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Cleve di Moulaz

Nota: la Galleria fotografica riporta anzitutto cinque immagini relative alla traversata Allesaz-Cleve di Moulaz-Graines del settembre 2014, cui seguono le foto più vecchie.

Nota ulteriore: Questa pagina dispone di un tracciato GPS scaricabile nell'apposita sezione.

 

 

L’ampia dorsale interna alla Val d’Ayas che nasce dai 3075 metri della Becca Frudiera o Mont Nery, proseguendo a dividere i valloni di Graines (a nord) e Chasten (a sud) con le elevazioni della Punta di Soleron e Punta Champlon, si biforca in due creste separate in corrispondenza della Champlon stessa. La cresta meridionale che ne risulta si abbassa fino ai 1885 metri dell’alpe Moulaz, mentre quella nordoccidentale, più lunga, corre oltre l'obliato passo di Nanta o della Forchetta (2207) verso la Cleve di Moulaz (2241) e la Becca Meriau (2197).

L’ultimo tratto di questa cresta nordorientale, ben visibile dall’alpe Moulaz, si presenta come una sorta di “prua” slanciata e dai fianchi ripidi, il dorso frastagliato da piccole gobbe e rilievi: dorata in autunno e candida in inverno, sembra puntare direttamente la ben più panciuta Testa Comagna, dal lato opposto della valle. Le Cleve di Moulaz sono raggiungibili sia da sud via Allesaz via alpe Moulaz, sia da nordest dal Vallone di Graines, offrendo quindi una piacevolissima possibilità di traversata ed itinerario ad anello.

 

Cleve di Moulaz. Salita da Allesaz

In caso di innevamento abbondante, questo percorso è da evitarsi per pericolo di valanghe. Il sentiero è il numero 5, il dislivello da Allesaz è di 1121 metri, con saliscendi. La difficoltà è escursionistica, salvo in caso di neve o ghiaccio sui sentieri; in caso di piogge recenti, come specificato nella pagina dedicata all’alpe Moulaz, è meglio soprassedere. Dal villaggio occorre salire per 1.30 ore alle Cleve, a meno di trovare neve o ghiaccio.

Giunti all’alpeggio occorre semplicemente risalirlo fino ad arrivare alla sua parte superiore, dove alcune malghe abbandonate incorniciano un piccolo spiazzo: ad oriente e dietro di esso, impossibile sbagliarsi, una piccola cappella ed un albero segnano il confine superiore del villaggio, oltre al quale i prati risalgono fino ai piedi dei poderosi contrafforti occidentali della Punta Champlon. Al suolo vi è una vecchia freccia gialla, che tuttavia indica la punta medesima, e non le Cleve. Alla nostra sinistra notiamo lo spazio tra due malghe, la più lontana delle quali presenta una facciata in cui campeggia una sola finestra, esattamente sulla verticale di una piccola porta, entrambe delle quali con belli architravi lunghi più del doppio del necessario.

Qui si passa per riprendere il sentiero che rientra subito nel bosco di conifere: un ultimo colpo d’occhio a nordovest ci permette di scorgere la cresta delle Cleve, frammista ai rami, apparentemente vicina. Il sentiero (lo si vedrà bene dalla vetta) descrive un ampio semicerchio costantemente in piano, a mezza quota sul valloncello di Champlon e sotto le propaggini nordoccidentali della Punta omonima. Supera tre ripidi canali laterali che cadono dall’alto sulla nostra destra, convogliando in inverno le valanghe e le scariche: l’ultima parte del semicerchio ci porta ad uscire dai boschi sotto le Cleve, risalendo sui ripidi pendii meridionali di erba olina. Il 23 aprile 2017, l'ultimo di tali profondi solchi verticali è parso ad esempio troppo innevato, con neve ghiacciata, per superarlo in sicurezza senza attrezzatura.

La pendenza del tracciato resta quasi sempre modesta perché sale diagonalmente, terminando in un tratto lievemente più ripido in cui descrive una sorta di “Z”: alla massima sinistra del percorso, prima di tornare a salire verso destra, puntiamo una vecchia croce in ferro arrugginito, abbattuta e ripristinata nel 2014, posta appena sotto la “prua” della cresta sovrastante in modo da esser visibile dal basso.

Ancora pochi minuti e si raggiunge l’ampia dorsale delle Cleve, con un panorama magnifico e ventoso: finalmente si apre sotto di noi il Vallone di Graines. Sulla destra lungo la cresta sommitale si trova un modesto rialzo che ci presenta un versante d’erba e roccia, ricco di appigli ma da evitarsi per chi soffre di vertigini o non si sente a suo agio su questi terreni. Pochi metri tra la pungente olina e giungiamo alla vetta vera e propria, contrassegnata da un modesto totem al cui centro si alza una singola pietra dipinta di bianco, marcata con una criptica (e parimenti bianca) “B”. Ci troviamo a 45° 44’ 15.7’’ N, 7° 46’ 33.0’’ E, a 2241 metri. Il panorama è sensazionale. A sudovest notiamo il lontano Avic e la conca aostana, il monte Bianco e più oltre Brusson ed il Monte Zerbion. A nord-nordovest la Punta Guà, il Corno Bussola, la Punta del Lago e la Punta Palasina, il Monte Perrin, il Monte Bieteron e, lontanissimi, i Lyskamm. Più vicino, il Monte Ciosé ed il Colle Ranzola (est-nordest), la Punta Regina e la Punta della Garda, il Passo della Garda, e soprattutto la dorsale Monte Rena-Taille-Taf. Chiudono la carrellata il Marienhorn (2767), all’estrema destra, la Punta Soleron (2887) e, vicina ed imponente, la Champlon (2678). A sud, alle nostre spalle, notiamo (in basso) l’Alpe Moulaz e (in alto) le “becche”, la Torché (3016), la Vlou (3032), il Monte Voghel (2925) salito da Varasc.it il 15 agosto 2009. La cresta è ampia e, in primavera, bordata di cornici nevose di cui è bene non fidarsi; rialzi rocciosi e spuntoni premettono il già citato passo della Forchetta (2207), o di Nanta.

Per quanto riguarda la tempistica, ecco i dati dell’escursione di domenica 04 marzo 2007, tenendo presente sia della natura “esplorativa” della salita, sia della presenza di neve e ghiaccio sul sentiero. Ripartiti da Moulaz alle 12.35 abbiamo superato i tre valloni con lievi saliscendi, rallentati dalla vecchia coltre sul tracciato, arrivando alle 13.55 a scorgere la croce pendente. Per le 14.25 eravamo in cresta, cinque minuti più tardi in vetta. Ripartiti dopo pranzo alle 15.34, siamo tornati a Moulaz alle 16.50. Dopo una pausa abbiamo lasciato l’alpeggio alle 17.08, alle 17.30 eravamo al secondo rudere (scendendo), alle 18.10 ad Allesaz. In sintesi, ecco un’escursione di pregio che richiede una bella giornata ed una minima attenzione.

Nota del 5 maggio 2008: in seguito alla salita effettuata in data 4 maggio 2008, si segnala la persistente presenza di grandi accumuli nevosi, particolarmente profondi e talmente fradici da non consentire il transito, se non con grande fatica. L'altezza dei cumuli, in buona parte del tragitto nel Valloncello di Champlon, arrivava alla vita di una persona di 1.87 m. di altezza. I canaloni provenienti dalla Punta Champlon, invece, si sono mostrati ancora carichi di neve, ma più stabili. Si raccomanda la massima cautela nel caso di escursioni in periodo invernale o post invernale.

Nota del 23 aprile 2017: come premesso nel testo, l'ultimo canalone si è presentato troppo innevato, con neve ripida e gelata a causa dell'ombra, per un transito in sicurezza.

 

Cleve di Moulaz. Salita da Graines

Come premesso, la salita è possibile anche dai 1375 metri di Graines, in un’ora e trenta dal villaggio, mediante il sentiero 9C (EE) e con un dislivello di 866 metri. Il percorso lascia l’iniziale fondovalle del Vallone di Graines poco oltre le case di Restoly, lungo la strada sterrata che ne risale la parte iniziale, salendo per bellissimi boschi e ruderi fino ad affiancare la boscosa Becca di Merian o Meriau e a raggiungere da nord le Cleve di Moulaz; l’itinerario, completamente sul lato settentrionale della grande cresta, è conseguentemente in ombra durante le ore mattutine e risulta innevato fino a tarda primavera. Si consiglia, nella bella stagione o ancor meglio in autunno, l’anello Allesaz-Cleve-Graines-Curien-Allesaz, di rara bellezza e di relativa semplicità.

Da Graines si risale il vallone omonimo lungo la strada sterrata, superando il nuovo impianto idroelettrico di Brusson, completo di bacino di calma, paratoia oleodinamica d’imbocco, scala di risalita per l’ittiofauna, canale callone per lo svuotamento del bacino di calma. Si trascura il primo ponte ligneo, ignorandolo, superando i primi e antichi alpeggi del basso vallone, da Charbonniére (1628 metri) a Collet (1626) e a Restoly (1684). Dopo una lieve salita, sul lato destro della sterrata si nota un palo con palina della segnaletica gialla, inerente al citato sentiero 9C: il punto si trova a circa 1846 metri di quota, in posizione N45 44.453 E7 46.869. Si abbandona la sterrata risalendo agevolmente nel bosco di Merian, il sentiero costantemente visibile e saltuariamente segnalato da frecce gialle; a circa 1942 metri di quota si raggiunge dal basso, oltre una radura in pendenza, un’alpe dalla facciata chiara, allungata, il lato sinistro lievemente più alto del destro e anticipata da un larice scortecciato simile a un piccolo pennone. Sul bordo destro dell’alpe, intonacata a calce, si nota una freccia gialla; si tratta probabilmente dell’alpe Balavra, segnalata tuttavia a soli 1881 metri sulla Carta dei Sentieri n. 12 de L’Escursionista Editore, e priva di quota sulla Cartografia escursionistica della Comunità Montana dell’Evançon. Parte del tetto sul lato più basso, in lose, è cadente; la parte più alta della baita ha un tetto metallico, parzialmente risistemato.

Oltre l’alpeggio, abbandonato nel settembre 2014, si riprende a salire nel bosco. Intorno ai 1950 metri si supera un tratto di roccette con alcune frecce gialle ben visibili, proseguendo ignorando alcune labili deviazioni fino al bivio di quota 2008 metri, segnalato da una freccia gialla; si sale ancora con qualche piccolo tornante a “S” nel bel lariceto, fino ad una ripida radura panoramica sulla zona della Punta Regina, al cui apice superiore sorge ancora un antico e squadrato rudere senza nome. Si tratta probabilmente di ciò che resta dell’alpe Merian, quotata 2109 metri sulla Carta dei Sentieri n. 12 de L’Escursionista Editore e assente sulla Cartografia escursionistica della Comunità Montana dell’Evançon; dal rilievo GPS di Varasc.it sorge in realtà a 2113 metri, in posizione N45 44.357 E7 46.649. I vecchi muri, picchiettati di licheni arrossati, lasciano intravedere ancora le vecchie e robuste travi del tetto, ormai collassate; le vecchie pareti circondate di rovi e lamponi mostrano una freccia gialla della segnaletica, nascondendo una probabile ex fossa per i liquami o un piccolo locale interrato ormai semicolmato, per cui è bene prestare attenzione. Da qui si scorge l’alto vallone fino al Colle di Frudiera e la costiera Rena, Taille e Taf. Poco sopra si risale un ampio e ripido prato, salendo verso ovest e tenendosi sul lato destro per chi sale, tra basse piantine di mirtilli; si raggiunge una bella sella erbosa bordata di larici, con una coppia di basse frecce gialle su una roccetta appena affiorante e vista sulla Testa Comagna, a ovest, e sul Colle Ranzola, sulla Punta Regina e sul Colle Frudiera ad oriente. Questa sella, si vedrà dall’alto, connette con aspre balze boscose e salti di roccia le Cleve di Moulaz alla Becca di Merian, quotata 2197 metri sulla Cartografia escursionistica e 2177 sulla Carta dei Sentieri n. 12; si intravede inoltre una piccola croce posta sul lato sinistro (occidentale) dell’isolata cima.

Il sentiero prosegue tuttavia verso sud, salendo tra erba alta e larici verso le Cleve, ormai vicine. Si nota un segno 9C con tanto di freccia gialla, in un bellissimo e rigoglioso sottobosco ricco di rododendri, ginepri, mirtilli; un piccolo spiazzo con sassi e sfasciumi dà adito ad un tratto semi-pianeggiante a mezza costa, che in pochi metri conduce dolcemente alla cresta delle Cleve, in posizione N45 44.260 E7 46.520 e a 2223 metri di quota. Il punto di arrivo è prossimo al rialzo della cresta che conduce alla vetta delle Cleve, con il basso ometto a 2241 metri di quota; proseguendo verso destra (ovest) si perviene invece alla vecchia e bassa croce metallica e al sentiero che scende verso l’alpe Moula, raggiungibile in discesa in circa un’ora.

Si segnala che durante l’escursione di Varasc.it realizzata il 14 settembre 2014 si è sperimentato l’anello Allesaz-Moula-Cleve-Graines-Curien-Allesaz, per un totale di circa 17 chilometri complessivi. L’ultimo tratto da Curien, al termine del profondo Vallone di Graines, avviene su un piacevole sentiero e in parte su mulattiera, ben visibile e agevole.

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