliti ammirare il tramonto. Il panorama è difficilmente descrivibile a parole, sia a nord ove campeggiano immediatamente i possenti Quattromila del confine, sia a sud, ove una sterminata teoria di vette pare stendersi fino ai piedi del lontano Monviso. Sia come salita a sé stante che nell'ottica di un'ascensione alpinistica, è dunque altamente gratificante ammirare la bellezza di questo spazioso nido d'aquila arroccato ai piedi del Colle di Felik.

 

Rifugio Quintino Sella. Storia, letteratura e bibliografia

In conclusione, due parole sulla storia di questo affascinante avamposto d'alta quota, noto in tutto il mondo. L'inaugurazione della prima struttura avvenne il 15 agosto 1885 alla presenza di ventinove alpinisti, tra cui spiccava la figura del politico Sidney Sonnino; secondo Luciano Chiappo, autore dell'articolo Capanna Quintino Sella. 125 anni di fondazione pubblicato ne Brich & Bòcc n.68, 1. 2010 la spesa ammontò a 1388.45 Lire.

Con il passare degli anni tuttavia il rifugio si deteriorò, come osservato dal Commendator Emilio Gallo nell'aprile del 1903; egli propose quindi di costruire una nuova struttura. Nel 1906 si trasportarono in quota 150 quintali di materiale e, nei primi mesi del 1907, venne realizzato il nuovo rifugio con spazio per 25 persone. Il 27 luglio 1924 la Capanna Sella venne nuovamente ampliata, visto il sempre maggior numero di presenze, con benedizione del parroco di Gressoney-Saint-Jean, don Ballot. Si verificarono tuttavia svariati distacchi franosi, in particolar modo quello del 1936 che dal fronte glaciale scagliò fino al Pian di Verra Superiore ben 200.000 metri cubi di roccia, uccidendo alcuni animali domestici; per tali motivi la struttura originaria venne spostata più volte. L'ultimo di questi interventi obbligati avvenne nel 1945, con una spesa (notevole, dopo tanti anni di guerra) di 814.092 Lire.  

Nel 1899, l'abbé Amé Gorret e Giovanni Varale descrissero la Capanna Quintino Sella nell'opera Guida illustrata della Valle di Challant o d'Ayas. Dal Passo di Bettolina si giunge in 3 ore e 1/2 alla Capanna Q. Sella, seguendo verso nord il frantumato crestone del contrafforte Lys-Evançon. (...) Questo rifugio interamente in legno, delle dimensioni di m. 5x2x3, ideato dal compianto senatore Costantino Perazzi, fu costrutto nel 1885 dalle Sezioni riunite del C.A.I. di Biella e di Varallo e sorge presso l'estremità superiore dello spigolo roccioso o contrafforte, che separa la valle di Gressoney da quella d'Ayas e sopraincombe a levante sul Ghiacciaio di Felik ed a ponente su quello piccolo di Verra. La baracca consta di due camerette, ed è dotata di una stufa e di arnesi da cucina e coperte. Ad una delle pareti fu affissa una targa in bronzo coll'effigie di Q. Sella e con un'iscrizione. (...) Nel 1885, Alessandro Sella dalla capanna salì al Castore, scese sul Ghiacciaio di Verra e andò al Colle del Théodule. Perazzi rifece la via in senso inverso. Il cav. Vittorio Sella, il 9 agosto 1886, aprì una nuova via, transitando, colla sua signora e due sorelle, sulla costola ovest del Castore e percorrendone trasversalmente i fianchi meridionali e occidentali.

Nel 1923, l'opera Itinerari alpini V. Dall'Attendamento S.A.R.I. in Valle d'Ayas descrisse a sua volta il rifugio. Rifugio Quintino Sella, m. 3601. Della Sez. di Biella del C.A.I. - Sorge sulla estremità superiore del crestone spartiacque, fra il ghiacciaio del Felik a levante ed il piccolo ghiacciaio di Verra a ponente. Può contenere comodamente una quarantina di persone e durante la stagione estiva ha servizio di custodia e di provviste.

Edito nel settembre 1925, Gruppo Monte Rosa di Amilcare Bertolini e Giuseppe F. Gugliermina descrisse il Rifugio Quintino Sella (3601). Sorge su uno sperone della cresta che separa un affluente del Piccolo gh. di Verra dal gh. di Felik, a S. dalla Punta Perazzi (propr. CAI, sezione di Biella; servizio d'albergo dal 15 luglio al 30 settembre; capace di 60 persone; camere separate a pagamento). Da FIERY, per sentiero (ore 6).

Nel 1928 l'abbé Bonin attribuiva al rifugio la quota di 3601 metri, commentando (...) Ce Refuge alpin, tout en bois et mesurant m. 3 x 2, est dû à l'initiative du Senateur Perazzi. (...) La Cabane (...) est attachée à la roche, avec d'énormes clefs en fer et l'intérieur est divisé en deux pièces, capables de longer 60 personnes, avec meuble de cuisine, fourneau et couvertures. Nel 1966 lo scrittore Mario Aldrovandi ricordava tra i suoi creatori l'albergatore Daniele Thedy ed il barone Luigi Beck Peccoz.

L'attuale struttura, come anticipato, venne inaugurata il 29 agosto 1981, con la spesa record di circa mezzo miliardo di Lire. Tuttora in perfetta efficienza, costituisce un avamposto di rara bellezza e valore storico nel cuore delle Alpi, in alta quota.

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