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Monte Roisetta

Nota importante (2014-2021): aiutaci a difendere il Vallone delle Cime Bianche!

Nota: Questa pagina dispone di un tracciato GPS scaricabile nell'apposita sezione.

 

Bella e panoramica sommità di 3334 metri, il Monte Roisetta o Roisettaz è formato dall'unione di tre creste che danno origine a ben tre differenti vette: la maggiore, a nord, la vetta meridionale e l'anticima occidentale (3324) raggiungibile da Cheneil sulla quale è posta una croce, e che tuttavia non va confusa con la sommità vera e propria. Queste tre elevazioni formano una sorta di semicerchio o anfiteatro, occupato un tempo da un piccolo ghiacciaio, in pessime condizioni sin dall'estate 2007 e anche nel 2013. Un lieve miglioramento nelle condizioni del grande nevaio è stato osservato nel settembre 2014, mentre negli anni seguenti e il 16 luglio 2022 il nevaio è apparso ormai collassato, pressoché scomparso.

La massiccia montagna è posta a sud del Colle Inferiore delle Cime Bianche e dell'isolato Colle Roisetta, a nord del Grand Tournalin. Si può raggiungere dai 2105 metri di Cheneil in Valtournanche o da sudest, da Ayas: qui verrà proposto questo secondo itinerario, che comporta un dislivello di 1645 metri da Saint Jacques (1689, N45 51.688 E7 43.872) e che si svolge sul sentiero n.4, EE.

La tempistica indicata nel 2014 e ancora nel 2022 è di 5.10 ore, mentre parevano francamente eccessive le sette ore (07.30 sulle paline a Saint Jacques) indicate in precedenza per raggiungere il Roisetta; ad ogni modo non vi sono particolari difficoltà, ad eccezione della lunghezza del percorso e della tipologia del terreno, costantemente su pietraia o nevaio. E' quindi un monte da riservarsi ad escursionisti ben allenati ed equipaggiati per il freddo ed il vento, capaci di affrontare tratti su pietraia instabile o umida, nevai e semplici passaggi su roccia nell'area sommitale. Si sconsiglia la partecipazione di bambini, persone non allenate o cani; l'acqua è disponibile nel Vallone di Nana ed al Rifugio Grand Tournalin. Una salita scialpinistica al Roisetta, qualificata MSA, è illustrata anche nel raro Scialpinismo in Val d'Ayas di Giorgio Merlo, a pagina 41. Per la salita a questa vetta, si consiglia soprattutto il manuale Le Vette della Val d'Ayas, utile per ricostruire "sul campo" l'esatta successione dei numerosi punti di riferimento.

Nota (maggio 2014): la Galleria fotografica ritrae anzitutto la salita da Ayas, seguita da panoramiche del Roisetta e chiusa dalla (pericolosa e sconsigliata) traversata delle tre cime, realizzata nell'estate 2013 dal lato occidentale del monte, partendo dalla Becca Trecare.

 

Monte Roisetta. Avvicinamento dalla Val d'Ayas

Il nostro itinerario parte appunto dal Rifugio Tournalin, posta nella conca ai piedi del Colle di Nana (2775, N45 51.279 E7 40.810), del Petit Tournalin (3207, N45 51.908 E7 41.051) e della Becca di Nana (Falconetta) (3010, N45 50.917 E7 41.047). Osservando il rifugio dalla strada d'accesso, notiamo che sulla sinistra della struttura alcune pietre, poste parallelamente a delimitare una sorta di breve vialetto, conducono al sentiero 4 (prima, solo carrabile) che dopo circa dieci- quindici minuti su prati e roccette porta ai piccoli Laghi Croce (2586). Si prosegue sulla sinistra del lago principale, acquistando quota e superandone, sempre su prati, il rivolo immissario; da qui si raggiunge facilmente il Colle Croce (2801, N45 52.138 E7 42.040), in circa mezzora dal rifugio. E' interessante notare che, salendo a destra (est) dal valico si raggiungono prima l'anticima, poi la vetta stessa del Monte Croce, o Mont Brun (2894, N45 52.121 E7 42.262), in un tempo che va dai dieci ai venti minuti di salita, su pietre e roccette.

Il 4, invece, scende sul sottostante e magnifico Lac Vert (2723, N45 52.256 E7 41.986), caratterizzato dalla dicotomia cromatica tra le sponde rossastre e l'acqua verde intenso. Non si tocca, in realtà, il lago, mantenendosi più in alto lungo la pietraia alla sinistra del bacino, accedendo quindi a modesti dossi d'erba e pietrame, con ometti. Nella zona si notano, facendo attenzione, frecce gialle. A settentrione del lago si trova infatti una bassa muraglia arrotondata di calcemicascisti, attraversata solo dalla rossa curva dell'emissario. Qui inizia un curioso terrazzo parallelo al sottostante vallone di Cime Bianche, formato per quasi tutta la sua lunghezza da banchi di calcemicascisti ed un tempo caratterizzato da piccole polle, scomparse poi per colmataggio o prosciugamento, dopo la fine dei nevai perenni soprastanti. Resta solo il più meridionale, il Lago Verde, un lago di circo. Poco oltre, tornati a circa 2800 metri, incontriamo i segni gialli che ci accompagneranno verso la vetta: ci troviamo infatti nel suddetto gigantesco terrazzo orografico che si estende dal Roisetta alle falde del Monte Croce, una serie di grandi conche o depressioni alternamente ricoperte da pietraie, sabbia e pietrisco, erba e pietrame. Si affronta un erto canalino di pietre rosse ed instabili, dove restano spesso alcuni nevai: i segni gialli porterebbero sulla sinistra del nevaio, obbligandoci però ad attraversarlo nel punto di massima pendenza!, e per questo motivo si è da tempo creato un percorso alternativo sulla destra del canalino: si sale ripidamente su sabbia umida e schegge, tra sponde di pietrame, senza però dover attraversare il nevaio. Poco sopra i segni gialli, provenienti appunto dalla nostra sinistra, tornano a guidarci; l'intero punto è comunque ben visibile dal basso, e intuitivo per chi sale.

Ci troviamo ora in una sorta di falsopiano di pietre rosse, sotto la parete orientale del Tournalin; dopo circa quindici minuti di cammino verso nordovest si raggiunge quota 2900 e superiamo alcune pozze, sulla sinistra. Appena oltre superiamo anche, sempre sulla sinistra, una conca pietrosa passando su rocce instabili, sulle quali (anche se ci si trova apparentemente su una normale pietraia, e si procede in linea orizzontale) è doveroso prestare molta attenzione: è facile cadere in seguito a movimenti delle pietre. Risaliamo la conca con un breve ma erto tratto di sentiero sui 40°, a quota 2995: procediamo verso nordovest e finalmente scorgiamo la vetta del Roisetta, chiara e bassa sull'orizzonte, facile a confondersi con altri modesti rilievi nelle vicinanze. Vi accediamo tramite un vastissimo ed allungato falsopiano dal colore terroso, cosparso di roccette estremamente friabili, dall'aspetto pressoché lunare: visto dall'alto, il numero 4 spicca nettamente per il semplice passaggio dei viandanti, che tracciano una linea scura nella sabbia più chiara. Segue un pianoro particolarmente cedevole, cosparso di schegge di pietrame, con segni gialli: si continua verso nordovest (3170 metri circa). Siamo ormai ai piedi del rilievo sommitale, composto da rocce più robuste ed estese: proprio qui sotto compiamo l'ultima salita dopo tanto tempo su tratti pianeggianti, portando verso sinistra, alla volta di una evidente fascia di sfasciumi nerastri che scende obliquamente da sinistra verso destra. Siamo quasi arrivati: resta da compiere un breve traverso di 70 metri in modesta pendenza, verso sinistra e sudovest, su schegge molli e cedevoli, franose, che ci mostra l'aspetto lunare e spoglio del pianoro appena attraversato.

Usciamo sull'ampia sella rocciosa tra la vetta, a nord (destra) e l'anticima meridionale, a sud (sinistra). Qui ammiriamo innanzitutto il sottostante scivolo glaciale, ultimo baluardo di una ben più ampia formazione, che sotto i nostri piedi compie una breve curva alla volta dei 2245 metri di Ollia (Euillia, in Valtournanche). Davanti a noi, a sudovest l'alta cresta proveniente dall'anticima S termina nell'anticima occidentale, dove sorge una croce; tra noi e quest'ultima si trovano però il ripido scivolo glaciale ed il rovinato torrione roccioso dell'anticima stessa, connubio impossibile da affrontare senza competenze alpinistiche e, possibilmente!, l'ausilio di una buona corda e di scarponi con suola adatta al difficile ed esposto terreno. Non è un tratto da affrontare, in alcun modo, a cuor leggero né con acqua o ghiaccio al suolo; è sconsigliatissimo ai bambini.

Monte Roisetta: salita alla vetta 

Dalla sella si procede verso nord, alla nostra destra: qui troviamo roccette stabili, di grandi dimensioni, ma molto friabili ed abrasive, simili (tranne che nel colore) a quelle presenti negli ultimi tratti che precedono la vetta della Testa Grigia (3314, N45 49.849 E7 47.200) là dove c'è la prima catena. Si passa sulla sinistra scendendo di qualche metro in una breve cengia, alla cui destra e sopra si allunga un'ampia roccia: occorre prestare attenzione al volto ed alla spalla destra, salendo!, la roccia è sensibilmente abrasiva ed invadente. Dopo pochi passi si piega a destra e si risale alle spalle della roccia stessa, prestando unicamente attenzione ai tanti detriti e wafer di roccia presenti nella sabbia ai nostri piedi. Siamo ora in una sorta di strettoia tra le due sezioni della vetta: risaliamo (sempre verso nord, con facilità, prestando attenzione a non smuovere detriti) e raggiungiamo una zona subito più ampia, parimenti ricoperta di sabbia e scaglie friabili.

E' importante notare che, nell'agosto 2007, una grande e robusta roccia collocata proprio in questo punto delicato (tra la strettoia e la risalita verso la vetta) risultava debolmente instabile, al passaggio di un maschio adulto. E' quindi opportuno prestare attenzione durante il transito, specialmente in discesa. La vetta è ampia e piatta, estremamente panoramica sul Cervino e sulle Cime Bianche, sul Grand Tournalin a sud e sui ghiacciai della testata di confine; da notare il Gran Lac de Tzére (2860, N45 53.978 E7 43.788). Qui non vi è alcuna struttura a parte un massiccio ometto, a nord, ed i resti di un secondo, poco più a sud. La discesa avviene per il medesimo itinerario, avendo cura di tornare fino al Colle Croce: i canalini e le ipotetiche vie di discesa sulla sinistra (est), in realtà, strapiombano immancabilmente sul vallone di Cime Bianche e, a nord, sul Colle Roisetta. Non si sono osservate novità nel settembre 2014, né nel luglio 2022, a parte la scomparsa totale dei nevai.

 

Monte Roisetta. Via di salita occidentale dalla Valtournanche con provenienza dalla Val d'Ayas

Una seconda via di salita occidentale è stata sperimentata da Varasc.it martedì 20 agosto 2013, coniugando la salita alla vetta sul lato Valtournanche e la discesa dalla vetta principale, sul lato ayassino. Questa nuova salita, ritratta al termine della Galleria fotografica, è stata agevolata dalle osservazioni effettuate dalla Punta Falinère, e consente di raggiungere la vetta occidentale del Monte Roisetta senza dover scendere dal Colle di Nana fino a Cheneil; comporta tuttavia tratti impegnativi, in assenza di sentiero e segnaletica, su sfasciumi e detriti. Richiede saldezza di piede e capacità di affrontare terreni impervi facendo ricorso alla cartografia ed alle indicazioni; un discorso a parte deve essere invece riservato alla pur breve traversata in cresta dalla vetta occidentale di quota 3324 all'anticima sud (3314) ed infine alla cima nord (3334). Tale percorso, aereo ed esposto, presenta difficoltà alpinistiche e richiede il superamento di passaggi di roccia in arrampicata, come descritto in seguito. Per tali motivi, se la salita è agibile fino alla vetta occidentale, la traversata alla vetta settentrionale è assolutamente sconsigliata da Varasc.it in assenza di competenze, allenamento ed attrezzatura adeguate. Tale via di salita è puramente alternativa alla principale proveniente dal Colle Croce e dal Rifugio Grand Tournalin, che resta il percorso consigliato da Varasc.it. Non si vuole consigliare la traversata, bensì mostrarne le immagini per evitare che qualcuno la tenti inconsapevolmente, restando bloccato o rischiando gravissimi incidenti.

La percorrenza è di circa 3 km in linea d'aria dalla spalla della Becca Trecare alla cima occidentale del Monte Roisetta, la durata di circa tre ore, il dislivello nominale di 387 metri fino alla vetta occidentale, in realtà molto maggiore a causa dei molti saliscendi incontrati. 

La salita ha inizio alla Becca Trecare o meglio alla sua ampia spalla erbosa, immediatamente sottostante e ad oriente della vetta, lungo la cosiddetta Cresta del Diavolo che la connette al Petit Tournalin. Raggiunta la zona mediante il breve sentiero 3C dal Colle di Nana, si abbandona la spalla posta a circa 2937 metri scendendo su un'ampia, inclinata e rovinata rampa di sfasciumi usualmente in ombra. La progressione è poco agevole e richiede attenzione per non smuovere piccole frane su chi precede, tuttavia la direzione è sempre facilmente intuibile: occorre andare in avanti verso nord, puntando il Monte Cervino. Si perdono rapidamente circa 100 metri di quota su canali detritici frammisti a bassi costoni di roccia, a loro volta cosparsi di sabbia, pietrisco e sfasciumi; a 2890 metri si raggiunge una pietraia composta da rocce ben maggiori, stabili e di colore grigio. L'intera area conserva ampi nevai fino a metà estate e premette, superata l'ampia pietraia, i prati superiori della grande conca; si raggiungono questi pendii d'erba e sassi a circa 2770 metri lasciandosi alle spalle la parete nord della Becca Trecare e tenendo alla propria destra la Crête du Diable. A quota 2722 si pone piede su rigogliosi pascoli percorsi obliquamente da continui ruscelli provenienti dalla dorsale intervalliva, ai piedi del Petit Tournalin; più avanti ancora, mantenendo la quota, si intercetta a 2720 metri ed in posizione N45 52.040 E7 40.477 il sentiero numero 30 che sale da Cheneil alla volta del Grand Tournalin. Si continua sempre verso nordovest puntando la Becca d'Aran e risalendo quindi una bassa cresta composta da una pietraia rossastra, al disotto del Grand Tournalin; in questo modo si accede a 2794 metri ad un ampio pianoro erboso e poco oltre, piegando a destra (est-nordest) verso la dorsale Ayas-Valtournanche con la Punta Falinère, alle proprie spalle, si accede ad un ampio circo roccioso immediatamente a nord del Grand Tournalin. Si nota un grande accumulo glaciale di serpentiniti, dal colore nero-bluastro, che spesso conserva enormi nevai anche nel periodo estivo.

L'ambiente, severo e notevole, è chiuso ad oriente dai grandi salti rocciosi della dorsale che premettono il rialzo del Monte Roisetta; la quota è genericamente di 2888 metri, malgrado la vastità del pianoro renda difficile una stima univoca. Si procede mantenendo la quota su erba e pietraie, superando affioramenti di epidoto verdastri, verso la dorsale intervalliva; a 2978 metri si giunge ad un plateau più elevato con roccette e sfasciumi minuti, sotto al Roisetta. Proseguendo ora verso nord, alla volta della montagna, si tocca infine il sentiero numero 29 che sale da Cheneil o meglio dai 2030 metri di Barmaz, a quota 2976 ed in posizione N45 52.655 E7 40.747. Da qui si segue ovviamente tale tracciato, ben evidente: a 3131 metri il sentiero giunge ad un vasto poggio sottostante la Roisetta e panoramicissimo sui famosi Denti d'Aran o Sigari di Bobba, caratteristiche vette composte da calcescisti, piegando quindi verso oriente per un lungo traverso su terriccio non dissimile dalla via che sale alla Gran Sometta. A 3216 metri si sale verso la cima, in direzione nord, accedendo all'ampia dorsale superiore a pochi metri dalla croce che segna la vetta occidentale del Roisetta, a quota 3324 ed in posizione N45 53.086 E7 40.733. L'esile e bassa croce sorge su un tratto di serpentinite bluastra con magnetite nera.

 

Monte Roisetta. Traversata tra le cime

Come premesso, se fin qui la progressione è tutt'al più disagevole ma effettuabile da qualsiasi escursionista ben allenato ed uso a terreni infidi e non segnalati, la traversata tra le cime del Roisetta è considerevolmente più impegnativa e pericolosa. Dalla cima del lato Valtournanche si cammina lungo l'ampia e frequentata cresta chiara, verso oriente, ammirando anzitutto l'impressionante e triangolare bacino glaciale compreso tra le tre cime del Monte Roisetta: oggi rimane solo un basso e ripido, ampio nevaio. Poco oltre la cima occidentale, in posizione N45 53.086 E7 40.832, si nota un lieve avvallamento nelle rocce della cresta: qui alcune frecce gialle sembrano indicare una via di discesa verso il nevaio. Tale percorso è stato sperimentato fin quasi a metà della sua estensione da Varasc.it nell'agosto 2013: è caldamente sconsigliato, risalendo probabilmente ad un'epoca in cui la maggiore estensione del nevaio permetteva la discesa e risalita tra le cime. Le frecce indicano infatti una serie di pareti molto scoscese, con alcune tacche; l'esposizione, la superficie liscia ed umida delle rocce e l'assenza di sporgenze apprezzabili rendono molto ostica e certo pericolosa questa via, che andrebbe attrezzata e protetta, o quantomeno privata delle ingannevoli frecce gialle (!).

Restando sulla cresta superiore si risale invece fino alla cima (o anticima di connessione) meridionale, a quota 3314 ed in posizione N45 53.092 E7 40.861. Lo sperone, lievemente rialzato e ben visibile anche dal lato ayassino, sorge sulla dorsale Ayas-Valtournanche; per quanto la traversata tra le due vette principali del Roisetta sia scarsamente realizzata, questo sperone offre il passaggio più gettonato. E' tuttavia disagevole e molto esposto, obbligando a scendere direttamente lungo l'aereo ed inclinato filo di cresta a nord: circa 15 metri di cresta in forte pendenza, esposta sul baratro orientale verso Ayas e sul grande nevaio sommitale ad occidente. Le prime rocce offrono buoni appigli per le mani ed un paio di piccoli gradini naturali, mentre il tratto sottostante, più liscio, vede una sorta di ripido canalino sul lato sinistro (ovest) della cresta; tale ristretta fascia consente, puntellandosi alle rocce della cresta, di scendere fino al salto sottostante da cui si mette piede sulla dorsale. La discesa richiede preferibilmente l'adozione di una corda ed è facile smuovere sassi e pietrisco durante i passaggi; una volta superata si affrontano pochi metri di rocce rotte e nere, prima della chiara ed ampia dorsale color sabbia che premette all'arrivo del sentiero 4 dalla Val d'Ayas. Si procede quindi fino alla vetta settentrionale, a 3334 metri.

Tempistica 

Ecco i dati della prima salita di Varasc.it al Monte Roisetta, registrati domenica 19 agosto 2007: dati ovviamente suscettibili di diminuzione, proprio a causa del carattere "esplorativo" di tale escursione. Partiti alle 08.30 dal Rifugio Tournalin abbiamo raggiunto il Colle Croce alle 09.04, cogliendo l'occasione per una puntata alla vetta omonima, raggiunta -di corsa- alle 09.10. Rientrati al valico alle 09.22, siamo giunti sopra al canalino con nevaio (2874 metri, rilievo GPS) alle 09.50; alle 11.10 eravamo alla sella tra la vetta e l'anticima S, alle 11.30 (dopo dieci minuti di sosta) in vetta. Ripartito alle 11.40, sono giunto alla sella alle 11.45, scendendone alle 12.12 per via del maltempo. Alle 13.40 eravamo al Lago Verde per il pranzo, ripartendone alle 14.03 e tornando al rifugio alle 14.40, con pioggia. Ripartiti alle 15.44, abbiamo raggiunto Saint Jacques alle 17.20. In sostanza, si evince un tempo medio di due ore e trenta-tre ore dal rifugio Grand Tournalin alla vetta, più ovviamente due ore alla volta del rifugio stesso. In totale, dunque, cinque ore da Saint Jacques, per escursionisti allenati: una tempistica che, pur accentuata a ben sei ore!, resta comunque lontana dalle sette ore o sette e trenta indicate dalla segnaletica in zona. 

Varasc.it è tornato al Monte Roisetta domenica primo agosto 2010, partendo alle 06.25 da Saint Jacques ed arrivando alle 08.00 al Rifugio Grand Tournalin, alle 9.00 (dopo una pausa al rifugio) al Colle Croce. Il primo nevaio si trovava a quota 2800 metri; sono giunto in vetta al Roisetta alle 10.55. Ripartito alle 12.00, sono rientrato al Tournalin alle 13.55. Si segnala che a quota 2930 metri sorge un curioso riparo in pietra; il sentiero 4 è parso ben segnalato, senza evidenziare novità o cambiamenti di percorso rispetto a quanto fotografato nel sito e descritto nel manuale Le Vette della Val d'Ayas.

Varasc.it è tornato al Monte Roisetta martedì 07 agosto 2012, partendo alle ore 09.15 dal rifugio Grand Tournalin e raggiungendo alle 09.50 il Colle Croce. Senza aver individuato modifiche rispetto a quanto descritto in precedenza, la vetta è stata raggiunta alle ore 12.10. Ripartiti alle 14.30, siamo tornati alle 16.30 al Colle Croce, alle 17.00 al Rifugio Grand Tournalin.

Varasc.it è tornato sulle cime del Monte Roisetta martedì 20 agosto 2013, lasciando la spalla della Becca Trecare alle ore 10.00 e raggiungendo la vetta occidentale del monte alle 12.50, alle 13.40 la cima settentrionale. Ripartiti alle 15.07 siamo tornati al rifugio Grand Tournalin alle 16.40 ed a Saint Jacques alle 17.55 con una percorrenza di 20,05 km.

La salita del 5 settembre 2014, da Saint Jacques via rifugio Grand Tournalin, ha richiesto 6 ore (andata) e una percorrenza totale di 25 km.

La salita del 16 luglio 2022 non ha evidenziato cambiamenti rispetto a quanto indicato in questa pagina, debitamente aggiornata il giorno successivo.

 

Monte Roisetta. Letteratura e storia

Nel 1923, l'opera Itinerari alpini V. Dall'Attendamento S.A.R.I. in Valle d'Ayas descrisse la Roisetta, m. 3321. Il volume forniva sommarie informazioni sulla salitaper la cresta Nord inore 5 circa da Saint-Jacques eper il versante Est, dal vallone di Cortoz per pendii erbosi e canaloni. Si suggeriva sommariamente infine la cresta Sud-Est, seguendo la cresta proveniente (!) dal Grand Tournalin,non facile, specie discendendo dal Tournalin, perchè cogli appigli alla rovescia.

Si segnala che nel 1928 l'abbé Louis Bonin definì questa vetta Roesetta, mentre il Canonico G. Carrel nel numero 12 del Bullettino del Club Alpino Italiano, 1° semestre 1868 pubblicò il pregevole articolo La Vallée de Valtornenche en 1867, citando la Roizetta: (...) On voit dans le haut du tableau à droite les cimes de l'Aran et de la Roizetta, à gauche la Becca de Pancherot et le mont de Gorbeglion, et au milieu le Mont-Cervin qui semble appuyé sur la Motta de Plété. (...) Roizetta. Ce promontoire est placé au nord-ouest du Tornalin dont il n'est pas bien éloigné. L'accès en est plus facile et la distance un peu plus courte. La vue est très-belle du côté du nord surtout.

Nel 1962, La Valle del Cervino di Francesco Cavazzaro descrisse il Roisetta, localmente La Roisette; m 3334 IGM, 3321 TCI. E' costituita da un'anticima e da due vette collegate da una cresta in direz. da N a SO. Sotto a questa cresta la parete si incurva come un catino ed un ampio nevato, visibile dal basso, vi rimane anche durante l'estate. In dialetto la neve si chiama roèse e da ciò può derivare il nome della montagna. Dall'anticima parte una cresta E che non risulta sia stata percorsa. E' punto orograficamente importante perchè, come si è detto nella parte generale, qui lo spartiacque tra Valtornenza e Val d'Ayas si biforca; ed inoltre una terza cresta parte dalla Cima O della Roisetta e scende a saldarsi ai Sigari di Bobba dapprima, poi alla Becca d'Aran.

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