Quota 2726

 

Affascinante balcone sulla parte sommitale della Val d'Ayas e sui 4000 della testata di confine, la Quota 2726 è indubbiamente una meta di valore escursionistico e di grande bellezza, tuttavia sconosciuta ed adatta a soli appassionati. Viene qui proposta nell'ambito di una progressiva scoperta di nuove vette e nuovi scorci ayassini, ignorati dalla manualistica e dalla segnaletica e tuttavia di grandissimo pregio. Questa vetta, insieme al Monte Facciabella (2571) costituisce i cardini dell'ingresso orientale al ridente vallone di Nana, soprastante St.Jacques ed il Frachey. E' posta a N45 51.710 E7 42.407 e la sua risalita dal versante meridionale, per quanto interamente su prati, comporta forte e costante pendenza e lunga permanenza in cresta. Il dislivello è di 1037 metri. Per questi motivi, oltre che per l'assoluta mancanza di segnaletica –sebbene il percorso sia intuitivo- è da riservarsi ai soli escursionisti esperti, ben allenati e capaci di affrontare terreni insidiosi. Nel periodo invernale o in caso di pioggia, la Quota 2726 è da evitarsi accuratamente; non è un itinerario adatto ai bambini. Infine, è importante notare che questa vetta è separata dal retrostante e pericoloso Palon di Nana (2764), dal Colletto di Nana (2653) e, ovviamente, dal Monte Croce (2894). 

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La partenza avviene ai 1689 metri di Saint Jacques, risalendo la carrabile sterrata che, oltre la segheria in località Blanchard, risale con alcune curve nel bosco fino all'imbocco del vallone di Nana, dove sorge l'alpe di Nana Inferiore (2029). La carrabile prosegue tra i pascoli del vallone in direzione W, puntando i 3010 metri della Becca di Nana (Falconetta) ed il prospiciente Colle di Nana (2775). Si tratta di un percorso semplice e piacevole, molto panoramico, frequentato anche da mountain- bike; è disponibile un servizio di trasporto in jeep alla volta del Rifugio Grand Tournalin (2535). Per la nostra vetta occorre invece raggiungere l'alpe di Nana Superiore, o Nannaz (2194), posta a N45 51.295 E7 42.482. Si tratta di un vecchio ed allungato casolare, sul lato sinistro della carrabile ed appena sotto al livello della strada, con un cartello in legno –nuovo e ben visibile- che ne riporta il nome e la quota. Alla nostra destra, su una roccia, ecco il segnale giallo e triangolare dell'Alta Via Numero 1, con due frecce. Appena oltre abbiamo il versante meridionale della Quota 2726, che ci appare praticamente unita al Palon di Nana, in realtà –lo ricordiamo- a sé stante. Appena oltre la carrabile, sulla destra, ampi pascoli aperti e soleggiati risalgono verso l'apparente dorsale erbosa che s'innalza quindi in una bella cresta, fino alla vetta, triangolare se vista dal basso. La salita è, come premesso, intuitiva: occorre puntare il gruppetto isolato di quattro pini, posti a due a due, salendo alle loro spalle tra i gineprai e l'erba bassa. La pendenza si accentua e si risale fino alla dorsale orientale della Quota, in realtà non una singola cresta o pianoro, bensì una serie di dossi erbosi che precedono la cresta vera e propria: il primo e maggiore dosso oppone una pendenza di 35°, in zona aperta e ventata, molto panoramica a S, E, N. Ormai saliamo in direzione W e scorgiamo davanti a noi la Falconetta, la Becca Trecare (3033) ed il Colle di Nana: alle nostre spalle il piccolo Lago Leichien (2280 circa, N45 50.954 E7 42.995), la sinuosa cresta del Facciabella fino alla Falconetta. Più oltre abbiamo il Corno Bussola (3023) e la Punta Piure (2902), la Gran Cima (3023), il Monte Perrin (2974), il Monte Chaleau (2658) ed il Monte della Nonna (2534). Ad oriente, si va dal Monte Bettaforca (2971) alla Testa Grigia (3314); ma la salita è ancora lunga ed ardua, la pendenza costantemente sui 30- 35°, con una cresta che ricorda quella del Diavolo alla Trecare. Ci si porta effettivamente sulla destra, lungo la cresta, poiché il pendio erboso è attraversato da modeste fasce rocciose semiaffogate nel declivio che renderebbero inutilmente elaborata la salita. La cresta è ripida ma offre sempre delle piccole cengette in terra battuta tra le zolle, sufficienti per poggiare entrambi i piedi ed alternate a mò di gradini. L'ultimo tratto, con pendenza costante, converge verso la vetta e le asperità rocciose sommitali: qui incontriamo una rientranza di rocce e sfasciumi dalla cresta destra, che ci obbliga a spostarci sulla sinistra –nell'erba- per superare questa sorta di piccolo cratere colmo di materiale detritico e roccia. La vetta è immediatamente soprastante e si raggiunge con una notevole soddisfazione, vista la forte pendenza finora incontrata: si tratta di una piccola forcella posta tra un poderoso roccione a sinistra (S) ed una più moderata, tondeggiante sommità a destra (N). Siamo a 2726 metri e subito davanti a noi (W) si erge il pietroso Palon di Nana (2764); il panorama è, come anticipato, magnifico in ogni direzione. In particolare, è notevole il colpo d'occhio sul Petit Tournalin e Grand Tournalin  e sulla zona dell'omonimo rifugio, oltre che, in parte, sul versante orientale del Monte Croce.

La discesa avviene per lo stesso itinerario, prestando attenzione a non scivolare a causa della costante pendenza e della naturale insidiosità del terreno a zolle erbose.    

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Tempistica

Ecco infine i dati registrati nel corso della prima salita alla Quota 2726 da parte di Varasc.it, martedì 10 luglio 2007. Partito alle 09.08 da Saint Jacques, sono giunto alle 10.20 all'alpe di Nana Superiore, partendone alle 10.40. Alle 10.43 ero ai quattro alberi, alle 11.00 sulla spalla E della Quota 2726. Alle 12.00 in vetta, ripartendone alle 12.20 e rientrando all'alpe di Nana alle 13.20. E' tuttavia doveroso segnalare che i tempi sono stati forzatamente aumentati dalla necessità di esplorare la zona, dal forte e gelido vento occidentale, dagli scarponi nuovi. 

 

 

 

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